In un libro la vera storia (non solo politica) della “A” cerchiata
“A” cerchiata: a quarant’anni dall’esplosione libertaria del 1968, un’inedita e originalissima storia per immagini ripercorre la diffusione planetaria di un simbolo nato con forti connotazioni politiche e diventato nel tempo un sinonimo di libertà e trasgressione, impresso su muri, zainetti, magliette, spille e cappellini, fino all’intimo maschile.
La vera storia della “A” cerchiata è svelata nel nuovo libro stampato da Eleuthera editrice, curato da Gianluca Chinnici con testi di autori vari: tra questi Goffredo Fofi, Luca Villoresi, Maurizio Maggiani, Marco Philopat, Roberto Freak Antoni, Wu Ming 1, Pino Cacucci, Paolo Rossi, Dori Ghezzi ed Enrico Ghezzi.
Il volume svela che il simbolo non viene dal passato remoto: come raccontano i suoi inventori, Amedeo Bertolo e Tomás Ibañez, «essa è poco più di una parvenue dell’iconografia libertaria». La “A” cerchiata nasce infatti solo nel 1964 a Parigi da un piccolo circolo di giovani anarchici franco-spagnoli e comincia la sua vita pubblica due anni più tardi a Milano, su volantini e manifesti del gruppo Gioventù Libertaria; un nuovo segno grafico usato dapprima in modo “sperimentale”, poi regolare, che è infine dilagato sui muri di tutta Europa.
Le cause di una così rapida e intensa fortuna? «Soprattutto la grande semplicità, che fa della “A” cerchiata uno dei segni grafici più immediati (come la croce, la falce-martello, la svastica…) con l’evidente pregio di poter essere graffitata sui muri in 5 secondi netti». Per questo, la “A” racchiusa nel cerchio inizia a viaggiare per il mondo, «carica di passione libertaria», presto adottata dalla cultura punk: che la esporta negli Usa, dando luogo a usi anche commerciali, come quello dell’americana Eastpack che produce una linea di zainetti con la “A” cerchiata di serie, registrata come “Anarchy™”.
«La “A” cerchiata ha quindi ottenuto un “successo” planetario, ma al prezzo di veder diluita la sua origine anarchica», osserva l’editrice Eleuthera. «C’è “dissacrazione” in questa trasformazione di un simbolo forte in un marchio che appare buono per tutti gli usi? No, afferma uno dei suoi padri putativi: la “A” cerchiata mantiene una potente carica comunicativa di rivolta contro tutto e tutti (persino nella sua versione consumistica) che può convivere, in un gioco di rimandi, con la connotazione originaria (info: www.eleuthera.it).
THE TRUE STORY OF THE ENCIRCLED “A” - Eleuthera press home presents a new photo-book on the true story of the “A” in the circle, a political sign born in the 60’s between Paris and Milan, to become a universal symbol of freedom (info: www.eleuthera.it).