Archivio del Tag ‘rivolta’
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Siamo lo zimbello del mondo: vogliono far esplodere l’Italia
Ve ne siete accorti? Ormai siamo diventati lo zimbello del mondo. Tutti stanno andando in una certa direzione, ogni Stato smantella un po’ alla volta queste restrizioni, e noi no. Il governo continua a fare Consigli dei Ministri per rafforzare e restringere: non si va più in Posta, in banca; e poi, un po’ alla volta, vedrete, ne faranno anche altre. E’ questo è tutto normale. Lo sappiamo: il nostro è un paese speciale, nel quale sta avvenendo – letteralmente – un esperimento sociale, in cui si vuol vedere fino a che punto l’umanità può sopportare le vessazioni (soprattutto l’umanità italiana, che è molto particolare: perché ha un enorme potere erotico inespresso). Chi ci amministra, dunque, sta spingendo: questi non mollano, e insistono. Noi abbiamo imparato a gestire quegli stimoli: non con delle reazioni, ma con delle interiorizzazioni. Il mio invito a “stare fermi” è costante, affinché avvenga una crescita, dentro di noi. Questo ci ha permesso di giungere sin qui, con 7 milioni di persone che sono rimaste integre.Abbiamo preservato una qualità genetica: dentro, abbiamo ancora del sangue “solare”, mentre in altri corpi stanno scorrendo altre tipologie di sangue. Noi abbiamo conservato una nostra essenza naturale, oltre ad aver protetto una nostra integrità morale: siamo stati l’esempio di ciò che la parola “dignità” esprime. Da una parte, oggi, si sta delineando un contesto sociale dilaniato: mai, prima d’ora, la socialità individuale era stata così compromessa. Poi c’è la socialità collettiva: pensiamo alle grandi separazioni che sono avvenute all’interno delle famiglie, delle coppie, dei gruppi di amici; nelle aziende, nelle scuole. Tutto è difficoltoso, alterato: anche fare un acquisto in un negozio, o mangiare una pizza, o andare a pagare una bolletta. E il governo continua a premerci in quella direzione. Ebbene, tutto questo crea grosse lacerazioni: alcune persone sono convintissime che il Green Pass sia la soluzione di tutti i mali, la chiave d’accesso al paradiso, e non si fanno problemi a discriminare e perseguitare chi invece ha fatto una scelta diversa. Pensate, hanno persino educato i bambini a fare controlli sul pulmino, per vedere chi ha il Green Pass.In tutto questo c’è una crisi economica mostruosa, che ora si farà sentire: le bollette aumenteranno del 50%, e un’intera area produttiva non potrà più lavorare. Stiamo andando incontro a una situazione che viene fatta peggiorare, di giorno in giorno, dai continui interventi da parte del governo. Non c’è un solo intervento che vada nella direzione di ridare libertà al popolo italiano. Ma il quadro non può peggiorare in eterno: la pazienza prima o poi finisce. E dato che il governo non intende recedere, a breve si arriverà inevitabilmente alla rottura di questo equilibrio. L’elastico teso non potrà resistere all’infinito: e la rottura potrà creare anche reazioni violente. Questi pseudo-governanti stanno portando la popolazione, letteralmente, ad uno scontro: lo intravedo entro la fine di questo mese. Si arriverà allo scontro perché una parte dei perseguitati non avranno più intenzione di continuare a essere seviziati in questo modo. Se ti spiegano che non potrai più andare in banca a prelevare i tuoi soldi, capisci che in questo non c’è più niente, di sanitario (non ce n’è mai stato, fin dall’inizio). E se ti guardi attorno, adesso scopri che tutti gli altri paesi stanno smantellando le restrizioni.Alcuni paesi cominciano a portare in piazza una certa energia: abbiamo visto quello che sta succedendo in Canada, dove il premier è dovuto letteralmente scappare. Lo stesso sta accadendo in Olanda, dove si cominciano a creare manifestazioni differenti. Se chi governa non cambia atteggiamento, prima o poi allo scontro si arriva. E a me sembra che siano proprio loro, a volerlo: viceversa, solo una persona priva della capacità di intendere e volere potrebbe insistere nel molestare la gente all’infinito, pensando di non subire conseguenze. A un certo punto, capite, tutti possono sentirsi legittimati a “perdere la brocca”. Ecco, io la sento crescere fortemente, questa tensione. Sabato ero a Torino e ho visto la nostra piazza: così stabile e matura, così ferma, così già orientata a costruire il nuovo. Ma c’è una quota di umanità che necessita di fare altre esperienze. Chi non ha la nostra cultura della gestione energetica non elabora le esperienze come abbiamo fatto noi, è ancora nella fase reattiva. Un po’ come nel calcio: c’è chi sa tenere palla, e c’è l’attaccante che tocca un solo pallone ma fa goal.Sta succedendo anche in Italia: una quota di umanità è diventata letteralmente una polveriera. Ci sono piazze stabili, come le nostre, e ci sono autentiche polveriere. Cosa racconti, a una persona che ha un’impresa e ora si trova a dover fallire, perché un po’ alla volta non circola più un quattrino nell’economia reale? Cosa gli racconti, che c’è ancora un’emergenza sanitaria? Noi, sì, abbiamo investito in altro: siamo quella parte di umanità che sta già costruendo il nuovo. Ma c’è una parte di umanità che invece è pronta a saltare per aria per far finire il vecchio, per raderlo al suolo. E nessuno ha il potere di fermarla, perché sono dinamiche più grosse dell’umanità e del singolo individuo. Quando scoppia – passatemi il termine – una rivoluzione, è perché esplodono dinamiche più forti delle persone. In Italia sto vedendo questo: una inesorabile, ineluttabile deriva verso uno scenario anche cruento. E allora penso alla mia parte, a chi è rimasto fermo.Penso a noi 7 milioni, che abbiamo permesso alla magistratura di muoversi avendo le spalle un po’ più larghe. Penso ai nostri medici, ai nostri avvocati. Penso cioè a chi ha scelto di resistere, conservare l’umano e, parallelamente, costruire il nuovo. A tutti loro continuo a dire: sitaimo fermi. Ovvero: continuamo a sviluppare il nuovo tipo di società che stiamo creando. Sull’altra parte, invece, non ho potere. Non posso esortare nessuno a stare fermo. Non posso intervenire su chi ha una diversa struttura animica. Non posso oppormi a un flusso che è più grande di noi. Il governo sta continuando a togliere mattoni, quindi tra un po’ l’edificio crolla. E visto che non ha la minima intenzione di invertire la rotta, lo dico: questo governo è l’unico responsabile di tutto quello che potrebbe accadere. E badate: ci sono milioni di italiani che stanno facendo di tutto, per arrivare a questo scontro. Quando il titolare di un ristorante continua a tenere aperto, pur sapendo di esser stato preso in giro e pur sapendo che stanno facendo del male a tante persone, e però se ne frega altamente, be’, anche lui sta andando in quella direzione.Migliaia di aziende hanno finto che non fossero mai stati calpestati alcuni diritti: non solo diritti dei lavoratori, anche diritti umani. E hanno sposato appieno questa situazione, che – anzi – a qualcuno ha fatto anche comodo. Ecco: quelle aziende sono pienamente compartecipi di quello che sta succedendo. O almeno, lo sono fino a un certo punto: perché il governo, se volesse, avrebbe sempre la capacità di smantellare le restrizioni e creare condizioni diverse. Ma dietro al governo ci sono intelligenze superiori, rispetto a quelle umane: non pensate che sia Speranza, a gestire la sanità italiana. Sicché, mi viene da pensare – ripeto – che siano proprio loro, a volerci portare a questo: in fondo, è un’esperienza che l’Italia non ha mai vissuto. Se qualcuno pensa che questa situazione si possa ancora risolvere con una discussione fatta a tavolino, si sbaglia di grosso.Cosa pensare, quando vedi che gli studenti universitari vengono presi a bastonate? Non è lo scontro, che il governo cerca? Fino alla fine, io vi esorterò a portare le nostre energie nella costruzione del nuovo. Però posso mettere nero su bianco – qui, adesso – che, se loro continuano a mantenere queste restrizioni, e ad aumentarle (nonostante non vi sia più alcuna emergenza sanitaria, nonostante lo dica anche la scienza, nonostante il resto del mondo stia ormai facendo il contrario dell’Italia), allora temo che non si possa che andare a uno scontro molto violento: perché c’è una quota di umanità italiana che ha bisogno di vivere quel tipo di esperienza. Quindi prepariamoci un po’ a tutto, perché lo scenario mi sembra molto chiaro.(Michele Giovagnoli, video-intervento su Facebook il 31 gennaio 2021).Ve ne siete accorti? Ormai siamo diventati lo zimbello del mondo. Tutti stanno andando in una certa direzione, ogni Stato smantella un po’ alla volta queste restrizioni, e noi no. Il governo continua a fare Consigli dei Ministri per rafforzare e restringere: non si va più in Posta, in banca; e poi, un po’ alla volta, vedrete, ne faranno anche altre. E’ questo è tutto normale. Lo sappiamo: il nostro è un paese speciale, nel quale sta avvenendo – letteralmente – un esperimento sociale, in cui si vuol vedere fino a che punto l’umanità può sopportare le vessazioni (soprattutto l’umanità italiana, che è molto particolare: perché ha un enorme potere erotico inespresso). Chi ci amministra, dunque, sta spingendo: questi non mollano, e insistono. Noi abbiamo imparato a gestire quegli stimoli: non con delle reazioni, ma con delle interiorizzazioni. Il mio invito a “stare fermi” è costante, affinché avvenga una crescita, dentro di noi. Questo ci ha permesso di giungere sin qui, con 7 milioni di persone che sono rimaste integre.
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“Oggi le sigarette, domani il vino e le mignotte: sono finiti”
«Se ora s’attaccano alle sigarette, e domani magari pure al vino e alle mignotte, vuol proprio dire che sono finiti». Sintesi perfetta, in idioma lucchese, firmata dal maestro Andrea Colombini, direttore d’orchestra. Con la sua infaticabile intelligenza e la sua verve sarcastica, Colombini dà voce all’anima della resistenza civile italiana di fronte al grottesco stritolamento delle libertà di tutti, inflitto (grazie anche a una buona dose di ottusità diffusa) con l’alibi della più grande “pandemia di asintomatici” della storia. Morale? Il governo dei pagliacci ora si appresta ad allestire l’apartheid del Tso anche per banche, sportelli pubblici, uffici postali e negozi, incluse le tabaccherie. Scelta davvero illuminata e strategica, per far perdere la pazienza ai santi: come se un genio del male si divertisse a mostrare l’infinita idiozia dei provvedimenti, inutilmente cattivi, improntati alla vessazione e alla persecuzione. Un po’ come quando i nazisti, ormai consapevoli di essere sconfitti – dice il musicista toscano – si ridussero a procurare il maggior danno possibile, per rabbia, di fronte a un destino ormai segnato.Il furore più grande – sottolinea ancora Colombini, in web-streaming con Riccardo Rocchesso (giornalista, animatore di “100 Giorni da Leoni”) – deriva dalla prova di forza messa in atto da milioni di italiani: pur radicalmente contrari alle misure criminal-demenziali della “democratura” chiamata Draghistan, hanno accuratamente evitato di abboccare all’amo della violenza. «State fermi», ha incessantemente raccomandato l’alchimista Michele Giovagnoli, altro mattatore delle piazze, sodale di Colombini. Agli ultimi decreti-vergogna, la communiy di Giovagnoli (“Essere Solare”) risponde così: affiggendo un cuore sulle vetrine dei negozi, per invitare i clienti a entrare comunque. Si chiama disobbedienza civile: ne è stata campionessa Rosanna Spatari, titolare della Torteria di Chivasso (Torino). Assistita dall’avvocato Alessandro Fusillo, ha lottato come una leonessa per tenere aperto il suo bar. Alla fine, la Corte di Cassazione le ha dato ragione. Ed è solo un esempio, il suo, di questa nuova “Italia che resiste”, come un tempo cantava l’oggi silente De Gregori, sordomuto come tantissimi suoi illustri colleghi.Storie che esemplificano – per i non addetti – la nozione scientifica di “speciazione”: una parte dell’umanità si separa dal “volgo disperso che nome non ha”, per tracciare una nuova traiettoria evolutiva. Esempio: alle ultime elezioni amministrative, lo scorso ottobre ha votato solo un italiano su due. E nelle grandi città, ai ballottaggi, ha raggiunto le urne appena un elettore su tre. Oggi, come ricorda Andrea Colombini, pare che il problema numero uno del paese sia l’identità del successore di Mattarella. Partiti e giornali non parlano d’altro. Peccato che i partiti facciano ridere la maggioranza dei cittadini, e che i giornali non li legga più nessuno. C’è qualcosa di addirittura empio, forse, nel voler comunque celebrare il rituale democratico del Colle, come se fossimo ancora in un regime pienamente democratico, in tempo di pace. Vivono, lorsignori, in un mondo parallelo? Pensano davvero che importi a qualcuno, se al Quirinale salirà l’ometto che – dopo aver chiuso i bancomat della Grecia – ora si appresta a blindare anche le tabaccherie italiane?Lo stesso Colombini, inveterato toscanaccio sempre incline al vernacolo, fa i conti in tasca ai galantuomini tuttora sul ponte di comando. E’ semplice, dice: hanno perso. Presto non controlleranno più il paese, e lo sanno: gli italiani faranno di testa loro, come sempre (“fatta la legge, trovato l’inganno”). Dicono che alla manifestazione di Roma il 15 gennaio c’erano poche migliaia di persone? Ridicolo, erano almeno 350.000. Continuano a mentire? Sì: pare non sappiano fare altro. Ma chi li sta più ad ascoltare? Sempre meno persone. Che fai, imponi il mitico tampone anche a chi ha subito tre dosi di siero magico? E allora, dice Colombini, poi non ti devi stupire se milioni di italiani, quella famosa terza dose, non la faranno mai. E quindi come ti regoli, li chiudi tutti in casa? Auguri. Già oggi, bar e ristoranti hanno dimezzato i clienti. E il settore turistico alberghiero (dell’Italia, notare) sconta perdite catastrofiche: all’appello manca l’80% del volume d’affari. La scuola? Nel caos: decine di migliaia di insegnanti in quarantena, benché sottoposti all’inoculo sperimentale mRna.Bella, la storia del siero magico. Non immunizza nessuno, ma ora viene imposto come Tso. E nel frattempo – storia ancora più bella – si continua a far finta che le normali cure non esistano: è l’unico sistema, per sperare di vedere ancora qualche ricovero. Per il Tar del Lazio, il protocollo-Speranza (Tachipirina e vigile attesa) è autolesionistico: è da pazzi impedire ai medici di curare i pazienti, usando i farmaci adatti in tempi ragionevoli. La sentenza è stata appena sospesa: ma per quanto, ancora, la verità potrà essere tenuta sotto il tappeto? Colombini cita il profeta supremo della sciagura mondiale, sua maestà Bill Gates. In tono più che dimesso, ha capitolato: abbiamo fallito, ha ammesso. La maggior parte della popolazione del pianeta non si è sottoposta ai nostri sieri e vede in opera un grande complotto. E vorrei vedere, chiosa Colombini: proprio Bill Gates aveva auspicano un bel taglio demografico, a nostre spese.In altre parole, il Grande Reset è abortito. C’è rimasto sotto solo l’Occidente, e neppure tutto. La stampa inglese ha appena dato risonanza all’ultima sortita ufficiale dell’Oms: i sieri genici C-19 non sono più necessari. Molti paesi europei – Spagna in testa – hanno voltato pagina. Solo Austria e Francia paiono voler seguire l’esempio italiano: il peggiore. Ma sembrano in preda, ormai, a una quasi-disperazione. Un’altra fetta di verità arriva, a valanga, dallo Spallanzani di Roma, che ha analizzato i dati di San Marino: il vaccino russo Sputnik (vaccino vero, in quel caso) funziona molto meglio dei sieri genici in circolazione da noi, e non crea nessun problema all’organismo. Alla fine del suo cupo regime, il dittatore rumeno Nicolae Ceaucescu lasciò il palazzo presidenziale scappando via con l’elicottero per sfuggire all’assedio popolare. Raccomanda Colombini: noi invece continuiamo così, stiamo fermi e rinunciamo al Green Pass. Semmai, ridiamogli in faccia. E’ quello che si meritano. «Oggi le sigarette, domani il vino e le mignotte: sono finiti». E buon Quirinale a tutti.(Giorgio Cattaneo, 21 gennaio 2022).«Se ora s’attaccano alle sigarette, e domani magari pure al vino e alle mignotte, vuol proprio dire che sono finiti». Sintesi perfetta, in idioma lucchese, firmata dal maestro Andrea Colombini, direttore d’orchestra. Con la sua infaticabile intelligenza e la sua verve sarcastica, Colombini dà voce all’anima della resistenza civile italiana di fronte al grottesco stritolamento delle libertà di tutti, inflitto (grazie anche a una buona dose di ottusità diffusa) con l’alibi della più grande “pandemia di asintomatici” della storia. Morale? Il governo dei pagliacci ora si appresta ad allestire l’apartheid del Tso anche per banche, sportelli pubblici, uffici postali e negozi, incluse le tabaccherie. Scelta davvero illuminata e strategica, per far perdere la pazienza ai santi: come se un genio del male si divertisse a mostrare l’infinita idiozia dei provvedimenti, inutilmente cattivi, improntati alla vessazione e alla persecuzione. Un po’ come quando i nazisti, ormai consapevoli di essere sconfitti – dice il musicista toscano – si ridussero a procurare il maggior danno possibile, per rabbia, di fronte a un destino ormai segnato.
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Verità e giustizia: è sempre giovane il sole della resistenza
Li allinearono all’alba, in montagna. Il comandante, Giulio Nicoletta (calabrese di Crotone, socialista, tenente dei carristi) spiegò loro che i nazisti avevano appena fucilato 51 ostaggi civili, giù a Cumiana. I prigionieri – Ss italiane e sottufficiali tedeschi – pensarono: ecco, ora ci fucilano per rappresaglia. E invece no: non vi fuciliamo, precisò il comandante, perché i vostri hanno in mano ancora cento ostaggi rastrellati per la strada. E non vi fuciliamo, soprattutto, perché non siamo bestie, noi. Lo scambio infine avvenne, e che scambio: militari contro civili inermi. Un anno dopo, a Torino – il 26 aprile, tra gli ultimi spari – il comandante si sentì chiamare. Erano loro, i prigionieri dell’anno prima. Ma ormai, vestiti anch’essi da partigiani. Abbiamo disertato, gli spiegarono, poco dopo esser stati rilasciati. Non erano bestie, nemmeno loro. E avevano imparato. Avevano anche visto che i partigiani rilucevano di una speciale bellezza giovane: ridevano. Quando potevano, nonostante tutto, suonavano e cantavano. Ballavano. Nel sangue avevano il futuro, non il lutto.Tachipirina e vigile attesa: per il Tar del Lazio, è stato folle impedire ai medici di curare i pazienti. Due anni dopo, gli inservienti del grande potere oscuro insistono: ai loro tirapiedi dei media fanno tuttora contare i contagi e possibilmente i ricoveri, senza mai ricordare che i protocolli per le efficacissime cure domiciliari non sono ancora stati varati. Se Conte poteva accampare qualche attenuante, raccontando la storiella della catastrofe inaspettata (e certo amplificata in ogni modo, anche dalla richiesta di evitare le autopsie), per Draghi non esistono alibi possibili. Alcuni legali, spiega Andrea Colombini, stanno predisponendo le denunce: concorso in strage colposa. Questo è il punto davvero dirimente, oggi oscurato dalla barzelletta dei non-vaccini (che non immunizzano nessuno). Non-vaccini che, per essere imposti, avevano bisogno esattamente di quello: di tanta inutile Tachipirina, di tanta pericolosa attesa. Lo hanno fatto, lo hanno rifatto, e continuano tuttora a farlo. Tanto, la colpa – per i telegiornali, per i ministri – è dei cosiddetti No-Vax, i renitenti al Super Green Pass.A proposito: secondo Confesercenti, nella sola Torino, la demolizione controllata dell’economia italiana (disposta dai signori che manovrano il governo Draghi) costa qualcosa con un milione e mezzo di euro al giorno. E il bello deve ancora arrivare, con l’ultima stretta in scadenza. Quanti sono, i cittadini muniti di terza dose? Non più del 35%, secondo lo stesso Colombini (una delle voci della resistenza civile). Per Michele Giovagnoli, altro esponente dell’Italia libera, sono 6,7 milioni le persone finora sottrattesi all’inoculo. Vanno sommate a chi ha subito la prima e la seconda dose, ma ora esitano di fronte alla terza: e infatti disertano bar e ristoranti (e domani, anche i negozi). Non sono tutti cretini: le ascoltano, le parole pronciate a Milano dal grande Luc Montagnier. Giovagnoli, che predica incessantemente la nonviolenza, paventa comunque il rischio di disordini entro febbraio. Spiega: la menzogna governativa è ormai talmente scoperta, e talmente persecutoria, da non poter produrre altro che rabbia e disperazione. Persino in un paese come il nostro, sempre riluttante di fronte alla possibilità di vere rivolte.Ben diverso, dice Michele, il caso della Francia: la sua rivoluzione cambiò il mondo. L’Italia sembra più immatura, più adolescente, anche se ha prodotto l’Impero Romano e quello vaticano, il Rinascimento, il fascismo e tante altre cose. Non è un caso – insiste Giovagnoli – che oggi il male infierisca sui due paesi europei storicamente dotati di maggior potenziale creativo, proprio mentre la Gran Bretagna festeggia la ritrovata libertà (zero restrizioni, nessuna emergenza sanitaria) e la stessa Spagna annunci di voler chiedere all’Ue di declassare il Covid, nella variante Omicron, al rango di semplice influenza, senza più alcun bisogno di politiche speciali. Da noi no, la musica è ben diversa: in attesa che la verità finisca di emergere anche ufficialmente, magari per via giudiziaria, questo potere colpevole e bugiardo (che la verità la conosce benissimo) va avanti per la sua strada, verso il baratro, sapendo di fare il male deliberatamente. Fino a quando? Già a luglio, si sbilancia Giovagnoli, assisteremo alle prime, grandi sorprese. In altre parole: la farsa ha ormai i mesi contati.Certo, agli italiani tocca soffrire ancora. Chi è riuscito a resistere al ricatto, oggi vede benissimo l’infinita debolezza (civile, politica) di chi invece all’estorsione ha ceduto: vede cioè che il ricatto aveva l’effetto magico di oscurare le cure, la drammatica necessità delle terapie. Cedere, in fondo, significava dire: vi diamo partita vinta, cose se davvero foste detentori di una parte di verità. Ma senza verità – ripeteva Giuletto Chiesa – non c’è alcuna possibilità di ottenere libertà e quindi giustizia. Proprio verso il raggruppamento di Ferruccio Parri (Giustizia e Libertà) inclinava la 43esima divisione autonoma della Val Sangone, sui monti fra Torino e Pinerolo. Era una specie di Cln in armi: la brigata garibaldina del padre di Piero Fassino convineva con quella (monarchica) del marchese Felice Cordero di Pamparato, nome di battaglia Campana, cui poi il capoluogo piemontese intitolò la storica sede universitaria delle facoltà umanistiche.Ebbi la fortuna di conoscere personalmente Giulio Nicoletta. Un uomo di pace, costretto dalla storia a fare il guerriero: scelto come comandante di divisione proprio per la sua capacità di conciliare anime tanto diverse. In casa, aveva conservato come una reliquia la pistola Luger avuta in dono dal generale delle Ss Peter Hansen, con il quale nel 1944 aveva trattato il rilascio degli ostaggi superstiti di Cumiana. Per sviare testimoni e interpreti, i due si erano parlati in latino. Ora l’ho capito, gli disse il generale, nella lingua di Cicerone: se fossi italiano – scandì – sarei anch’io partigiano. Prima regola: tirar fuori il coraggio. Mezzo secolo dopo, alla valle di quei combattenti, il Quirinale conferì una medaglia al valor militare. A una condizione: che nella cerimonia non pronuciassero mai la parola “fascismo”. Lo aveva imposto Oscar Luigi Scalfaro, spaventato dalla Lega di Pontida: la storia andava riscritta, per non rianimare il fantasma della guerra fratricida fra italiani. Me lo confidò lo stesso Nicoletta, con un groppo in gola, poco prima di prendere la parola, al sacrario dei loro caduti. Poi, quando toccò a lui, guardò in faccia il presidente Scalfaro. E vuotò il sacco: non era stata solo colpa dei tedeschi. Né si diventa partigiani per caso. Bisogna lottare, per la libertà. E qualcuno deve pur farlo.(Giorgio Cattaneo, 17 gennaio 2022).Li allinearono all’alba, in montagna. Il comandante, Giulio Nicoletta (calabrese di Crotone, socialista, tenente dei carristi) spiegò loro che i nazisti avevano appena fucilato 51 ostaggi civili, giù a Cumiana. I prigionieri – Ss italiane e sottufficiali tedeschi – pensarono: ecco, ora ci fucilano per rappresaglia. E invece no: non vi fuciliamo, precisò il comandante, perché i vostri hanno in mano ancora cento ostaggi rastrellati per la strada. E non vi fuciliamo, soprattutto, perché non siamo bestie, noi. Lo scambio infine avvenne, e che scambio: militari contro civili inermi. Un anno dopo, a Torino – il 26 aprile, tra gli ultimi spari – il comandante si sentì chiamare. Erano loro, i prigionieri dell’anno prima. Ma ormai, vestiti anch’essi da partigiani. Abbiamo disertato, gli raccontarono, poco dopo esser stati rilasciati. Non erano bestie, nemmeno loro. E avevano imparato. Avevano anche visto che i partigiani rilucevano di una speciale bellezza giovane: ridevano. Quando potevano, nonostante tutto, suonavano e cantavano. Ballavano. Nel sangue avevano il futuro, non il lutto.
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Come in cielo, così in terra: chi vuole la fine dell’Occidente
Sta finalmente fallendo, il disegno criminale del Reset della Verità? Ne è convinto Nicola Bizzi, co-autore e editore di “Operazione Corona”. Vero, l’Italia del “nuovo” Draghi si conferma il peggior paese-lager d’Europa, il più arcigno custode della menzogna sanitaria: mi ostino a non garantire terapie tempestive, in modo da costringere i malati a ricoverarsi, quando ormai si saranno aggravati. Per contro, il resto del mondo ormai parla tutt’altra lingua. Squillante il segnale da Londra: fine delle restrizioni, pretestuose e inutili. I maggiordomi di Davos, dice Bizzi, sono soltanto i ventriloqui di grandi poteri anche dinastici, come quello degli eredi Asburgo: ma a questo “asse del male” sono rimasti fedeli soltanto l’Unione Europea e il Vaticano, escluso dal Quantum Financial System, nuovo paradigma ancora piuttosto misterioso. Una rivoluzione finanziaria di cui ha parlato quasi solo Luca La Bella su “Database Italia”: in teoria, il Qfs sarebbe una leva capace di mettere in crisi la dominazione bancaria della moneta a debito, di cui proprio l’attuale premier italiano è uno dei frontman più vistosi e più carichi di colpe, anche recenti e recentissime.Storico e studioso di archeologia, Bizzi non teme di frugare nella mitopoiesi, alla ricerca di possibili indizi per scovare le ragioni dell’anomala fretta che sembra pervadere quell’élite planetaria che due anni fa aveva puntato tutto sulla psico-pandemia terroristica, per poi arrivare a tappe forzate alla civiltà orwelliana del microchip, cominciando dal Green Pass, passando per il congelamento dei governi in ossequio all’ambigua overdose di aiuti europei. Un cavallo di Troia – l’ideologia tecno-green – per fare del gretismo la nuova religione dogmatica del dominio fondato sull’emergenza permanente (non più sanitaria, ma climatica). Sotto questo aspetto, al governo Draghi non manca nulla: può contare sul profeta del 5G, Vittorio Colao, come pure sullo scienziato Roberto Cingolani, promotore del nucleare “verde” e dei nano-bot inoculabili e attivabili da remoto con le radiofrequenze. Lo stesso Cingolani ci ha appena illuminato sul grande rebus demografico del pianeta: la Terra sarebbe perfetta per ospitare tre miliardi di persone (ergo, almeno quattro miliardi di noi sarebbero di troppo).Di “depopolamento malthusiano” parlano apertamente le rosacrociane Georgia Guidestones, senza contare i pensatori-filantropi del calibro di Bill Gates. In Italia tiene ancora banco la storiella secondo cui il “vaccino” C-19 proteggerebbe almeno dagli effetti peggiori della patologia, mentre i media tacciono sui dati ufficiali emessi dalla famarcovigilanza dell’Ema, a fine agosto: 24.000 decessi poco dopo l’inoculo e 2 milioni di cittadini costretti a ricorrere a cure mediche, specie cardiologiche. Negli ospedali, nessuna differenza tra “vaccinati” e non. Dati ufficiali del Regno Unito: nelle terapie intensive, ogni 5 pazienti, ben 4 sono “vaccinati”. Nicola Bizzi prova a mappare il problema: l’imposizione dei sieri genici sperimentali investe quasi solo l’Occidente, più le sue propaggini post-coloniali in Oceania (Australia e Nuova Zelanda). Una sovrapposizione pressoché perfetta, rispetto alle inquietanti previsioni esibite nel 2017 dal sito statunitense “Deagel.com”, che – evocando fonti d’intelligence – prefigurava (non si sa in base a che cosa) un drastico crollo demografico per l’Europa Occidentale e gli Stati Uniti. Cioè: esattamente le aree sottoposte alle vessazioni sanitarie basate sull’inoculo genico.Lo stesso Bizzi riflette su un dettaglio: nel 2020 il presunto Covid-19 comparso a Wuhan esplose stranamente nella provincia di Bergamo, i cui abitanti furono sottoposti a mappatura genetica a tappeto quando gli inquirenti davano la caccia al killer di Yara Gambirasio. Quella di Bergamo è anche un’area fortemente inquinata, nonché affollatissima di antenne 5G. Non solo: nel 2019 la popolazione bergamasca fece registrare una specie di record, per l’inoculo dei vaccini antinfluenzali. Sempre a Bergamo intervenne la stranissima missione militare inviata dalla Russia: a fare cosa? Gli specialisti di Mosca, brigate addestrate a rilevare la presenza di armi non convenzionali – dice sempre Bizzi, citando un vescovo della Chiesa ortodossa russa – avrebbero individuato il rilascio (nell’aria, nell’acqua e sul suolo) di agenti tossici già noti e presenti negli arsenali “proibiti” di cui dispongono le superpotenze. Naturalmente, il report – trasmesso al governo Conte – sarebbe stato concordemente secretato. Onde per cui non è possibile ottenere conferme precise, neppure giornalistiche. Ma, come dire: la verità potrebbe essere custodita in cassaforte, come strumento di pressione.Addirittura spettacolare il recente ruolo della Russia nell’opporsi alla narrazione occidentale ancora dominante: prima il “niet” all’Onu sulla pretesa di trasformare la cosiddetta emergenza climatica in problema per la sicurezza internazionale, poi il declassamento del Covid come pericolo non più emergenziale. Oltre ad aver prontamente sdoganato il protocollo De Donno (plasma iperimmune) anche sotto forma di farmaci a base di anticorpi monoclonali, gli scienziati di Mosca hanno diffuso annunci espliciti: la variante Omicron sarebbe stata ingegnerizzata e rilasciata, a partire dal Sudafrica, per contagiare finalmente tutti e quindi immunizzare davvero la popolazione. Spiegano i virologi russi: da un lato sono stati inseriti elementi genici per velocizzare i contagi, dall’altro sono state rimosse le componenti responsabili delle complicanze polmonari. Risultato: la Omicron provocherebbe al massimo un forte raffreddore. Potrebbe essere lei il vero vaccino, ha sintetizzato lo stesso Putin: l’uscita, definitiva, dal delirio “pandemico”.Che l’Italia di Draghi sembri non accorgersene – boicottando ancora le cure precoci e le terapie domiciliari, in modo da reiterare il terrorismo sanitario per spingere i renitenti a capitolare, di fronte al ricatto “vaccinale” – non è che un dettaglio, l’ennesimo, destinato probabilmente ad aggravare in modo irreparabile le imputazioni di cui forse un giorno si occuperà il tribunale della storia. Intanto però le popolazioni occidentali marciano in direzione nettamente opposta: negli Usa, gli Stati trumpiani hanno stoppato il Tso ricorrendo alla magistratura federale, mentre mezza Europa si sta agitando in modo rumoroso, dalla tenace Germania fino alla Francia, che sconta l’insurrezione di mezzo Parlamento, contrario alle imposizioni all’italiana. In un modo o nell’altro, la sensazione è che l’uscita dal tunnel potrebbe essere prossima. Lo stesso Bill Gates – in qualità di tuttologo onnisciente – ha appena dichiarato che, ad aprile, lo spettro del Covid sarà solo un brutto ricordo. Sta davvero per crollare, l’immane impalcatura mistificatoria che ha provato a sequestrare il pianeta? E comunque: quale potrebbe esser stato il movente principale?La prima risposta è facile: estendere all’Occidente il modello sociale cinese. Libertà relativa, condizionata alla buona condotta del suddito: obbligato a circolare in eterno con il suo bravo Green Pass a punteggio. Sottolinea Bizzi: se il piano doveva essere globale (e infatti lo era) è già praticamente fallito, perché non puoi imporlo senza la Russia, senza metà degli Usa, senza l’India, senza il Brasile e senza il Sudafrica (la “patria” di Omicron, primo paese in assoluto ad abbandonare ogni misura restrittiva). Forse, però, l’immenso reticolo dove si intrecciano interessi plurimi e spesso insospettabili, di cui restano visibili solo le filiere terminali (il mega-business di Big Pharma), non basta – da solo – a spiegare l’accaduto. Specie in giorni in cui la Nasa, sconcertando molti, ha annunciato di aver “reclutato” 24 teologi per capire come preparare le masse all’eventuale (imminente?) contatto con entità aliene. Dal 2020, il tema ha cessato di essere relegato nella fantascienza: il Pentagono ha infatti ammesso l’esistenza degli Ufo, ribattezzati Uap.Studioso della tradizione misterica eleusina, lo stesso Bizzi prova a riassumere: da autori classici come Esiodo “sappiamo” che i Titani, progenitori mitologici di una parte dell’umanità, sarebbero stati sconfitti 20.000 anni fa dalle nuove “divinità”, quelle del pantheon greco dell’Olimpo. Per la mitologia di Eleusi, i Titani sarebbero sbarcati sul nostro pianeta 90.000 anni fa, trovandolo già popolato. Diecimila anni dopo, dalla loro centrale operativa (l’arcipelago Ennosigeo-Atlantideo) avrebbero “fabbricato” un particolare nostro antenato preistorico, l’Uomo di Cro-Magnon, i cui geni – pare – sarebbero all’origine dell’attuale uomo bianco occidentale. Quello letteralmente travolto, oggi, dalla follia Covid, e sottopposto alle peggiori angherie: fino all’imposizione ricattatoria del siero sperimentale Rna che, di fatto, interviene sul corredo genico della persona. Semplici suggestioni? Niente affatto, stando a illustri scienziati: non si contano più i medici che sostengono la potenziale pericolosità del preparato, i cui effetti a lungo termine non sono noti.Secondo voci di intelligence, poi, c’è chi teme che nel 2024 la Terra possa essere raggiunta da visitatori non desiderati: da qui l’improvvisa accelerazione della “disclosure” in corso, fino alle clamorose esternazioni del generale israeliano Haim Eshed: da trent’anni collaboriamo con razze aliene in un Federazione Galattica, che dispone di basi spaziali condivise. E se ad aver paura degli altri alieni in arrivo, presentati come “cattivi”, fossero proprio gli alieni che – secondo Bizzi e molti altri – reggerebbero segretamente la Terra da almeno 20.000 anni, attraverso i loro rappresentanti umani? In altre parole: si può immaginare una ipotetica correlazione tra l’apocalisse in corso e il timore per l’eventuale ritorno di entità ostili al dominatori occulti del nostro pianeta? E poi: c’è un nesso, tra la brutale persecuzione di noi occidentali e il possibile ritorno dei nostri “progenitori” titanici, largamente annunciato dalle profezie eleusine? Domande, certo: solo domande (fuori dalla portata, in ogni caso, di chi ancora crede a Babbo Natale e ai virologi televisivi).Qualcuno potrebbe dire: cerchiamo di non essere ridicoli, rincorrendo fantasie mitologiche e magari consolatorie, fuorvianti, letteralmente lunari. Per contro, cosa offre il menù della realtà quotidiana? Il tenore estetico della farsa è reso magistralmente dalle parole testuali del primo ministro, quello che vorrebbe finire al Quirinale: «Se non ti vaccini, muori e fai morire chi ti è accanto», ove peraltro il verbo “vaccinare” è utilizzato in modo sfacciatamente abusivo. Ora, sta forse compiendo la sua Opera al Nero, l’alchimista Draghi, propedeutica – per eterogenesi dei fini – alla riscossa coscienziale, e quindi poi anche politica e civile, che può scaturire solo dalla rivolta morale di fronte alla peggiore delle ingiustizie? Dettagli trascurabili, in fondo, in un teatro mondiale in cui compaiono problemi sanitari deliberatamente procurati, ma anche teologi e alieni, astronauti di ieri e di oggi. L’unica vera notizia forse è questa: una quota rilevante della popolazione ha saggiato la natura dell’attuale potere, e non vuole più averci a che fare. Ha aperto gli occhi, definitivamente: qualcuno ce l’ha con noi, proprio con noi occidentali.Sta finalmente fallendo, il disegno criminale del Reset della Verità? Ne è convinto Nicola Bizzi, co-autore e editore di “Operazione Corona”. Vero, l’Italia del “nuovo” Draghi si conferma il peggior paese-lager d’Europa, il più arcigno custode della menzogna sanitaria: mi ostino a non garantire terapie tempestive, in modo da costringere i malati a ricoverarsi, quando ormai si saranno aggravati. Per contro, il resto del mondo ormai parla tutt’altra lingua. Squillante il segnale da Londra: fine delle restrizioni, pretestuose e inutili. I maggiordomi di Davos, dice Bizzi, sono soltanto i ventriloqui di grandi poteri anche dinastici, come quello degli eredi Asburgo: ma a questo “asse del male” sono rimasti fedeli soltanto l’Unione Europea e il Vaticano, escluso dal Quantum Financial System, nuovo paradigma ancora piuttosto misterioso. Una rivoluzione finanziaria di cui ha parlato quasi solo Luca La Bella su “Database Italia”: in teoria, il Qfs sarebbe una leva capace di mettere in crisi la dominazione bancaria della moneta a debito, di cui proprio l’attuale premier italiano è uno dei frontman più vistosi e più carichi di colpe, anche recenti e recentissime.
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Bizzi: l’universo spazzerà via gli scarafaggi dell’Apocalisse
«La Bestia tanto attesa sta arrivando, ormai è qui». Emmanuel Macron parlava del Covid, ma nessuno ha potuto equivocare la suggestione maneggiata: quella dell’Apocalisse di Giovanni. Viene proprio da Parigi la “Porta dell’Inferno”, di ispirazione dantesca, cuore della mostra su Auguste Rodin che verrà inaugurata alle Scuderie del Quirinale proprio il 15 ottobre, in coincidenza con l’entrata in vigore del Green Pass esteso a tutti i lavoratori italiani. L’intento simbolico sembra palesemente sinistro: prospettare “l’inferno” per tutti, sempre alimentando una tetra visione apocalittica ormai costellata di mille segni infausti e minacciosi, copiosamente mutuati dalla trita simbologia del satanismo. Il che, però – obietta Nicola Bizzi – dimostra solo di che pasta è fatta e in cosa crede, l’élite “nera” che s’è inventata l’Operazione Corona. Un piano devastante, secondo Bizzi destinato a fallire rovinosamete: i suoi stessi esecutori, sottolinea lo storico fiorentino, sanno benissimo che si sta avvicinando l’immane rivolgimento cosmico che cambierà i destini della Terra.«Non avranno scampo: finiranno in galera», profetizza Bhante Dhammasila, monaco buddista dell’antica tradizione Theravāda, ospite della trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi” condotta da Tom Bosco con Matt Martini e lo stesso Bizzi. Ordinato nello Sri Lanka, Dhammasila (“verità e disciplina morale”) è un “operatore spirituale” di primissimo piano, nel mondo buddista. All’anagrafe risponde al nome di Silvio Strano, e vanta un impressionante currulum culturale: laureato a pieni voti in filologia tedesca e spagnola a Messina, nonché in lettere classiche con indirizzo archeologico a Roma, si è specializzato con un master in beni archeologici alla Sapienza e un altro master (management degli enti locali) a Reggio Calabria. Ha studiato, insegnato e svolto attività di ricerca in varie università italiane, tedesche (Ingolstadt) e spagnole (Barcellona). Grazie ai suoi studi anche esoterici padroneggia alla perfezione il linguaggio meno esplicito del potere, quello simbolico e cifrato, ormai però chiaramente leggibile.«Non si nascondono più, hanno sdoganato i loro rituali: ora ci sbattono direttamente in faccia quello che fino a ieri veniva fatto passare in modo subliminale». Macron e la Bestia in arrivo? «Vergognoso e inquietante. Ma credo che quella Bestia tanto decantata arriverà per loro: così come sarà per loro che si aprirà quella porta collocata alle Scuderie del Quirinale, l’inferno dantesco di Rodin. Pensano che la gente non se ne accorga, ma hanno fatto i conti senza l’oste: c’è una parte di umanità meno dormiente, che si è accorta di quello che ci stanno facendo». Ergo: «E’ giunto il momento di aprire gli occhi, tutto questo dev’essere assolutamente confinato: non è più tollerabile – dice ancora Dhammasila – assistere a queste espressioni di satanismo, a questo pugno dato continuamente in faccia alla popolazione mondiale». L’elenco è lungo: dall’increscioso show “pandemico” messo in scena nel 2012, in occasione della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra nel 2012, fino alla scultura del caprone installata a Milano, lo scorso aprile, in piazza Gae Aulenti.Una maratona di orrori, che passa per «lo spettacolo osceno dell’inaugurazione della galleria del Gottardo nel 2016», cui si aggiunge «l’installazione del Moloch al Colosseo nel 2019» e infine «l’imbarazzante presepe 2020 a piazza San Pietro», affollato di astronauti e divinità cornute. Come dire: la Porta di Rodin è solo l’ultimo atto di una sorta di sinistro rituale a puntate. In particolare, per Matt Mattini, l’apertura della Porta dell’Inferno vorrebbe essere anche «un’operazione di magia nera, sincronizzata con precisi passaggi astrologici e un particolare indice ciclico planetario». Una cerimonia per “accogliere” – nel segno dell’inferno, appunto – l’avvento del “lasciapassare verde” esteso in modo universale. E’ evidente come si intenda mettere in scena, in modo sfacciato, l’estetica apocalittica della tradizione cristiana. E non solo in Italia: la Slovenia ha appena imposto l’obbligo del Green Pass persino per accedere ai negozi e fare la spesa.«Nelle intenzioni dei promotori – dice Martini – quella che Diego Fusaro chiama “l’infame tessera verde” non sembra essere altro che il “marchio della Bestia”, evocato nell’Apocalisse: marchio senza il quale – è scritto – non si potrà più né vendere, né comprare». Il piano-Covid è stato convalidato dal Dalai Lama e da Bergoglio, nel frattempo scomunicato e colpito dall’anatema delle Chiese orientali. Ma, nonostante la morte sospetta di personaggi come Gangchen Tulku Rinpoche, «notissimo Lama guaritore che si opponeva alle forze oscure che manipolano le coscienze spaventandole con l’eggregore nero che sta dietro al Covid», gli architetti del disastro umanitario non rusciranno a prevalere, secondo gli osservatori de “L’Orizzonte degli Eventi”. E’ vero, ammette Martini, nel frattempo dovremo soffrire ancora: «Se usiamo la raffigurazione del Tao, siamo alla massima estensione del campo nero, che riduce a un’esigua luce il campo bianco: quello che viviamo è il momento di massima oscurità».Lo stesso Dhammasila indica altri segni esibiti in questi giorni: dalle modelle sfilate a Cannes («la donna-grafene, tutta nera e coi tentacoli, e la donna-ragno, senza più occhi») alla stessa Greta Thunberg, che il “Guardian” utilizza per una copertina inquietante, coprendole il lato destro del volto con una colata nera di petrolio. Greta, cioè «la bimba che utilizzano come mascotte per questo ipocrita piano “ecologico” di finta salvezza del pianeta». Eppure, dice il monaco-filosofo, non ce la faranno: «A questi demoni non sarà consentito di portare a compimento la loro agenda criminale: faranno nuovi danni e lasceranno altre macerie, ma il loro progetto apocalittico, nutrito di satanismo, svanirà nel nulla». Ne è certo anche Nicola Bizzi, che dice: «Ci stiamo approssimando, astrologicamente, a un giro di boa che sta provocando qualcosa di veramente incredibile».«A volte sorrido, nell’osservare questi fanatici dell’Apocalisse», premette Bizzi: «Li vedo come piccoli uomini, granelli di sabbia che si arrogano il diritto di manifestare il loro Anticristo, il loro demone, la loro malvagità». Ma attenzione: «L’universo è infinito, grande e potente: potrebbe mai prendere davvero in cosiderazione questi insignificanti, piccoli uomini?». Insiste lo storico: «Siamo a un giro di boa determinate, che per il nostro pianeta potrebbe comportare un grande balzo evolutivo. Un salto quantico, una vera evoluzione della coscienza: qualcosa che si verifica solo ogni 26.000 anni. E loro lo sanno. Proprio per questo vogliono consolidare il loro marcio potere: per essere come quell’élite che si impose 12.000 anni fa, quando la civiltà umana finì sommersa dai cataclismi innescati da impatti cometari». Quelli che oggi mettono in scena l’arrivo imminente «del loro Anticristo, del loro avatar», in realtà «sono gli eredi di quei sacerdoti-scienziati che 12.000 anni fa emersero dalle ceneri, dal fango di un’umanità che era collassata».Sacerdoti-scienziati che «pretesero di gestire la ricostruzione, il nuovo mondo, che da allora infatti hanno ininterrottamente gestito. Ma restano piccoli uomini, granelli di sabbia infinitesimali». La Porta dell’Inferno? Mezzucci: si illudono di sprofondarci nella sottomissione, ma falliranno. E a proposito, segnala Bizzi: «Sono lieto che decine di migliaia di persone, sui social, abbiano risposto al mio appello: mettere in evidenza la Porta del Paradiso, che orna il Battistero di Firenze». Addirittura, è previsto che in migliaia, il 15 ottobre, la visiteranno. «Non che io creda nel paradiso cattolico, beninteso», premette lo storico, di religione eleusina. Però, aggiunge, «questo gesto simbolico è una risposta all’eggregore malvagia: perché i gestori attuali del potere sono malvagi fino al midollo, fin nel profondo dell’anima (che non hanno)».Sono pericolosi? Certamente: lo si è visto. E ce ne daranno ulteriori dimostrazioni. Basta però non fraintendere la portata effettiva della loro manipolazione simbologica. «Ritengo che le loro azioni “magiche” siano decisamente sopravvalutate», sostiene Bizzi. «So benissimo che utilizzano anche l’astrologia, insieme alla magia, per ogni loro azione: ogni seduta del governo viene pianificata in base all’astrologia, ogni introduzione di un decreto legge, anche la data di pubblicazione di una legge sulla Gazzetta Ufficiale. Tutto viene ponderato sulla base di calcoli astrologici. E questo è normale, perché loro ritengono – in questo modo – di tutelarsi». Ma, sempre secondo Bizzi, stanno già pensando al dopo: «Sanno benissimo che arriverà qualcosa di epocale. E si illudono di mantenere (anche dopo) il loro potere, sperando di ricostruire dalle ceneri un’umanità secondo i parametri della loro malvagità, del loro egoismo, della loro frustrazione».La verità è che, oggi, «stiamo andando incontro a un ciclo cosmico persino superiore, come impatto, a quello di 12.000 anni fa. Siamo veramente a una svolta, nella galassia. E secondo me – sottolinea Bizzi – questi piccoli insetti, questi scarafaggi, saranno veramente spazzati via come fuscelli». Insiste lo storico: «Saranno spazzati via dal fango, dalle macerie che loro stessi avranno creato. Ci saranno lutti e dolore, come profetizzato da Rasputin per l’Italia nel lontano 1916?». Cent’anni fa, il controverso consigliere dell’ultimo Zar “vide” un futuro in cui, letteralmente, «i cieli avranno l’alito della morte e le fonti non daranno più che acque amare». Acque «più tossiche del sangue marcio del serpente». Impressionante, certo: «Gli uomini allora moriranno di acqua e di aria, ma si dirà che sono morti in seguito a malattie cardiache o polmonari». Sembrano parole scritte oggi, in piena Era Pandemica, sotto cieli inquinati dalle scie rilasciate dagli aerei.Scrisse ancora Rasputin: l’Italia finirà stritolata da lotte intestine, e l’umanità «sarà schiacciata dal frastuono dei pazzi e dei malfattori: la saggezza sarà messa in catene, e saranno l’ignorante e il prepotente a dettare legge». Ancora: «Il sangue scorrerà a fiumi, nella Roma dei Papi e dei lestofanti». Il monaco visionario parlava di una rivolta sanguinosa, al termine della quale «un uomo venerando sarà trascinato per le strade», su cui rimarranno «lembi della sua pelle». E solo allora «si scoprirà che l’uomo venerando era in realtà un serpente». Rasputin parla della «santa insurrezione del popolo contro il lupo famelico vestito da agnello». Curioso, annota Matt Martini: il lupo vestito d’agnello è proprio il simbolo della Fabian Society, molto influente – attraverso politici di sinistra – nella gestione italiana dell’Operazione Corona. Nicola Bizzi, però, invita a non lasciarsi condizionare da certe suggestioni: «Vorrei lanciare un messaggio ottimistico: so che la forza dell’universo è molto superiore al potere di questi miserabili».«La Bestia tanto attesa sta arrivando, ormai è qui». Emmanuel Macron parlava del Covid, ma nessuno ha potuto equivocare la suggestione maneggiata: quella dell’Apocalisse di Giovanni. Viene proprio da Parigi la “Porta dell’Inferno”, di ispirazione dantesca, cuore della mostra su Auguste Rodin che verrà inaugurata alle Scuderie del Quirinale proprio il 15 ottobre, in coincidenza con l’entrata in vigore del Green Pass esteso a tutti i lavoratori italiani. L’intento simbolico sembra palesemente sinistro: prospettare “l’inferno” per tutti, sempre alimentando una tetra visione apocalittica ormai costellata di mille segni infausti e minacciosi, copiosamente mutuati dalla trita simbologia del satanismo. Il che, però – obietta Nicola Bizzi – dimostra solo di che pasta è fatta e in cosa crede, l’élite “nera” che s’è inventata l’Operazione Corona. Un piano devastante, secondo Bizzi destinato a fallire rovinosamente: i suoi stessi esecutori, sottolinea lo storico fiorentino, sanno benissimo che si sta avvicinando l’immane rivolgimento cosmico che cambierà i destini della Terra.
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Maggiani: libertà, è la legge che batte nel nostro cuore
“Il cavaliere dell’eterna gioventù seguì, verso la cinquantina, la legge che batteva nel suo cuore”. E’ un verso del poeta Hikmet, il poeta turco rivoluzionario che ha passato più vita in galera che libero. Ed è l’origine del titolo, “L’eterna gioventù”, della mia storia. E’ l’eterna gioventù di chi vive per la vita, di chi vive le epoche della storia sapendo che la sua missione di umano, la sua missione di cavaliere (perché è Don Chisciotte, il cavaliere dell’eterna gioventù) è quella di continuare indefesso. Sempre, fino alla fine, e la fine non arriverà mai: non ci sarà mai, una fine, perché la storia non ha mai fine. La sua missione è quella di continuare a seguire la legge del suo cuore. La legge che lo vuole rivoltoso, che lo vuole ostinato rivoltoso contro il sopruso, contro la servitù, contro la stupidità, contro l’oppressione. Questo libro è dedicato ai perseveranti. Io conosco i perseveranti: ho avuto la gioia e l’onore di conoscerne tanti, nella vita. Io stesso vorrei potermi dire un perseverante.I perseveranti sono quelli che vivono le epoche, le stagioni, gli anni della vita senza mai retrocedere dai principi che li guidano, dalla legge che batte nel loro cuore. I perseveranti sono i retti, sono i giusti, sono gli indomiti, sono i coraggiosi. Ma sono anche gli allegri, i gioiosi: che attraversano le epoche sapendo di lavorare per la vita, e mai per la morte. Io ho raccontato questa storia per noi, per me e per voi. Per noi che ci sentiamo sconfitti, che ci sentiamo derubati, che ci sentiamo annientati dallo strapotere del vincitore: il potere assoluto che governa ogni cosa della nostra vita. Governa addirittura i nostri sogni: sa come reprimerli, sa come cacciarli in un angolo buio dove fatichiamo anche noi a cercarli e a trovarli. E ci porta via una cosa che è preziosa. E’ preziosa, per la nostra vita. E’ preziosa per vivere, non per sopravvivere: ci porta via le nostre storie. Come possiamo, senza le nostre storie? Senza le nostre leggende…Le leggende che hanno tenuto assieme i nostri padri, i padri dei nostri padri: tenuti assieme in una storia comune, in un’identità comune, universale. Le nostre storie: le storie dei nostri eroi. Le storie degli eroi che sono dimenticati, o che non hanno mai avuto voce, ma che sono vissuti, che vivono, che stanno vivendo. Anche questa è un’epoca di eroi. Solo che è difficile trovarli, nella melma in cui, come in un girone dell’inferno, il potere degli usurpatori ci vuole tenere. Io credo che la mia storia sia un dovere civile (averla scritta e raccontata): il dovere – per quello che posso, e non è tanto – di ricostruire una delle molte leggende. Tenere assieme le molte storie che conosco, che mi sono state raccontate. Tenerle assieme alle mie storie, alle storie nostre.Ho raccontato una storia molto lunga, che comincia “nel fosco fin del secolo morente”, alla tragica fine del XIX secolo, e arriva a domani. Perché sì: perché c’è un domani, nella storia. Perché c’è un domani per me, c’è un domani per noi, c’è un domani per voi. C’è, ci deve essere. E le nostre storie servono a farci camminare a testa alta. Servono a farci essere felici di ciò che siamo: felici di una cosa forse terribile, ma vera e sacrosanta. Cioè: felici di combattere, sapendo che possiamo essere sconfitti, ma sapendo che la storia non finisce mai. Mai: l’ultimo atto non è stato ancora scritto. E non è detto che si possa vivere sempre e solo nella sconfitta: si può vivere anche nelle vittorie. E’ possibile. E’ quello che possono fare gli umani. E’ quello che possiamo fare noi.Io non posso convincervi a leggere la mia storia. Posso solo convincervi a questo: a partecipare, nelle vostre storie. E se sono anche le mie, allora lo facciamo assieme: partecipare di una storia comune, mettere insieme i brandelli dispersi delle grandi, grandi vite che ci hanno preceduto, e delle grandi vite che ancora stiamo vivendo. Tornare a mettere insieme la grande leggenda degli uomini liberi. La grande leggenda che vive nella storia. Le leggende non sono favole. Le leggende sono grandi storie dentro la storia, che vivono della storia e sono più grandi, anche, della storia. Perché la storia scritta nei manuali non può (e a volte non vuole) contenere le vite, ma solo i documenti, solo gli oggetti, solo le cose morte che restano per poter essere compulsate e poter essere indagate. No, la storia è fatta delle vite. E ogni vita è una grande vita. E mettere assieme grandi vite è mettere assieme una grande leggenda: la nostra grande leggenda.(Maurizio Maggiani, video-presentazione del suo ultimo romanzo, “L’eterna gioventù”, appena uscito per i tipi di Feltrinelli).“Il cavaliere dell’eterna gioventù seguì, verso la cinquantina, la legge che batteva nel suo cuore”. E’ un verso del poeta Hikmet, il poeta turco rivoluzionario che ha passato più vita in galera che libero. Ed è l’origine del titolo, “L’eterna gioventù”, della mia storia. E’ l’eterna gioventù di chi vive per la vita, di chi vive le epoche della storia sapendo che la sua missione di umano, la sua missione di cavaliere (perché è Don Chisciotte, il cavaliere dell’eterna gioventù) è quella di continuare indefesso. Sempre, fino alla fine, e la fine non arriverà mai: non ci sarà mai, una fine, perché la storia non ha mai fine. La sua missione è quella di continuare a seguire la legge del suo cuore. La legge che lo vuole rivoltoso, che lo vuole ostinato rivoltoso contro il sopruso, contro la servitù, contro la stupidità, contro l’oppressione. Questo libro è dedicato ai perseveranti. Io conosco i perseveranti: ho avuto la gioia e l’onore di conoscerne tanti, nella vita. Io stesso vorrei potermi dire un perseverante.
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Bio-tracciamento universale, il Green Pass è solo l’inizio
C’è un filo rosso che unisce pandemia, vaccinazione, Green Pass e 5G all’Identità Digitale Universale, ID2020, riservata entro dieci anni ad ogni essere umano vivente sul pianeta. Esistono precise agende e organismi che, di ID2020, hanno programmato organizzazione e obiettivi: è tutto alla luce del sole, senza complotti e senza misteri. Questi i fatti salienti, dei quali dovrete necessariamente tenere conto. Si tratta di un progetto, redatto da organizzazioni non governative, organico all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e ai successivi sviluppi. Il Green Pass – che, come i fatti dimostrano, si sta espandendo a sempre più categorie – altro non è che un graduale, progressivo avvicinarsi alla attribuzione della Identità Digitale Universale. Si tratta di un codice unico universale, della evoluzione tecnologica dei documenti di identificazione che abbiamo sempre avuto: patente, carta d’identità, codice fiscale, passaporto, e così via.Il Green Pass, divenuto finalmente ID2020, non sarà più discriminatorio: perché tutti ne saranno in possesso; cadrà quindi questa inutile pregiudiziale. L’identità digitale diverrà il passo ineludibile, per ottenere la piena cittadinanza. Certamente, restringerà in assoluto le maglie del controllo, perché traccerà tutti gli aspetti della nostra esistenza, 24 ore su 24: dal battito del cuore al conto in banca, dai gusti sessuali al colore della ultima t-shirt acquistata online. ID2020 è parte integrante dell’operazione Grande Reset, detto anche Quarta Rivoluzione Industriale. Garantirà il controllo capillare, in tempo reale – via 5G, “l’Internet delle cose” (umane) – di ogni individuo: geolocalizzazione, spostamenti, dati biomedici, sociali e finanziari. La figura di Vittorio Colao nel governo non è casuale, come non sono casuali la sua amicizia con Bill Gates, la sua organicità al Gavi (l’alleanza vaccinale) e le sue esperienze tecnologiche in Vodafone.L’ID2020 è doverosamente legato alla vaccinazione universale, perché il tracciamento è realizzato attraverso nanoparticelle e punti quantici indiettati direttamente col siero. Questo spiega il motivo della psico-pandemia Covid, artatamente creata per convincere e costringere la massa ad accettare questo trattamento. Per il controllo dell’animale umano si tratta di una assoluta necessità, visto il numero della popolazione, più simile a una colonia di formiche che a un branco di scimmie. Sarà inevitabile accettarlo, pena l’esclusione dal consorzio civile. A questo ci dobbiamo rassegnare, a meno che non si organizzi una sanguinosa rivolta: ipotesi assolutamente improbabile, vista la natura docile, paurosa e sottomessa della madria umana. Nascerà così la post-umanità, il simbionte da tempo preconizzato.ID2020 è una organizzazione non governativa; un consorzio pubblico-privato, nato tra corporazioni globaliste, associazioni non-profit e istituzioni. I soci fondatori sono Microsoft, Rockefeller Foundation, Gavi, Accenture e Ideo-Org, con alleanze allargate ad altre corporazioni tecnologiche e Ong. Nato nel 2015, il progetto venne presentato l’anno successivo alle Nazioni Unite, nell’ambito del “Sustainable Development Goal”, parte integrante della più vasta Agenda 2030 dell’Onu. ID2020 è inoltre collegato all’agenda dell’Oms “Immunization 2030” che vide l’Italia capofila, firmataria a Washington nel 2017 della “Global Health Security Agenda”, sottoscritta da Beatrice Lorenzin (allora ministro della salute) il presidente Barack Obama. Firma che, come tutti ricorderanno, portò all’approvazione dei 12 vaccini pediatrici obbligatori.L’azione di ID2020 si basa sul presupposto, totalmente inventato, che tutti gli umani hanno diritto all’identità digitale, sottolineando come – nel mondo – ancora una persona su sette non disponga di documenti identificativi, e come i documenti di identità comunque esistenti siano arcaici, inadeguati e non sicuri, quindi non idonei. ID2020 persegue il rilascio di un codice unico universale, collegato sin dalla nascita alla certificazione vaccinale. Si è creata, a questo proposito, la “ID2020 Alliance”, nella quale il registro vaccinale diviene la piattaforma biomedica di ogni operazione successiva. Il tutto, garantito da un sistema blockchain. I punti quantici e le nanoparticelle iniettate coi vaccini, una pratica già in uso da almeno dieci anni, registrano e trasmettono le nostre condizioni biologiche, ci geolocalizzano e tracciano ogni nostra minima attività (di studio, di lavoro, di consumo, di socializzazione). I dati sono trasmessi – in tempo reale, via 5G – alle Big Data Bank, ma sono rilevabili sempre e comunque anche con banalissimi dispositivi smartphone. L’obiettivo evidente è il tracciamento (e quindi il controllo, attraverso sofisticati e potentissimi algoritmi) di ogni individuo presente sul pianeta.(Giovanni Angelo Cianti, “Si scrive Green Pass, si legge ID2020”, video-messaggio pubblicato su “Rumble” il 24 agosto 2021).C’è un filo rosso che unisce pandemia, vaccinazione, Green Pass e 5G all’Identità Digitale Universale, ID2020, riservata entro dieci anni ad ogni essere umano vivente sul pianeta. Esistono precise agende e organismi che, di ID2020, hanno programmato organizzazione e obiettivi: è tutto alla luce del sole, senza complotti e senza misteri. Questi i fatti salienti, dei quali dovrete necessariamente tenere conto. Si tratta di un progetto, redatto da organizzazioni non governative, organico all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e ai successivi sviluppi. Il Green Pass – che, come i fatti dimostrano, si sta espandendo a sempre più categorie – altro non è che un graduale, progressivo avvicinarsi alla attribuzione della Identità Digitale Universale. Si tratta di un codice unico universale, della evoluzione tecnologica dei documenti di identificazione che abbiamo sempre avuto: patente, carta d’identità, codice fiscale, passaporto, e così via.
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Vaccini, o niente libertà: perché vivere nella menzogna
Vivere nella menzogna quotidiana? Accade da sempre nelle dittature, di qualsiasi colore: la verità ufficiale è lontanissima da quella che i cittadini assaggiano, dal mattino alla sera, toccando con mano il fatto che non è affatto vero che un giorno “spezzeremo le reni alla Grecia”, o che “il partito, cioè il popolo”, lavori incessamente per la felicità di tutti. Provoca un leggero sconforto scoprire che le mitiche Riaperture del governo Draghi alle soglie dell’estate 2021 siano ancora più timide, deludenti e tardive di quelle concesse dalla graziosa signoria del Ceffo col Ciuffo, nel fatidico maggio 2020, quando il paese – ancora frastornato dal carosello delle bare di Bergamo – era appena uscito dall’ecatombe, aggravata dalle inaudite negligenze dei gestori dell’emergenza: il piano pandemico rimasto in un cassetto, le autopsie proibite, le terapie ospedaliere sbagliate, le misure di prevenzione e profilassi disincentivate. E poi le cure salva-vita: rapidamente scoperte e subito negate, in omaggio al grandioso copione della paura.Come ricorda l’esemplare reportage di Massimo Mazzucco sulle terapie “proibite”, sistematicamente boicottate dalla burocrazia sanitaria (per poter raccontare che non c’era alternativa al vaccino, che in presenza di farmaci efficaci non si sarebbe mai potuto autorizzare in tempi così brevi), l’aver privato migliaia di pazienti della possibilità di venir guariti in pochi giorni ne ha dilatato le sofferenze, e in molti casi ne ha probabilmente causato addirittura la morte. Tachipirina e vigile attesa? Il fatto che non si tratti di uno scherzo, o di un brutto sogno, lo conferma la permanenza – sulla sua poltrona – dello stesso ministro che per un anno intero ha remato contro la guarigione, con ogni mezzo, dando quasi l’impressione di divertirsi a opprimere la popolazione, soffocandola a colpi di divieti insensati. L’intera narrazione panica, prescritta a livello mondiale dalla Compagnia della Buona Morte – distanziamento e mascherine, lockdown e zone rosse – oggi emerge in tutta la sua maleodorante consistenza: una frode mostruosa, dolosamente riversata sulla nuda verità della strage.La truffa dei tamponi, la guerra all’idrossiclorochina basata sull’imbroglio: esalano miasmi irrespirabili, tra le macerie dell’impostura internazionale che nel 2020 scelse proprio l’Italia di Giuseppe Conte come paese ideale, per fare da apripista e sprofondare nel fango l’intero Occidente democratico. Nel mirino, le nazioni ancora dotate di libertà di voto e di parola, sia pure sapientemente pilotate da ombrose oligarchie in grado di decretare successi e fallimenti, crisi e catastrofi, ascese e cadute di questo o quel partito, anche attraverso la soffocante narrazione falsificata del Telegiornale Unico, megafono perfetto della Verità Unica della Scienza, vero e proprio mostriciattolo grottesco, utile per testare l’estinzione dell’opinione pubblica fondata sul pensiero critico. Nuova terribile religione, quella dello scientismo prezzolato, comparsa per la prima volta, nella storia moderna, con l’intenzione di restare qui a presidiare saldamente l’oggi e il domani, con i suoi dogmi da straccioni della conoscenza e la sua vocazione totalitaria, tendenzialmente terroristica.Nel 2020 seriva un valletto, per dirigere il coro e imporre tutto questo: era perfetto, l’infimo Conte venuto dal nulla, per ottenere l’impossibile a colpi di decreti, emanati col favore delle tenebre. Serviva un grande paese come l’Italia per dimostrare al resto dell’Europa che l’impensabile sarebbe stato praticabile, e che sarebbe stato addirittura agevole sospendere libertà e democrazia senza suscitare rivolte, e nemmeno proteste, vomitando una narrazione bugiarda destinata a produrre paura e rassegnazione, fino a trasformare i cittadini in pecorelle. Da qualche mese, alla guida dell’esecutivo non c’è più nessun valletto: l’attuale capo del governo – insediato improvvisamente in base a logiche imperscrutabili, attraverso un’operazione di palazzo – ha l’aria di muoversi come uno statista, anche sul piano internazionale, riuscendo a pronunciarsi sulla filosofia della governance europea e sulle spinose faccende del Mediterraneo. Utilizza il suo intatto prestigio per farsi ascoltare, riuscendovi, nel tentativo di sfrattare gradualmente l’autoritarismo per fare posto finalmente all’autorevolezza.Il salto è abissale, tra il piccolo valletto e il grande tecnocrate: voce ferma, anziché striduli annunci di promesse ridicole, mai mantenute, nell’ammorbante zona grigia infestata di figure impresentabili che adesso, una alla volta, il nuovo capo sta allontanando dal potere. La sensazione netta è che qualcuno, lassù, abbia giocato il tutto per tutto – puntando proprio sull’Italia massacrata dai mandanti di Conte – per provare a ribaltare il tavolo, cambiando prospettiva, nella speranza di invertire le sorti della guerra vera: quella contro il grande nemico, i signori dell’austerity, di cui la cosiddetta pandemia (la sua gestione tirannica) è solo l’ultimo capolavoro, il peggiore di tutti, dopo i golpe e gli attentati, le rivoluzioni colorate, la colonizzazione universale della scuola, dell’editoria, dei media, fino ad arrivare ai recentissimi terrorismi, quello finanziario e quello stragistico, in una cornice di conflitti scandalosamente attivi, permanenti, a disegnare un orizzonte di degrado e sofferenza spacciato per inevitabile, orrenda normalità.La morte lenta del pensiero politico, si dice, ha preceduto tutte le altre morti degli ultimi decenni, fino a piegare l’Occidente: se il paradigma-Covid doveva servire a metterlo in ginocchio definitamente, cominciando proprio dall’Italia, non si può fare a meno di notare che, sempre dal nostro paese, impegnando uno dei suoi pesi massimi, una parte del grande potere (quella non complice, rispetto all’Operazione Corona) abbia inteso affarmare l’intenzione di muovere guerra, alla lunga guerra contro i popoli condotta dall’oligarchia neoliberale. Queste, in teoria, le premesse sottostanti all’avvento governativo dell’ex capo della Bce, alle prese con una missione virtualmente epocale: rimediare al disastro provocato dalla banda-Covid, annullando i veri obiettivi dell’operazione. Che erano chiari: colpire l’economia in modo mortale, con i lockdown, e spezzare la resistenza democratica della società, terrorizzandola e sottoponendola a vessazioni medievali, per la prima volta imposte nell’era postmoderna.Viene da domandarsi per quali linee strategiche intenda muoversi, l’ipotetico Piano-B, e a quale prezzo, con quali potenti partner (non ancora pienamente manifesti, dietro le ambigue parole d’ordine come la “resilienza”, la palingenesi ultra-digitale del mondo post-industriale e per nulla piacevole che affiora dalle visioni offerte a Davos). Mentre ancora si finge di combattere il Covid con le restrizioni, non è nidito l’orizzonte nel quale si configurerà il Grande Reset, nella versione che Mario Draghi sembra apprestarsi a recitare. Non è chiaro a quali condizioni si vorrebbe traghettare l’Italia nel post-coronavirus, verso quale nuova organizzazione sociale, sia pure alimentata dalla nuova linfa di chi sembra deciso a chiudere per sempre l’oscura stagione del rigore, attraverso cui poche mani sapienti hanno riconfigurato l’identità stessa della società occidentale, togliendole il sorriso e la voglia di metter su famiglia. Di che pasta sia fatto, quel potere, lo dimostra oggi la barbarie di una Germania in cui Angela Merkel autorizza la polizia a entrare nelle case, senza un mandato, criminalizzando i sudditi come potenziali untori pandemici.L’unica sgradevole evidenza, per ora, riguarda il cedimento alla somma menzogna dei vaccini, spacciati come unico possibile elisir per riconquistare la perduta libertà, a fronte di una patologia facilissimamente curabile con svariate terapie dall’effetto praticamente immediato. Al fatale inoculo messianico, spiega Mazzucco, si doveva arrivare ad ogni costo, negando l’evidenza e mortificando i successi dei migliori medici. Se ora il vaccino diventa il lasciapassare ricattatorio per tornare in possesso dei propri diritti, la genuflessione pubblica alla falsa religione scientista – così come l’accondiscendenza di fronte alle bugie sanitarie alla base delle perduranti restrizioni – ha l’aria di essere un rischioso pedaggio, concordato: lo scotto da pagare per provare a uscire dalla Grande Guerra. L’ingiustizia sociale della politica in vigore – vaccini, o niente riaperture – offre la misura, probabilmente, delle difficoltà dell’impresa, data l’estrema pericolosità di un nemico che, nell’ultimo mezzo secolo, ha conquistato ogni spazio e piegato qualunque resistenza per affermare il suo progetto di dominio.Vivere nella menzogna quotidiana? Accade da sempre nelle dittature, di qualsiasi colore: la verità ufficiale è lontanissima da quella che i cittadini assaggiano, dal mattino alla sera, toccando con mano il fatto che non è affatto vero che un giorno “spezzeremo le reni alla Grecia”, o che “il partito, cioè il popolo”, lavori incessantemente per la felicità di tutti. Provoca un leggero sconforto scoprire che le mitiche Riaperture del governo Draghi alle soglie dell’estate 2021 siano ancora più timide, deludenti e tardive di quelle concesse dalla graziosa signoria del Ceffo col Ciuffo, nel fatidico maggio 2020, quando il paese – ancora frastornato dal carosello delle bare di Bergamo – era appena uscito dall’ecatombe, aggravata dalle inaudite negligenze dei gestori dell’emergenza: il piano pandemico rimasto in un cassetto, le autopsie proibite, le terapie ospedaliere sbagliate, le misure di prevenzione e profilassi disincentivate. E poi le cure salva-vita: rapidamente scoperte e subito negate, in omaggio al grandioso copione della paura.
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Militari, nuovo avviso a Macron: guerra civile alle porte
Signor Presidente della Repubblica, Signore e Signori, Ministri, Membri del Parlamento, Ufficiali Generali, dei vostri gradi e qualità, Non cantiamo più la settima strofa della Marsigliese, conosciuta come la «strofa dei bambini». Eppure è ricca di lezioni. Lasciamo che sia essa a prodigarle su di noi: «Entreremo nella carriera quando i nostri anziani non saranno più lì. Là troveremo la loro ceneri e il segno delle loro virtù. Molto meno gelosi di sopravvivere a loro che di condividere la loro bara, avremo il sublime orgoglio di vendicarli o seguirli». I nostri anziani sono combattenti che meritano di essere rispettati. Questi sono ad esempio i vecchi soldati di cui avete calpestato l’onore nelle ultime settimane. Sono queste migliaia di servi della Francia, firmatari di un appello di buon senso, soldati che hanno dato i loro anni migliori per difendere la nostra libertà, obbedendo ai vostri ordini, per intraprendere le vostre guerre o per attuare le vostre restrizioni di bilancio, che avete insozzato mentre il popolo della Francia li ha sostenuti.Queste persone che hanno combattuto contro tutti i nemici della Francia, le avete trattate come faziose quando la loro unica colpa è amare il loro Paese e piangere la sua caduta visibile. In queste condizioni spetta a noi, da poco entrati in carriera, entrare nell’arena semplicemente per avere l’onore di dire la verità. Veniamo da quella che i giornali hanno chiamato «la generazione del fuoco». Uomini e donne, soldati attivi, di tutti gli eserciti e di tutti i ranghi, di tutte le sensibilità, amiamo il nostro Paese. Queste sono le nostre uniche pretese di fama. E se non possiamo, per legge, esprimerci a faccia scoperta, è altrettanto impossibile per noi tacere. Afghanistan, Mali, Repubblica Centrafricana o altrove, molti di noi hanno subito il fuoco nemico. Alcuni lì hanno lasciato dei compagni. Hanno offerto la loro pelle per distruggere l’islamismo a cui state facendo concessioni sul nostro suolo. Quasi tutti noi abbiamo conosciuto l’operazione Sentinel. Abbiamo visto con i nostri occhi le periferie abbandonate, gli alloggi con la delinquenza. Abbiamo subito i tentativi di strumentalizzare diverse comunità religiose, per le quali la Francia non significa nulla, nient’altro che un oggetto di sarcasmo, disprezzo o persino odio.Abbiamo marciato il 14 luglio. E questa folla benevola e diversificata, che ci ha acclamati perché ne siamo l’emanazione, ci è stato chiesto di guardarla per mesi, vietandoci di circolare in divisa, rendendoci potenziali vittime, su un suolo che siamo comunque capaci di difendere. Sì, i nostri anziani hanno ragione sulla sostanza del loro testo, nella sua interezza. Vediamo la violenza nelle nostre città e nei nostri villaggi. Vediamo il comunitarismo prendere piede nello spazio pubblico, nel dibattito pubblico. Vediamo l’odio per la Francia e la sua storia diventare la norma. Potrebbe non essere compito dei militari dirlo, sosterrete. Al contrario: poiché siamo apolitici nelle nostre valutazioni della situazione, è un’osservazione professionale quella che forniamo. Perché questa decadenza, la abbiamo vista in molti Paesi in crisi. Precede il crollo. Annuncia caos e violenza e, contrariamente a quanto voi affermate qua e là, questo caos e questa violenza non verranno da un «pronunciamento militare» ma da un’insurrezione civile.Per cavillare sulla forma dell’appello dei nostri anziani invece di riconoscere l’ovvietà delle loro scoperte, bisogna essere piuttosto codardi. Per invocare un dovere di riservatezza mal interpretato al fine di mettere a tacere i cittadini francesi, bisogna essere molto ingannevoli. Per incoraggiare i principali ufficiali dell’esercito a prendere posizione ed esporsi, prima di sanzionarli ferocemente non appena scrivono qualcosa di diverso dalle storie di battaglia, devi essere molto perverso. Codardia, inganno, perversione: questa non è la nostra visione della gerarchia. Al contrario, l’esercito è, per eccellenza, il luogo in cui ci parliamo sinceramente perché impegniamo la nostra vita. È questa fiducia nell’istituzione militare che chiediamo. Sì, se scoppia una guerra civile, l’esercito manterrà l’ordine sul proprio territorio, perché gli verrà chiesto di farlo. È anche la definizione di guerra civile. Nessuno può desiderare una situazione così terribile, i nostri anziani non più di noi, ma sì, ancora una volta, la guerra civile si sta preparando in Francia e lo sapete perfettamente.Il grido di allarme dei nostri Anziani si riferisce infine a echi più lontani. I nostri anziani sono i combattenti della resistenza del 1940, che persone come voi molto spesso trattavano come faziosi, e che continuarono la lotta mentre i legalisti, paralizzati dalla paura, scommettevano già sulle concessioni con il male per limitare i danni; sono i “pelosi” [soprannome dato ai soldati francesi durante la Grande Guerra, ndr] di 14 anni, morti per pochi metri di terra, mentre voi abbandonate, senza reagire, interi quartieri del nostro Paese alla legge del più forte; sono tutti i morti, celebri o anonimi, caduti al fronte o dopo una vita di servizio. Tutti i nostri anziani, coloro che hanno reso il nostro Paese quello che è, che ne hanno disegnato il territorio, ne hanno difeso la cultura, hanno dato o ricevuto ordini nella sua lingua, hanno combattuto affinché voi lasciaste che la Francia diventasse uno Stato fallito, che sostituisce la sua impotenza regale sempre più evidente con una brutale tirannia contro quelli che tra i suoi servi che vogliono ancora avvertirlo? Agite, signore e signori. Questa volta non si tratta di emozioni personalizzate, formule già pronte o copertura mediatica. Non si tratta di estendere i propri mandati o conquistarne di nuovi. Riguarda la sopravvivenza del nostro Paese, del vostro Paese.(Testo diffuso dai militari francesi e ripreso l’11 maggio 2021 da “Renovatio 21″. «Da qualche giorno correva la voce che un nuovo appello dei militari francesi sarebbe apparso sulla scena», scrive il sito. «Stavolta però, a differenza del precedente, non sarebbe stato firmato da ufficiali in pensione, ma da soldati attivi». Il testo pubblicato da “Renovatio 21″ sta circolando in rete. «In Francia la situazione è grave», sottolinea il blog. «Dopo anni di aberrazioni terroristiche, proteste popolari soffocate nella repressione (i Gilet Gialli) e lockdown draconiani che hanno piegato il paese, forse la misura e colma. Lo Stato più superbo d’Europa si appresta a collassare sotto il peso delle sue stesse scelte dementi in campo sociale, economico, migratorio? E l’Italia, che lezione vuole trarre da ciò che sta accadendo appena Oltralpe?»).Signor Presidente della Repubblica, Signore e Signori, Ministri, Membri del Parlamento, Ufficiali Generali, dei vostri gradi e qualità, Non cantiamo più la settima strofa della Marsigliese, conosciuta come la «strofa dei bambini». Eppure è ricca di lezioni. Lasciamo che sia essa a prodigarle su di noi: «Entreremo nella carriera quando i nostri anziani non saranno più lì. Là troveremo la loro ceneri e il segno delle loro virtù. Molto meno gelosi di sopravvivere a loro che di condividere la loro bara, avremo il sublime orgoglio di vendicarli o seguirli». I nostri anziani sono combattenti che meritano di essere rispettati. Questi sono ad esempio i vecchi soldati di cui avete calpestato l’onore nelle ultime settimane. Sono queste migliaia di servi della Francia, firmatari di un appello di buon senso, soldati che hanno dato i loro anni migliori per difendere la nostra libertà, obbedendo ai vostri ordini, per intraprendere le vostre guerre o per attuare le vostre restrizioni di bilancio, che avete insozzato mentre il popolo della Francia li ha sostenuti.
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Bizzi: fine del Covid entro aprile, il golpe mondiale è fallito
Da circa due settimane ci sono ripetuti segnali, da parte delle agenzie di rating, addirittura della Jp Morgan (che ha rilasciato un comunicato in tal senso), e anche dal settore turistico e da quello immobiliare: i segnali dicono sostanzialmente la stessa cosa, come un mantra. E cioè: la pandemia finirà ad aprile. Si tratta di comunicati tecnici, rivolti agli investitori, che le agenzie di rating diramano. Cerchiamo di capire: cosa significa, il fatto che dicano che la pandemia finirà ad aprile? Posso dare una mia interpretazione, non ho la verità in tasca. Ma credo significhi che, molto probabilmente, c’è stata una trattativa, ai vertici. Già, perché piani di certe élite erano decisamente peggiori, di quelli che abbiamo visto finora. Alcuni piani, addirittura, nei mesi scorsi sono stati pubblicati e comunque resi noti, anche se la gente non li vuole vedere e non li vuole capire. Ma la situazione doveva essere ben peggiore, di quella che è adesso.Evidentemente c’è stata una trattativa ai vertici, perché quando c’è una guerra – e qui ci troviamo nel bel mezzo di una gerra, parliamoci chiaro – c’è sempre una controparte: la guerra non è mai unilaterale, la fa una parte contro un’altra parte. E’ vero che questa è una guerra contro l’umanità; ma ci sono delle fazioni, ai vertici del potere, che non sono anti-umane: sostanzialmente, difendono i diritti civili e l’umanità stessa. Quindi c’è una guerra e, se c’è stata veramente una trattativa, a quanto pare, hanno dato a certe élite di potere una scadenza, per la fine di aprile. Come a dire: avete tempo fino ad allora, al massimo, per uscirne puliti. Vi diamo due mesi: in questi due mesi fate il vostro gioco. E infatti stanno facendo una corsa a monetizzare, cioè a fare più tamponi possibili, a fare più vaccini possibili (e questo è un problema). Ma due terzi del mondo si sono già svincolati, da questa pagliacciata: l’India è stata soltanto l’ultimo anello della catena, e così il Sudafrica.Ora, quando la maggior parte del mondo si dissocia, l’Europa non può andare avanti all’infinito. Tant’è che nella stessa Gran Bretagna, che i giornali italiani ci presentano come una nazione in perene lockdown, in perenne stato d’emergenza, abbiamo ormai un terzo dei parlamentari che si è pienamente rivoltato, e che ha detto: adesso basta, chiudete questa pagliacciata, perché non ne possiamo più. Pare quindi che ci sia davvero stata, una trattativa ai vertici: volete uscirne puliti, evitando una nuova Norimberga? Bene, allora chiudete la faccenda entro aprile. E ripeto, certi segnali che arrivano dalle agenzie di rating, dal settore turistico e dal settore immobiliare farebbero propendere per questa ipotesi. Io chiaramente non mi fido di niente e di nessuno, e finché le cose non le vedo concretizzarsi non mi sbilancio più di tanto. Però, a quanto pare, stiamo forse assistendo all’epilogo di questo colpo di Stato globale, che a tutti gli effetti pare essere fallito.(Nicola Bizzi, dichiarazioni rilasciate il 4 marzo 2021 nella trasmissione web-streaming “L’orizzonte degli eventi”, condotta su YouTube con Tom Bosco e Matt Martini. Storico e editore di Aurora Boreale, Bizzi ha curato con Martini il libro-denuncia “Operazione Corona, colpo di Stato globale”, pubblicato da Aurora Boreale).Da circa due settimane ci sono ripetuti segnali, da parte delle agenzie di rating, addirittura della Jp Morgan (che ha rilasciato un comunicato in tal senso), e anche dal settore turistico e da quello immobiliare: i segnali dicono sostanzialmente la stessa cosa, come un mantra. E cioè: la pandemia finirà ad aprile. Si tratta di comunicati tecnici, rivolti agli investitori, che le agenzie di rating diramano. Cerchiamo di capire: cosa significa, il fatto che dicano che la pandemia finirà ad aprile? Posso dare una mia interpretazione, non ho la verità in tasca. Ma credo significhi che, molto probabilmente, c’è stata una trattativa, ai vertici. Già, perché piani di certe élite erano decisamente peggiori, di quelli che abbiamo visto finora. Alcuni piani, addirittura, nei mesi scorsi sono stati pubblicati e comunque resi noti, anche se la gente non li vuole vedere e non li vuole capire. Ma la situazione doveva essere ben peggiore, di quella che è adesso.
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Italiani paurosi e sottomessi: grazie al traditore Manzoni
I “Promessi sposi” sono l’esempio della corruzione dell’intellettuale italiano e del suo trasformismo, che io considero uno dei nostri grandi cancri. All’età di vent’anni, Manzoni era un “sessantottino”: era un grandioso sostenitore, fanatico, di Napoleone Bonaparte e del bonapartismo. Era fautore della fondazione, laica, degli Stati Uniti d’Europa. Era anticlericale, massone, libertino: aveva fondato il movimento dei libertini di Milano. Era un grande agitatore della scena culturale, e comincia ad avere guai con la polizia: viene arrestato quattro volte, si fa qualche settimana di carcere, finché non incontra l’arcivescovo di Milano. Dopo l’incontro con l’arcivescovo, che avviene di giovedì, si chiude in casa. E il lunedì scrive una lettera in cui dice che, nel corso del weekend, ha visto la Madonna. Gli è apparsa, gli ha parlato: gli ha detto che lui stava sulla strada sbagliata, perché la salvezza sta nella Chiesa, nel rispetto della legge di Cristo, nel matrimonio come sacramento, ed enuncia tutti i principi-base della Chiesa cattolica. Così, comincia a pubblicare. E gli commissionano un libro, garantendogli che avrà il supporto di tutta la struttura di potere della cultura italiana.Quel libro dovrà avere come perno la famiglia e l’amore matrimoniale tra i giovani, e però allo stesso tempo deve far capire quant’è pericolosa, la politica. In quel periodo cominciava infatti a svilupparsi la lotta risorgimentale, quella che lo stesso Manzoni avrebbe voluto vivere come biografia. La Chiesa invece gli commissiona di scrivere un libro descrivendo quanto sarebbe stato pericoloso, fare quelle cose. Lui riesce a convincerli che ambienterà il tutto nel Seicento, così avrebbe sempre potuto dire che parlava di un’altra epoca, non della sua. E così scrive i “Pomessi sposi”. E’ lui, che si è insinuato diabolicamente nelle menti di tutti, per devastarci con le sue ossessioni, con le sue paure cretine; per insegnarci a stare a casa, correndo dietro a una stronzetta come Lucia. Com’è bello, invece, parlare agli sconosciuti, mettersi nei tumulti, cercarli, crearli; andare in piazza a prendersi il pane quando non c’è; chiavare, a dispetto dei voti consacrati. E invece, tutti ci sono cascati. Per tanti anni, ci siamo cascati come pere cotte.Un’idea geniale, quella di Manzoni, pagato chissà quanto per inscenare questa mostruosità. E’ tutta colpa sua: è tutta colpa di Renzo Tramaglino, propinato dall’infanzia insieme al plasmon nelle tettarelle, nei biscottini (cioccolata e Renzo). Alle scuole medie, carne e Renzo Tramaglino. Al liceo, trigonometria e Renzo. Lucia per me è una cretina, una donnetta: è il simbolo della donnetta. E Renzo è un deficiente. E’ uno che dice frasi come: «Ho imparato a non mettermi nei tumulti, ho imparato a non parlare mai con gli estreanei. Ho imparato finalmente a non fidarmi di nessuno». E’ la consacrazione del cinismo e dell’opportunismo. Ci hanno convinti. Ci vogliono ulteriormente convincere che non bisogna più mettersi nei tumulti, che non bisogna parlare agli sconosciuti. E’ stato Manzoni che ci ha regalato e insegnato il sospetto, la difidenza, il cinismo, l’odio. E così tutti a casa, chiusi, tappati dentro come bestie da soma a lavorare, senza rivolgere mai la parola a chi non si conosce più che bene. Sospettare di tutti, anche di se stessi. Vivere nella paura, nel terrore quotidiano. Imparare a vivere in guerra: ecco cosa ci hanno dato, cosa ci hanno insegnato.(Sergio Di Cori Modigliani, estratto dal video “Manzoni ha rovinato l’Italia?”, pubblicato su YouTube l’11 febbraio 2021. Accanto alle dichiarazioni di Mogliani, il video contiene estratti – letti dalla bibliotecaria Manuela De Noia – dal volume “Sarà per un’altra volta”, uscito per Savelli nel 1978 e poi ripubblicato da Aras nel 2019).I “Promessi sposi” sono l’esempio della corruzione dell’intellettuale italiano e del suo trasformismo, che io considero uno dei nostri grandi cancri. All’età di vent’anni, Manzoni era un “sessantottino”: era un grandioso sostenitore, fanatico, di Napoleone Bonaparte e del bonapartismo. Era fautore della fondazione, laica, degli Stati Uniti d’Europa. Era anticlericale, massone, libertino: aveva fondato il movimento dei libertini di Milano. Era un grande agitatore della scena culturale, e comincia ad avere guai con la polizia: viene arrestato quattro volte, si fa qualche settimana di carcere, finché non incontra l’arcivescovo di Milano. Dopo l’incontro con l’arcivescovo, che avviene di giovedì, si chiude in casa. E il lunedì scrive una lettera in cui dice che, nel corso del weekend, ha visto la Madonna. Gli è apparsa, gli ha parlato: gli ha detto che lui stava sulla strada sbagliata, perché la salvezza sta nella Chiesa, nel rispetto della legge di Cristo, nel matrimonio come sacramento, ed enuncia tutti i principi-base della Chiesa cattolica. Così, comincia a pubblicare. E gli commissionano un libro, garantendogli che avrà il supporto di tutta la struttura di potere della cultura italiana.
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Bizzi: Draghi ostile al Great Reset dei padrini di Conte
Attenti agli equivoci: certo che Mario Draghi viene da una super-élite, ma non quella del Grande Reset (da cui, semmai, dipendeva il piccolo maggiordomo Giuseppe Conte). Un avvertimento firmato dallo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale nonché co-autore dell’esplosivo saggio “Operazione Corona: Colpo di stato globale”. Occhio a non confondersi, sottolinea Bizzi: Draghi non è certo una pedina qualsiasi, ma non appartiene al gruppo che, a Davos, ha progettato la distopia orwelliana che, attraverso l’epidemia di Wuhan, ha paralizzato il mondo proprio mentre la somma dei debiti straripava, e oggi infatti avrebbe raggiunto il 365% del Pil mondiale. Lo ricorda sul “Fatto Quotidiano” Luigi Manfra, responsabile dei progetti economico-ambientali Unimed e già docente di politica economica alla Sapienza. Memorabile il “testamento” di Draghi pubblicato un anno fa sul “Financial Times”: dalla crisi pandemica si esce solo ricorrendo ad aiuti finanziari epocali ma a fondo perduto, tagliando drasticamente i debiti. Dunque: attenzione a non parlare a vanvera, raccomanda Bizzi, pensando a chi cita (spesso a sproposito) entità come il Bilderberg.