Archivio del Tag ‘Resistenza’
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Salutare questo blog, dopo 14 anni di impegno quotidiano
Tragica primavera, quella che stiamo vivendo: oppressa da scenari lividi e dominata dalla menzogna, sia in Italia che sul fronte orientale, dove imperversa la ferocia del conflitto. Nel 2008 – quando avviai timidamente questo blog – non potevo certo immaginare che, 14 anni dopo, il nostro paese avrebbe inviato armi a uno Stato in guerra contro la Russia. Una nazione, l’Ucraina, affollata di milizie sfrontatamente neonaziste, addestrate dall’Occidente: formazioni protagoniste di un’atroce pulizia etnica contro le popolazioni russofone, sotto la protezione omertosa degli oligarchi di Kiev telecomandati da Washington. E invece siamo arrivati a questo: chiuso ogni spiraglio negoziale, Mosca è stata sostanzialmente indotta a ricorrere alle armi. Questo ha fornito il pretesto – lungamente inseguito – per espellere finalmente la Russia dalla “comunità internazionale” a guida occidentale, constatata l’impossibilità (per ora, almeno) di imporre un “regime change” capace di sfrattare dal Cremlino l’attuale leadership autocratica, intollerabilmente al potere da oltre due decenni.Qui sta la vera tragedia, par di capire: i russi, profondamente europei, verrebbero espulsi dall’Europa e tagliati fuori da qualsiasi possibile convivenza con l’Occidente. Come dire: si vorrebbe davvero congelare il mondo e imporre il prezzo di una guerra devastante, forse lunghissima, destinata a cambiare gli assetti del pianeta. Nel 2008, l’attenzione era puntata sui bankster di Wall Street e sulle spericolate promesse di Barack Obama. Poi sarebbero arrivate le primavere arabe, le tante rivoluzioni colorate sponsorizzate dal club di Soros (come il golpe in Ucraina) e le spietate guerre di aggressione in Libia e in Siria. Sarebbero comparsi i tagliagole dell’Isis, appena spentisi i dolori europei della crisi degli spread, con la Bce di Draghi che non aveva esitato a chiudere i bancomat ad Atene gettando i greci nella fame e nella disperazione. In Italia sarebbe spuntato Mario Monti, insieme al pareggio di bilancio inserito nella Costituzione, con la benedizione del Pd di Bersani e persino del detronizzato, ammutolito Berlusconi. Pallido sollievo, quello dell’effimero e velleitario Renzi, che infatti concesse all’establishment Usa la possibilità di utilizzare l’Italia come paese-cavia per la nuova frontiera dell’obbligo vaccinale.L’ossessione vaccinale era una oscura avvisaglia dei tempi che ci sarebbero franati addosso, di lì a poco, non appena i gestori della storia avessero deciso di allungare il passo verso la dimensione definitiva, pandemica, della grande crisi occidentale, andando a colpire essenzialmente Europa e Nord America, oltre alle estreme propaggini coloniali dell’uomo bianco, Australia e Nuova Zelanda. Queste, in pratica, le regioni del mondo maggiormente sottoposte all’inaudita severità della nuova austerity, quella sanitaria. Già alla fine del 2018 – da fonti indipendenti, orientali e occidentali – era giunta voce di un imprecisato disastro globale che sarebbe potuto esplodere nella primavera 2020, avente proprio l’Italia come epicentro europeo. Una sinistra previsione, puntualmente avveratasi. Sperimentata l’inaudita durezza del lockdown, ci è toccato assaggiare anche l’ultima sensazionale trovata del governo italiano, il coprifuoco. Si viveva letteralmente al buio: in una situazione di angosciosa sospensione della libertà, con l’illusione però che si potesse trattare, ancora, di misure solo temporanee.Sinceramente, non mi aspettavo che a Palazzo Chigi finisse per approdare Mario Draghi, né che Draghi – visto il suo recente dichiarato riposizionamento, in favore di politiche sociali – restasse poi invece totalmente allineato all’ultima versione del rigore europeo: ortodossia sanitaria (obbligo vaccinale), ortodossia socio-economica (Pnrr autoritario, dettato dall’Ue in salsa “gretina”) e ortodossia geopolitica (totale sottomissione all’antico “padrone” americano, anche a costo di esporre l’Italia a pesantissime ritorsioni). Inutile spendere parole sullo scenario parlamentare nostrano: Salvini e Meloni, l’eterno Pd, gli incresciosi grillini. Politica clinicamente morta, nelle tenebre di una società violentemente retrocessa nell’oscurantismo psico-sanitario e costretta a subire il Green Pass “cinese” come orizzonte permanente, destinato a incombere per sempre sulla vita di tutti, in mezzo alle macerie delle libertà costituzionali che furono. Ce ne sarebbe abbastanza per prendere in considerazione l’idea – già abbracciata da molti, del resto – di lasciare questo paese, proprio per manifesta impraticabilità democratica.E’ figlia di una lunga maturazione ormai giunta a termine, invece, la mia decisione di abbandonare questo blog: che tra pochi giorni, probabilmente, cesserà di esistere. Aggiornarlo in modo quasi quotidiano, per ben 14 anni, ha comportato un notevole impegno e prodotto anche una buona dose di stanchezza. A volte, il blog ha sbagliato mira: succede. Se non altro, ha cercato sempre di agire secondo una linea di fondo che fosse sostanzialmente coerente: ossia cercando spiegazioni eterodosse, magari sconcertanti, in grado però di rendere meno incomprensibili gli accadimenti. Dare voce alle fonti più disparate può concorrere a svelare trame, suggerire recondite motivazioni e illuminare possibili retroscena, al di là della fumogena versione ufficiale. Non credo occorra dilungarsi sulle prodezze del mainstream: a partire dal 2001 (Torri Gemelle) la narrazione dei grandi media – con pochissime eccezioni – ha imboccato il vicolo cieco della neo-verità orwelliana, ulteriormente rafforzata dalla censura di regime introdotta nel 2020 con il cosiddetto Covid-19 e ora estesa, ad libitum, grazie al gelo della nuova guerra mondiale in corso.Sommessamente, ricordo i nomi di due illustri dissidenti occidentali: lo statunitense Edward Snowden, riparato in Russia, e l’australiano Julian Assange, detenuto in Gran Bretagna (e presto, pare, estradato negli Usa, dove rischierebbe 150 anni di carcere per aver messo in luce le carneficine americane in Iraq e in Afghanistan). Personalmente, ebbi l’onore e il privilegio di collaborare con Giulietto Chiesa: si è improvvisamente spento il 26 aprile 2020, lasciandoci orfani di una voce profeticamente preziosa. In un certo senso, si sta avverando quello che aveva a lungo paventato: l’esplosione definitiva dell’intolleranza fisiologica, da parte dell’Occidente, per qualsiasi regime politico in grado di sfuggire al suo controllo, al suo potere ormai declinante. Giulietto Chiesa denunciava vigorosamente gli avversari della democrazia, palesi e occulti: i manipolatori che, in Europa e negli Usa – utilizzando l’esteriorità formale della democrazia, dopo averne svuotato la sostanza – si comportano esattamente come i leader dei paesi autoritari, dove la democrazia non esiste neppure sulla carta.Ora, l’attualità più recente ci ha riservato continue sorprese. Chi poteva aspettarselo, che gli italiani – medici compresi – avrebbero accettato di subire l’inoculo obbligatorio di strani sieri genici sperimentali? Chi sarebbe riuscito a immaginare che la maggioranza della popolazione si sarebbe piegata così facilmente a un simile ricatto, pur di continuare a lavorare e vivere? Ricatto imposto, in modo subdolo, da un regime che ha ingigantito un’emergenza patologica negando ostinatamente l’accesso a terapie efficaci, che avrebbero fatto crollare il numero dei ricoveri. Si è trattato di un vero e proprio “genocidio della verità”, che ha finito per terremotare le menti, sotto le bombe quotidiane della disinformazione panica. I danni sociali sono tangibili, ma forse incalcolabili; basta osservare la quantità di persone che ancora circolano all’aperto con la mascherina sul viso, avendo ormai accettato di vivere nella paura: anche per sempre, eventualmente. E’ sufficiente che una voce, dall’alto, spieghi loro – anzi: intimi – che così si deve fare, senza più lasciare spazio per alcuna discussione. E chi osa contraddire la versione ufficiale, ormai, viene letteralmente cancellato.Se fino all’altro ieri la minaccia era comunque relativamente selettiva (le crisi finanziarie pilotate, i terrorismi domestici), ora l’attacco è condotto in modo indiscriminato nei confronti della totalità della popolazione: hanno dichiarato guerra a tutti noi, ripeteva Giulietto Chiesa in tempi non sospetti, quando la caccia all’uomo non era ancora arrivata nelle nostre città e in ogni casa, in ogni famiglia, in ogni ufficio e in ogni scuola. Proprio la folle drammaticità della situazione, per contro, ha spinto milioni di persone – persino in Italia – a resistere a questo delirio. A insorgere moralmente sono gli italiani che hanno spento il televisore, i cittadini che hanno progressivamente imparato ad attingere informazioni da fonti alternative, dai tanti social, dai canali YouTube, dalla galassia dei blog. Una platea attenta e partecipe, matura, capace di affrontare anche psicologicamente la sfida più impegnativa: e cioè, prendere atto – dolorosamente – che la realtà è spesso lontanissima dalla versione dei fatti ufficialmente presentata, e che tante intime convinzioni (sedimentate attraverso i decenni) erano clamorosamente infondate.Gli infernali architetti dei lager nazisti confidavano proprio nella comprensibilissima incredulità dei più: non ammetteranno mai – si dicevano – la possibilità che qualcuno sia stato davvero capace di tanto. Ancora oggi, infatti, è lo scetticismo a dominare l’animo di chi ascolta le voci che dimostrano il flagrante, sanguinoso raggiro dell’11 Settembre: si stenta sempre a credere che possa davvero esistere un potere così cinico e smisuratamente stragista. La medesima incredulità ha accompagnato per decenni le segnalazioni degli ufologi, ancorché incoraggiate, in fondo, da tanta fantascienza: per questo suscitano grande sconcerto le recenti ammissioni del Pentagono sull’esistenza degli Ufo, ora ribattezzati Uap. Una ristretta minoranza di osservatori, oggi, tende a unire i puntini: se i libri antichi (compresa la Bibbia) sembrano proprio alludere a presenze come quelle, sovrastanti rispetto alla comunità umana, è davvero possibile che oggi qualcuno decida di separare in modo così tragico l’Est e l’Ovest, senza che questa scelta sia stata prima concertata, in qualche modo, con i misteriosi soggetti che sarebbero alla guida degli sfreccianti Uap?Ovvero: non è forse la stessa letteratura antica, da quella indiana a quella omerica, a descrivere il ruolo superiore delle “divinità” nella conduzione delle guerre terrestri, fatte combattere dagli umani? Sono semplici pensieri, questi, liberamente espressi, con i quali mi piace concludere questa mia personale narrazione, intrapresa 14 anni fa. Un lungo lasso di tempo – un battito di ciglia, nella vita dell’universo – nel quale però il mondo ha affrontato trasformazioni vertiginose e sempre più rapide. E resta un mistero, in fondo, la gran fretta che i gestori del pianeta hanno dimostrato, a partire dalla stranissima accelerazione imposta nel 2020 con l’introduzione dell’emergenza “pandemica”. Di fatto, questo gigantesco imbuto di sapore squisitamente zootecnico, fondato sulla paura e sulla frode, ha travolto centinaia di milioni di occidentali: ha revocato diritti e libertà, incanalando i cittadini lungo una strada che, a prima vista, sembra senza ritorno. Forse sarà la storia stessa, però, a incaricarsi di smentire i pessimisti: luce e ombra finiscono per rubarsi la scena a vicenda, attraverso le imprevedibili stagioni di quella che assomiglia a una sostanziale alternanza.Certo, i periodi di buio possono essere terribili e durare a lungo: ma non in eterno, se si tiene accesa la fiaccola della ragione. Credo sia questo, in fondo, il sentimento di chi si sforza di animare un blog: la consapevolezza di offrire un’opera, civica e volontaria, al servizio del proprio paese, nell’intento cioè di contribuire – nel suo piccolo, veicolando segnalazioni e analisi – alla crescita dell’opinione pubblica. Quell’opinione pubblica che, come me, oggi si augura innanzitutto una cosa, sopra tutte le altre: che possa cessare, al più presto, l’immane tragedia dell’Ucraina. Con questo stato d’animo prendo congedo dal blog che ho aggiornato quasi quotidianamente per tanti anni. La vita è fatta di stagioni, e c’è un tempo per tutto. Ringrazio quindi sinceramente ogni lettore, dal primo all’ultimo. Se chi ha apprezzato questo blog vorrà seguirmi ancora, lo aspetto nel mio nuovo diario web – libreidee.it – nel quale, credo, mi concenterò su considerazioni più meditate, non necessariamente giornalistiche e non sempre legate in modo diretto all’impetuoso precipitare dell’attualità. Bene, è tutto. Mi auguro che questo periodo di tenebra, se non altro, possa continuare a svegliare di chi ancora sonnecchia, senza capire perché il mondo sta precipitando.(Giorgio Cattaneo, 25 marzo 2022).Tragica primavera, quella che stiamo vivendo: oppressa da scenari lividi e dominata dalla menzogna, sia in Italia che sul fronte orientale, dove imperversa la ferocia del conflitto. Nel 2008 – quando avviai timidamente questo blog – non potevo certo immaginare che, 14 anni dopo, il nostro paese avrebbe inviato armi a uno Stato in guerra contro la Russia. Una nazione, l’Ucraina, affollata di milizie sfrontatamente neonaziste, addestrate dall’Occidente: formazioni protagoniste di un’atroce pulizia etnica contro le popolazioni russofone, sotto la protezione omertosa degli oligarchi di Kiev telecomandati da Washington. E invece siamo arrivati a questo: chiuso ogni spiraglio negoziale, Mosca è stata sostanzialmente indotta a ricorrere alle armi. Questo ha fornito il pretesto – lungamente inseguito – per espellere finalmente la Russia dalla “comunità internazionale” a guida occidentale, constatata l’impossibilità (per ora, almeno) di imporre un “regime change” capace di sfrattare dal Cremlino l’attuale leadership autocratica, intollerabilmente al potere da oltre due decenni.
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Giovagnoli: oggi siamo tutti canadesi, al servizio della vita
Grandi alberghi, a Roma, ora licenziano i dipendenti. Stanno chiudendo: saranno ricomprati a prezzo di saldo. E le bollette, le avete viste? Sono triplicate. Questo significa una sola cosa: uccidere le piccole imprese, il nostro tessuto produttivo. L’Italia è al centro di un progetto di predazione, oltre a essere un laboratorio sociale. Obiettivo: vedere fino a che punto è possibile rincoglionire e sottomettere le persone. Perché hanno scelto l’Italia? Perché ha un immenso potere erotico, e perché è uno dei paesi più analfabeti al mondo: andate a chiedere a un ragazzo quando ha letto l’ultimo libro, o se conosce qualche filosofo dell’Ottocento. In più siamo sottoposti al dominio clericale, che ci ha sempre imposto di sopportare tutto. Si veda il comportamento dell’attuale pontefice: dice che la situazione italiana va benissimo così com’è, e che sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio è “un atto d’amore”. E quindi ci siamo ridotti questo stato: ai limiti dell’umano, ormai.Fai un po’ troppo i capricci? Ti blocco il conto in banca. Vai alle manifestazioni? Ti sospendo l’assicurazione del camion, ti annullo i tuoi contratti commerciali. E’ quello che sta accadendo in Canada, che è sempre stato – storicamente – una patria delle libertà. Non sente ragioni, il governo di Ottawa: è irremovibile. La capitale è stata invasa da una marea umana, che si è sollevata pacificamente e ha paralizzato il paese. Bene: non possono dargliela vinta. Non possono permettersi di perdere, perché – se in Canada vincesse la protesta – ne seguirebbe un’onda d’urto. Oggi, il Canada è tutto il mondo: siamo tutti canadesi. Poi c’è l’Italia, certo: e il Canada è l’ombra dell’Italia. Anche da noi c’è un governo che non sente ragioni, che non prova emozioni, che perseguita i cittadini. Potrebbero arrivare, anche qui, a bloccare i conti correnti? Pensateci: se innanzitutto elimino il contante, per privarti dei tuoi soldi (i tuoi) mi basterà un semplice click.In Canada è già cominciata la corsa ai bancomat, e alcune grandi banche li hanno prontamente chiusi: proprio come in Grecia, anni fa. In fondo è il piano a cui doveva servire, fin dall’inizio, il lasciapassare verde: se non obbedisci ti tolgo quello che hai, come in Cina. Tutto il resto, peraltro, ce l’hanno già tolto: bar e ristoranti, alberghi. Ci hanno tolto i servizi, pagati anche da noi. E così i trasporti: pure quelli, pagati anche da noi. Attenti al Canada, dunque: stiamogli vicino. Sentiamoci come loro, come quei “guerrieri” canadesi contro cui oggi si scatenano i rastrellamenti delle truppe speciali antisommossa. I canadesi stanno lottando per la loro nazione, certo; ma, al tempo stesso, sanno che stanno rendendo un servizio a tutto il mondo: così come lo stiamo facendo noi, che in Italia non abbiamo obbedito alle imposizioni. Noi stiamo difendendo il nostro territorio e il futuro dei nostri figli. Ma stiamo prestando un servizio all’intera umanità: perché quello che parte da questi paesi finirà per dilagare ovunque.Penso agli studenti contro il Green Pass, che in tutta Italia ormai si stanno facendo sentire, facendo manifestazioni e occupando le scuole: la loro causa è magistrale. Stanno crescendo, in termini di consapevolezza e di amore. Ringrazio Giuseppe Cruciani: in televisione ha difeso la causa dei ragazzi che non possono più prendere l’autobus o frequentare la palestra. E intanto, in mezzo a questa crisi bruciante, osserviamo la Spagna: ha rimosso ogni restrizione e sta puntualmente registrando un boom di prenotazioni turistiche. Credete che il nostro governo non sappia cosa sta facendo? Credete che non si renda conto dei danni che sta provocando? Pensate che disprezzo ha per gli italiani: arriva al punto da creare delle condizioni che costringono i nostri connazionali a vivere le vacanze all’estero, perché qui non è più possibile. Vi rendete conto dei soggetti con cui abbiamo a che fare?Penso al Pd, che si dichiara di sinistra e quindi teoricamente in difesa dei più poveri. A loro dico: siete ridicoli. Cosa racconterete, a ottobre, quando inizierà la campagna elettorale? Con che faccia andrete nelle piazze? E a dire che cosa? Idem i 5 Stelle, i voltagabbana per eccellenza: con che faccia ripeteranno che “uno vale uno”? E la Lega, che si proclama a favore degli italiani? Ha votato due volte l’approvazione del Green Pass, così come Forza Italia. E la Meloni, che cosa ha fatto? Che schifo, ragazzi. Che deserto. Mi sono appena sentito con Stefano Puzzer: condividiamo la necessità che si crei una grande alleanza, basata su una precisa consapevolezza. Oggi è facile, creare una nuova piattaforma: dentro, però, ci devono essere persone che abbiano fatto un salto, altrimenti si rischia di ripetere le illusioni vissute con i 5 Stelle. Apprezzo Mauro Scardovelli, che resta un punto di riferimento per molti di noi: aveva organizzato un convegno limitando l’accesso ai soli possessori di “Super Green Pass”, ma in poche ore si è accorto dell’errore e ha annullato il convegno.E’ stato un gesto fantastico, simbolico: una sorta di prova. I grandi devono superare delle prove, e lui ha chiesto scusa: questo mi è piaciuto, è un gesto di umanità. Io sono due anni che subisco ogni genere di vessazione, e nessuno mi ha mai chiesto scusa. Solo da persone che sono come noi possiamo sentirci dire “scusa”. Visto che ha fatto questo grande gesto, Mauro merita di continuare la sua opera: ovvero, unire le persone. Quello che ci aspetta, adesso, è una totale resistenza: stiamo fermi, ancora. Se non hanno raso al suolo tutto quello che potevano, è perché siamo stati fermi. Questo stare fermi continua a fortificarci. Ci logorano, ci scoraggiano; perdiamo il lavoro, abbiamo tutti contro. Ma siamo diventati, letteralmente, quei mattoni con i quali adesso si può davvero costruire qualcosa. Oggi siamo stabili, non ci muoviamo più di fronte a nulla. Certo, è stato un grande lavoro. Quindi dobbiamo continuare con questa resistenza, cercando anche di renderla più bella e più sopportabile possibile, più interessante, più proficua. E intanto dobbiamo prepararci, perché quello che abbiamo subito non si ripeta più, in futuro.Bisogna costruire qualcosa che ci permetta di promuovere persone con precisi requisiti, persone che abbiano superato queste prove, per poter entrare nei centri decisionali. Non si può pensare di continuare a vivere solo di riflesso. La politica va fatta in due modi: servono persone adatte nei posti giusti, e serve – all’esterno – quello che stiamo facendo noi, adesso. Noi condizioniamo già gli eventi, pur non avendo un solo uomo, un solo deputato, un solo ministro che sia dalla nostra parte. Pensate cosa significa poter contare su persone fidate, che – in questo tempo – si siano dimostrate all’altezza. A questo è servito, questo periodo così duro: in tanti hanno pensato a fare cassa; altri invece si sono messi in luce, dimostrandosi in grado di potersi assumere una vera responsabilità. Non cadranno dal cielo, gli esseri immacolati: sono già tra noi, quelli che hanno meritato la nostra fiducia.Pensate a uno come Come, uno come Salvini: è adesso, in questi due anni, che abbiamo visto chi sono, veramente. Dall’altra parte, invece, abbiamo visto persone che si sono sacrificate: hanno dato il proprio tempo, a volte anche la propria vita. Ecco gli esami che contano, quelli veri. Quando anch’io dovrò scegliere delle persone, le sceglierò qui, in mezzo a noi: quelle che hanno dimostrato di saper superare queste prove. Oggi ci servono esseri dotati di profonda umanità: perché queste crisi non le superi con il “dottorone”, le superi con l’umanità. Non è più nemmeno una battaglia economica e politica: è una battaglia spirituale. Quindi dobbiamo lavorare anche per ricucire il divario tra credenti e non credenti, tra cristiani e non cristiani, tra giovani e anziani. In questo momento siamo dei sarti, armati di un filo d’oro per unire le persone: unendoci si è più forti, e si appronta uno strumento che in futuro sarà prezioso, per affrontare quello che ci aspetta.Pensate: a ottobre matura il vitalizio, per i parlamentari; fino ad allora non muoveranno il culo dalla poltrona. Dopo, però, cominceranno ad agitarsi. Già oggi c’è una mezza crisi di governo: Draghi (che sta lassù, e non si capisce a chi appartenga) avverte i partiti: o votate compatti, o non si va avanti. Pensate come si scanneranno, in autunno, quando saremo in piena campagna elettorale. E lì noi dovremo essere pronti, e avere una presenza ferma: altrimenti vivremo sempre il riflesso del gioco degli altri. Intanto, abbiamo sotto gli occhi i numeri del disastro. Il settore alberghiero sconta un calo dell’80%. Piangono gli esercenti, che avevano pensato di cavarsela nonostante le restrizioni, incuranti del fatto che, se danneggi una parte dell’umanità, poi il danno si ripercuote su tutta l’umanità. Oggi, l’Anac spiega che sono già 500 le sale cinematografiche che, in Italia, sono state costrette a chiudere. Bisogna che il governo intervenga, dice l’Anac. No, dico io: dovevate svegliarvi prima, ragazzi.Non è intelligente continuare ad appellarsi al governo, pur sapendo che è proprio questo governo ad aver generato il disastro: non puoi chiedere al piromane di spegnere l’incendio, o al ladro di sventare la rapina. Se gli esercenti, le loro associazioni di categoria, si fossero rivolte agli italiani, anziché al governo, chiedendo “vi sembra giusto limitare l’accesso ai negozi ai soli possessori di Green Pass, costringendoci così a perdere una quota degli incassi?”, forse gli italiani avrebbero risposto che no, non era affatto giusto. Allora, forse, il governo avrebbe preso una posizione più ragionevole. E invece: hanno continuato a dare fiducia, forza, al potere. Sembra di assistere a uno spettacolo dove c’è qualcuno che ha addomesticato e incantato l’umanità. Molta gente non sa più nemmeno cosa dire, non sa spiegare perché si è ridotta a vivere così, in un paese dove chiudono 500 cinema, mentre la Spagna si prepara a vivere un boom turistico impressionante. Ma sono in tanti, comunque, i cittadini che si sono ribellati alla persecuzione: fanno riunioni carbonare e tengono vivo questo spirito. Anche tra chi ha ceduto al ricatto, ormai, molti si dicono pentiti: si sentono presi per il sedere.Questo movimento intestino, sotterraneo, si manifesta anche in luoghi dove sembrava che niente si muovesse: si muove qualcosa anche nel mio paese, Carpegna, sulle montagne delle Marche. Vedete, in questo periodo stiamo approcciando la primavera. E in primavera esce ciò che è rimasto vivo sotto la terra. Noi, certo, siamo stati sommersi. Hanno voluto seppellirci, ma hanno dovuto fare i conti col fatto che noi eravamo dei semi. Vi dico questo: la mattina, quando vi alzate, pensate alla cosa più bella che potete fare. E ricordatevi che siete degli eroi, dei guerrieri di luce: state sopravvivendo alla più grossa persecuzione che potessimo incontrare. Restiamo qui – fermi – al servizio della vita. Ormai siamo arrivati quasi oltre noi stessi, siamo saliti un po’ più in su. Cos’abbiamo, a cuore? Il nostro tornaconto? No di certo: quello è già stato totalmente consegnato al fuoco. Siamo al servizio di qualcosa di più alto. Vi abbraccio forte. Siamo arrivati liberi, su questa Terra; liberi torneremo a casa. Con tutto l’amore che posso: sentitevi belli, sempre.(Michele Giovagnoli, dal video trasmesso su Facebook il 18 febbraio 2022).Grandi alberghi, a Roma, ora licenziano i dipendenti. Stanno chiudendo: saranno ricomprati a prezzo di saldo. E le bollette, le avete viste? Sono triplicate. Questo significa una sola cosa: uccidere le piccole imprese, il nostro tessuto produttivo. L’Italia è al centro di un progetto di predazione, oltre a essere un laboratorio sociale. Obiettivo: vedere fino a che punto è possibile rincoglionire e sottomettere le persone. Perché hanno scelto l’Italia? Perché ha un immenso potere erotico, e perché è uno dei paesi più analfabeti al mondo: andate a chiedere a un ragazzo quando ha letto l’ultimo libro, o se conosce qualche filosofo dell’Ottocento. In più siamo sottoposti al dominio clericale, che ci ha sempre imposto di sopportare tutto. Si veda il comportamento dell’attuale pontefice: dice che la situazione italiana va benissimo così com’è, e che sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio è “un atto d’amore”. E quindi ci siamo ridotti in questo stato: ai limiti dell’umano, ormai.
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Covid, romanzo criminale. Fusillo: resistiamo, pagheranno
Forse qualcuno non ha ancora compreso la portata del divorzio civile, fra italiani e italiani, determinato dalla gestione delinquenziale della pseudo-emergenza sanitaria. Una tragica pagliacciata, costata migliaia di vittime e milioni di “feriti”, recitata dai governi Conte e Draghi sulla pelle dei cittadini. Il tutto con il tacito avallo delle massime istituzioni e l’esplicito incoraggiamento del potere locale più anziano, quello che risiede oltre il Tevere e che un tempo non esitava a bruciare vivi i suoi avversari. Vero, il profilo del disastro è globale, grazie a lestofanti di ogni risma: ma l’impatto della “pia frode” è eminentemente occidentale, visto che oltre due terzi del pianeta non hanno abboccato all’amo e, appena possibile, hanno abbandonato tutte le restrizioni suicide. Epicentro della farsa, l’Italia: siamo il paese dove ai cittadini è ora impedito persino di accedere liberamente al servizio pubblico (Poste, municipio) e di disporre altrettanto liberamente del proprio denaro depositato in banca. Secondo vari legali, i profili penali dell’ultimo decreto Draghi contemplano diverse ipotesi di reato, dall’interruzione di pubblico servizio all’appropriazione indebita.Uno dei legali in prima linea, dalla parte del cittadino, è il valoroso Alessandro Fusillo: ha difeso e ottenuto il successo giudiziario (in Cassazione) di Rosanna Spatari, titolare de “La Torteria” di Chivasso, alle porte di Torino. Una donna esemplare, protagonista di una strenua lotta per rivendicare il proprio diritto costituzionale di cittadina, imprenditrice e lavoratrice. Attraverso il proprio sito Internet, “Difendersi Ora”, l’avvocato Fusillo propone di denunciare il governo Draghi per l’imposizione (abusiva) del Tso agli over 50 tramite i sieri genici sperimentali che qualcuno riesce ancora a chiamare “vaccini”. Lo stesso Fusillo ha predisposto un format di autodifesa per il cittadino, almeno cinquantenne, che nei prossimi giorni dovesse davvero essere raggiunto dall’avviso dell’Asl e dell’Agenzia delle Entrate riguardo al preteso Tso: oltre ad annunciare il ricorso al Giudice di Pace, presentando opposizione di fronte alla sanzione prevista (100 euro, una tantum), si avvertono l’Asl e l’Agenzia delle Entrate che il destinatario si riserva di procedere, in tribunale, per violenza privata e tentata estorsione.Insiste Fusillo: gli over 50 muniti di Green Pass in quanto “guariti dal Covid” possono far valere questa loro condizione per essere esentati dal Tso, ma sarebbe come riconoscere a un padre-padrone il proprio diritto all’abuso. Sembrerebbe cioè un ripiego poco onorevole: meglio invece tenere la schiena diritta e avvisare i mittenti che ci si potrebbe dare appuntamento a Palazzo di Giustizia. Dato che prevale il vomitevole – nella politica, nella sanità, nell’informazione di regime – il richiamo è proprio al rigore, al principio del diritto costituzionale. Come dire: meglio non scendere a patti, in nessun modo, con un establishment tanto indegno, capace (in Italia, soprattutto) di calpestare anche l’ultima parvenza di democrazia. Imperano le frottole: c’è chi ripete – senza ridere – che i “vaccini” C-19 avrebbero una qualche utilità sanitaria, mentre l’ultimo guitto di Sanremo, pagato dalla Rai, irride in modo disgustoso (tra gli applausi) chi denuncia le reazioni avverse, proprio quando la farmacovigilanza dell’Ue parla di non meno di 30.000 morti sospette, correlabili al Tso, e milioni di persone costrette a ricorrere a cure mediche dopo lo sciagurato inoculo.Non è ancora chiaro come finirà, questo nauseabondo Romanzo Criminale che, se non altro, ha avuto il merito di svegliare dal torpore milioni di persone, strattonate e vessate in modo indegno sulla base di verminose, reiterate e spudorate menzogne. Certo, ormai si assiste a spettacolari retromarce mediatiche, da parte dei pagliacci che – in televisione – hanno graziosamente intrattenuto, per due anni, il pubblico degli atterriti, mentre l’economia crollava e l’élite euro-atlantica poneva le basi per una ristrutturazione ultra-autoritaria della società post-democratica. In molti, oggi, sperano che la bufera passi da sola: e infatti tirano un sospiro di sollievo, quando il viceministro e la virostar annunciano imminenti allentamenti. Diversa la linea di condotta di migliaia di esercenti: semplicemente, si rifiutano di obbedire. E lo dicono apertamente, lo scrivono: nel mio negozio si entra anche senza Green Pass. Diserzione, resistenza civile generalizzata. “Perdonare” i gestori della sanguinosa impostura, ove facessero dietrofront? Questo mai, promette l’avvocato Fusillo: innanzitutto bisogna ottenere giustizia, senza sconti per nessuno. Viceversa, l’aria della palude resterebbe irrespirabile: a prescindere dalle eventuali svolte che l’immonda sub-politica dovesse intraprendere.(Giorgio Cattaneo, 8 febbraio 2022).Forse qualcuno non ha ancora compreso la portata del divorzio civile, fra italiani e italiani, determinato dalla gestione ampiamente delinquenziale della pseudo-emergenza sanitaria. Una tragica pagliacciata, costata migliaia di vittime e milioni di “feriti”, recitata dai governi Conte e Draghi sulla pelle dei cittadini. Il tutto con il tacito avallo delle massime istituzioni e l’esplicito incoraggiamento del potere locale più anziano, quello che risiede oltre il Tevere e che un tempo non esitava a bruciare vivi i suoi avversari. Vero, il profilo del disastro è globale, grazie a lestofanti di ogni risma: ma l’impatto della “pia frode” è eminentemente occidentale, visto che oltre due terzi del pianeta non hanno abboccato all’amo e, appena possibile, hanno abbandonato tutte le restrizioni suicide. Epicentro della farsa, l’Italia: siamo il paese dove ai cittadini è ora impedito persino di accedere liberamente a molti negozi, ai servizi (Poste, uffici pubblici) e di disporre altrettanto liberamente del proprio denaro depositato in banca. Secondo vari legali, i profili penali dell’ultimo decreto Draghi contemplano diverse ipotesi di reato, dall’interruzione di pubblico servizio all’appropriazione indebita.
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Voi e il Tso permanente? Lasciamoci così, senza rancore
E hanno anche il coraggio di chiamarli “immunizzati”? Sono proprio loro, dice il virologo Crisanti, a diffondere i contagi. L’anziano Montagnier, ormai bannato dai media come un qualsiasi demente, avverte: dopo la terza dose, generalmente, il test Hiv rivela che il soggetto è immunodepresso, reso fragile, esposto a molti rischi non avendo più le difese naturali di cui era dotato prima di sottoporsi al fatale inoculo C-19. Bene: il governo che ha ostinatamente oscurato le cure, mettendo virtualmente in pericolo migliaia di malati, oggi racconta di voler “riaprire” il paese, ma solo ai cittadini che si saranno sottoposti al Tso. Non così tanti, evidentemente, visto il tracollo dell’economia (ristoranti e negozi deserti, come gli alberghi). Non così tanti, gli “immunizzati”, visto l’accanimento con cui le autorità perseguitano chi intende sottrarsi al ricatto. Questione di principio: perché mai piegarsi al diktat di chi tuttora scoraggia i medici e ostacola le terapie?Forse, chi ancora indugia appresso al teatrino politico (la recita quirinalizia, i distinguo della Lega, i dubbi sulla tenuta dell’esecutivo) sottovaluta la frattura profonda tra la base e il vertice, l’abisso che ormai separa milioni di cittadini dall’establishment che li gestisce, mentendo ogni giorno a reti unificate. Due anni di frottole surreali hanno costretto vaste fasce sociali a difendersi da sole: è arduo immaginare che possa essere ricomposta, un giorno, l’abissale diffidenza accumulata nei confronti di autorità così inaffidabili. I cittadini – in Italia, in particolare – sono stati sottoposti a una tempesta ininterrotta, fatta di nefandezze inenarrabili (sui cui risvolti anche eventualmente criminosi, non a caso, sono in corso indagini giudiziarie). Sempre sulla base dell’omissione e della menzogna, oggi, si pretendono comportamenti inaccettabili. Restrizioni, coercizioni, discriminazioni inaudite. Qualcuno davvero pensa che possa riemergere, da queste macerie, una qualche libera civiltà politica dal sapore ancora vagamente democratico?Se il pessimista tende a volgersi al peggio, l’ottimista – viceversa – dirà che i copioni delle umane vicende sono sempre imprevedibili, e che la storia rivela immancabilmente risorse insospettabili. Ma chi ha finora resistito alla menzogna (documentandosi, difendendosi) come potrà convivere in armonia con i poveretti che ancora circolano a viso coperto, o con gli esercenti che dovessero davvero pretendere l’esibizione del lasciapassare? Banche, uffici pubblici, Poste: il carattere zootecnico e autoritario dell’attuale potere è ormai tristemente palese. Qualcuno, lassù, ha pensato di dividere l’umanità, indebolendola: e ci è riuscito. Parlano da soli i milioni di sudditi inebetiti dall’ignoranza e dalla paura, torturati dal ricatto, vessati dalle proibizioni e oggi rassegnati a subire anche in eterno qualunque imposizione, ancorché folle. Il mostruoso esperimento – condotto a partire dall’Italia – non è ancora finito: si punta alla piena e definitiva sottomissione. La politica? Dovrebbe dire una sola parola: ora basta. Ma non la pronuncia. E allora viene in mente quella vecchia canzonetta melensa: lasciamoci così, senza rancore. Insieme, non possiamo più andare da nessuna parte.E hanno anche il coraggio di chiamarli “immunizzati”? Sono proprio loro, dice il virologo Crisanti, a diffondere i contagi. L’anziano Montagnier, ormai bannato dai media come un qualsiasi demente, avverte: dopo la terza dose, generalmente, il test Hiv rivela che il soggetto è immunodepresso, reso fragile, esposto a molti rischi non avendo più le difese naturali di cui era dotato prima di sottoporsi al fatale inoculo C-19. Bene: il governo che ha ostinatamente oscurato le cure, mettendo virtualmente in pericolo migliaia di malati, oggi racconta di voler “riaprire” il paese, ma solo ai cittadini che si saranno sottoposti al Tso. Non così tanti, evidentemente, visto il tracollo dell’economia (ristoranti e negozi deserti, come gli alberghi). Non così tanti, gli “immunizzati”, visto l’accanimento con cui le autorità perseguitano chi intende sottrarsi al ricatto. Questione di principio: perché mai piegarsi al diktat di chi tuttora scoraggia i medici e ostacola le terapie?
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Siamo lo zimbello del mondo: vogliono far esplodere l’Italia
Ve ne siete accorti? Ormai siamo diventati lo zimbello del mondo. Tutti stanno andando in una certa direzione, ogni Stato smantella un po’ alla volta queste restrizioni, e noi no. Il governo continua a fare Consigli dei Ministri per rafforzare e restringere: non si va più in Posta, in banca; e poi, un po’ alla volta, vedrete, ne faranno anche altre. E’ questo è tutto normale. Lo sappiamo: il nostro è un paese speciale, nel quale sta avvenendo – letteralmente – un esperimento sociale, in cui si vuol vedere fino a che punto l’umanità può sopportare le vessazioni (soprattutto l’umanità italiana, che è molto particolare: perché ha un enorme potere erotico inespresso). Chi ci amministra, dunque, sta spingendo: questi non mollano, e insistono. Noi abbiamo imparato a gestire quegli stimoli: non con delle reazioni, ma con delle interiorizzazioni. Il mio invito a “stare fermi” è costante, affinché avvenga una crescita, dentro di noi. Questo ci ha permesso di giungere sin qui, con 7 milioni di persone che sono rimaste integre.Abbiamo preservato una qualità genetica: dentro, abbiamo ancora del sangue “solare”, mentre in altri corpi stanno scorrendo altre tipologie di sangue. Noi abbiamo conservato una nostra essenza naturale, oltre ad aver protetto una nostra integrità morale: siamo stati l’esempio di ciò che la parola “dignità” esprime. Da una parte, oggi, si sta delineando un contesto sociale dilaniato: mai, prima d’ora, la socialità individuale era stata così compromessa. Poi c’è la socialità collettiva: pensiamo alle grandi separazioni che sono avvenute all’interno delle famiglie, delle coppie, dei gruppi di amici; nelle aziende, nelle scuole. Tutto è difficoltoso, alterato: anche fare un acquisto in un negozio, o mangiare una pizza, o andare a pagare una bolletta. E il governo continua a premerci in quella direzione. Ebbene, tutto questo crea grosse lacerazioni: alcune persone sono convintissime che il Green Pass sia la soluzione di tutti i mali, la chiave d’accesso al paradiso, e non si fanno problemi a discriminare e perseguitare chi invece ha fatto una scelta diversa. Pensate, hanno persino educato i bambini a fare controlli sul pulmino, per vedere chi ha il Green Pass.In tutto questo c’è una crisi economica mostruosa, che ora si farà sentire: le bollette aumenteranno del 50%, e un’intera area produttiva non potrà più lavorare. Stiamo andando incontro a una situazione che viene fatta peggiorare, di giorno in giorno, dai continui interventi da parte del governo. Non c’è un solo intervento che vada nella direzione di ridare libertà al popolo italiano. Ma il quadro non può peggiorare in eterno: la pazienza prima o poi finisce. E dato che il governo non intende recedere, a breve si arriverà inevitabilmente alla rottura di questo equilibrio. L’elastico teso non potrà resistere all’infinito: e la rottura potrà creare anche reazioni violente. Questi pseudo-governanti stanno portando la popolazione, letteralmente, ad uno scontro: lo intravedo entro la fine di questo mese. Si arriverà allo scontro perché una parte dei perseguitati non avranno più intenzione di continuare a essere seviziati in questo modo. Se ti spiegano che non potrai più andare in banca a prelevare i tuoi soldi, capisci che in questo non c’è più niente, di sanitario (non ce n’è mai stato, fin dall’inizio). E se ti guardi attorno, adesso scopri che tutti gli altri paesi stanno smantellando le restrizioni.Alcuni paesi cominciano a portare in piazza una certa energia: abbiamo visto quello che sta succedendo in Canada, dove il premier è dovuto letteralmente scappare. Lo stesso sta accadendo in Olanda, dove si cominciano a creare manifestazioni differenti. Se chi governa non cambia atteggiamento, prima o poi allo scontro si arriva. E a me sembra che siano proprio loro, a volerlo: viceversa, solo una persona priva della capacità di intendere e volere potrebbe insistere nel molestare la gente all’infinito, pensando di non subire conseguenze. A un certo punto, capite, tutti possono sentirsi legittimati a “perdere la brocca”. Ecco, io la sento crescere fortemente, questa tensione. Sabato ero a Torino e ho visto la nostra piazza: così stabile e matura, così ferma, così già orientata a costruire il nuovo. Ma c’è una quota di umanità che necessita di fare altre esperienze. Chi non ha la nostra cultura della gestione energetica non elabora le esperienze come abbiamo fatto noi, è ancora nella fase reattiva. Un po’ come nel calcio: c’è chi sa tenere palla, e c’è l’attaccante che tocca un solo pallone ma fa goal.Sta succedendo anche in Italia: una quota di umanità è diventata letteralmente una polveriera. Ci sono piazze stabili, come le nostre, e ci sono autentiche polveriere. Cosa racconti, a una persona che ha un’impresa e ora si trova a dover fallire, perché un po’ alla volta non circola più un quattrino nell’economia reale? Cosa gli racconti, che c’è ancora un’emergenza sanitaria? Noi, sì, abbiamo investito in altro: siamo quella parte di umanità che sta già costruendo il nuovo. Ma c’è una parte di umanità che invece è pronta a saltare per aria per far finire il vecchio, per raderlo al suolo. E nessuno ha il potere di fermarla, perché sono dinamiche più grosse dell’umanità e del singolo individuo. Quando scoppia – passatemi il termine – una rivoluzione, è perché esplodono dinamiche più forti delle persone. In Italia sto vedendo questo: una inesorabile, ineluttabile deriva verso uno scenario anche cruento. E allora penso alla mia parte, a chi è rimasto fermo.Penso a noi 7 milioni, che abbiamo permesso alla magistratura di muoversi avendo le spalle un po’ più larghe. Penso ai nostri medici, ai nostri avvocati. Penso cioè a chi ha scelto di resistere, conservare l’umano e, parallelamente, costruire il nuovo. A tutti loro continuo a dire: sitaimo fermi. Ovvero: continuamo a sviluppare il nuovo tipo di società che stiamo creando. Sull’altra parte, invece, non ho potere. Non posso esortare nessuno a stare fermo. Non posso intervenire su chi ha una diversa struttura animica. Non posso oppormi a un flusso che è più grande di noi. Il governo sta continuando a togliere mattoni, quindi tra un po’ l’edificio crolla. E visto che non ha la minima intenzione di invertire la rotta, lo dico: questo governo è l’unico responsabile di tutto quello che potrebbe accadere. E badate: ci sono milioni di italiani che stanno facendo di tutto, per arrivare a questo scontro. Quando il titolare di un ristorante continua a tenere aperto, pur sapendo di esser stato preso in giro e pur sapendo che stanno facendo del male a tante persone, e però se ne frega altamente, be’, anche lui sta andando in quella direzione.Migliaia di aziende hanno finto che non fossero mai stati calpestati alcuni diritti: non solo diritti dei lavoratori, anche diritti umani. E hanno sposato appieno questa situazione, che – anzi – a qualcuno ha fatto anche comodo. Ecco: quelle aziende sono pienamente compartecipi di quello che sta succedendo. O almeno, lo sono fino a un certo punto: perché il governo, se volesse, avrebbe sempre la capacità di smantellare le restrizioni e creare condizioni diverse. Ma dietro al governo ci sono intelligenze superiori, rispetto a quelle umane: non pensate che sia Speranza, a gestire la sanità italiana. Sicché, mi viene da pensare – ripeto – che siano proprio loro, a volerci portare a questo: in fondo, è un’esperienza che l’Italia non ha mai vissuto. Se qualcuno pensa che questa situazione si possa ancora risolvere con una discussione fatta a tavolino, si sbaglia di grosso.Cosa pensare, quando vedi che gli studenti universitari vengono presi a bastonate? Non è lo scontro, che il governo cerca? Fino alla fine, io vi esorterò a portare le nostre energie nella costruzione del nuovo. Però posso mettere nero su bianco – qui, adesso – che, se loro continuano a mantenere queste restrizioni, e ad aumentarle (nonostante non vi sia più alcuna emergenza sanitaria, nonostante lo dica anche la scienza, nonostante il resto del mondo stia ormai facendo il contrario dell’Italia), allora temo che non si possa che andare a uno scontro molto violento: perché c’è una quota di umanità italiana che ha bisogno di vivere quel tipo di esperienza. Quindi prepariamoci un po’ a tutto, perché lo scenario mi sembra molto chiaro.(Michele Giovagnoli, video-intervento su Facebook il 31 gennaio 2021).Ve ne siete accorti? Ormai siamo diventati lo zimbello del mondo. Tutti stanno andando in una certa direzione, ogni Stato smantella un po’ alla volta queste restrizioni, e noi no. Il governo continua a fare Consigli dei Ministri per rafforzare e restringere: non si va più in Posta, in banca; e poi, un po’ alla volta, vedrete, ne faranno anche altre. E’ questo è tutto normale. Lo sappiamo: il nostro è un paese speciale, nel quale sta avvenendo – letteralmente – un esperimento sociale, in cui si vuol vedere fino a che punto l’umanità può sopportare le vessazioni (soprattutto l’umanità italiana, che è molto particolare: perché ha un enorme potere erotico inespresso). Chi ci amministra, dunque, sta spingendo: questi non mollano, e insistono. Noi abbiamo imparato a gestire quegli stimoli: non con delle reazioni, ma con delle interiorizzazioni. Il mio invito a “stare fermi” è costante, affinché avvenga una crescita, dentro di noi. Questo ci ha permesso di giungere sin qui, con 7 milioni di persone che sono rimaste integre.
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“Oggi le sigarette, domani il vino e le mignotte: sono finiti”
«Se ora s’attaccano alle sigarette, e domani magari pure al vino e alle mignotte, vuol proprio dire che sono finiti». Sintesi perfetta, in idioma lucchese, firmata dal maestro Andrea Colombini, direttore d’orchestra. Con la sua infaticabile intelligenza e la sua verve sarcastica, Colombini dà voce all’anima della resistenza civile italiana di fronte al grottesco stritolamento delle libertà di tutti, inflitto (grazie anche a una buona dose di ottusità diffusa) con l’alibi della più grande “pandemia di asintomatici” della storia. Morale? Il governo dei pagliacci ora si appresta ad allestire l’apartheid del Tso anche per banche, sportelli pubblici, uffici postali e negozi, incluse le tabaccherie. Scelta davvero illuminata e strategica, per far perdere la pazienza ai santi: come se un genio del male si divertisse a mostrare l’infinita idiozia dei provvedimenti, inutilmente cattivi, improntati alla vessazione e alla persecuzione. Un po’ come quando i nazisti, ormai consapevoli di essere sconfitti – dice il musicista toscano – si ridussero a procurare il maggior danno possibile, per rabbia, di fronte a un destino ormai segnato.Il furore più grande – sottolinea ancora Colombini, in web-streaming con Riccardo Rocchesso (giornalista, animatore di “100 Giorni da Leoni”) – deriva dalla prova di forza messa in atto da milioni di italiani: pur radicalmente contrari alle misure criminal-demenziali della “democratura” chiamata Draghistan, hanno accuratamente evitato di abboccare all’amo della violenza. «State fermi», ha incessantemente raccomandato l’alchimista Michele Giovagnoli, altro mattatore delle piazze, sodale di Colombini. Agli ultimi decreti-vergogna, la communiy di Giovagnoli (“Essere Solare”) risponde così: affiggendo un cuore sulle vetrine dei negozi, per invitare i clienti a entrare comunque. Si chiama disobbedienza civile: ne è stata campionessa Rosanna Spatari, titolare della Torteria di Chivasso (Torino). Assistita dall’avvocato Alessandro Fusillo, ha lottato come una leonessa per tenere aperto il suo bar. Alla fine, la Corte di Cassazione le ha dato ragione. Ed è solo un esempio, il suo, di questa nuova “Italia che resiste”, come un tempo cantava l’oggi silente De Gregori, sordomuto come tantissimi suoi illustri colleghi.Storie che esemplificano – per i non addetti – la nozione scientifica di “speciazione”: una parte dell’umanità si separa dal “volgo disperso che nome non ha”, per tracciare una nuova traiettoria evolutiva. Esempio: alle ultime elezioni amministrative, lo scorso ottobre ha votato solo un italiano su due. E nelle grandi città, ai ballottaggi, ha raggiunto le urne appena un elettore su tre. Oggi, come ricorda Andrea Colombini, pare che il problema numero uno del paese sia l’identità del successore di Mattarella. Partiti e giornali non parlano d’altro. Peccato che i partiti facciano ridere la maggioranza dei cittadini, e che i giornali non li legga più nessuno. C’è qualcosa di addirittura empio, forse, nel voler comunque celebrare il rituale democratico del Colle, come se fossimo ancora in un regime pienamente democratico, in tempo di pace. Vivono, lorsignori, in un mondo parallelo? Pensano davvero che importi a qualcuno, se al Quirinale salirà l’ometto che – dopo aver chiuso i bancomat della Grecia – ora si appresta a blindare anche le tabaccherie italiane?Lo stesso Colombini, inveterato toscanaccio sempre incline al vernacolo, fa i conti in tasca ai galantuomini tuttora sul ponte di comando. E’ semplice, dice: hanno perso. Presto non controlleranno più il paese, e lo sanno: gli italiani faranno di testa loro, come sempre (“fatta la legge, trovato l’inganno”). Dicono che alla manifestazione di Roma il 15 gennaio c’erano poche migliaia di persone? Ridicolo, erano almeno 350.000. Continuano a mentire? Sì: pare non sappiano fare altro. Ma chi li sta più ad ascoltare? Sempre meno persone. Che fai, imponi il mitico tampone anche a chi ha subito tre dosi di siero magico? E allora, dice Colombini, poi non ti devi stupire se milioni di italiani, quella famosa terza dose, non la faranno mai. E quindi come ti regoli, li chiudi tutti in casa? Auguri. Già oggi, bar e ristoranti hanno dimezzato i clienti. E il settore turistico alberghiero (dell’Italia, notare) sconta perdite catastrofiche: all’appello manca l’80% del volume d’affari. La scuola? Nel caos: decine di migliaia di insegnanti in quarantena, benché sottoposti all’inoculo sperimentale mRna.Bella, la storia del siero magico. Non immunizza nessuno, ma ora viene imposto come Tso. E nel frattempo – storia ancora più bella – si continua a far finta che le normali cure non esistano: è l’unico sistema, per sperare di vedere ancora qualche ricovero. Per il Tar del Lazio, il protocollo-Speranza (Tachipirina e vigile attesa) è autolesionistico: è da pazzi impedire ai medici di curare i pazienti, usando i farmaci adatti in tempi ragionevoli. La sentenza è stata appena sospesa: ma per quanto, ancora, la verità potrà essere tenuta sotto il tappeto? Colombini cita il profeta supremo della sciagura mondiale, sua maestà Bill Gates. In tono più che dimesso, ha capitolato: abbiamo fallito, ha ammesso. La maggior parte della popolazione del pianeta non si è sottoposta ai nostri sieri e vede in opera un grande complotto. E vorrei vedere, chiosa Colombini: proprio Bill Gates aveva auspicano un bel taglio demografico, a nostre spese.In altre parole, il Grande Reset è abortito. C’è rimasto sotto solo l’Occidente, e neppure tutto. La stampa inglese ha appena dato risonanza all’ultima sortita ufficiale dell’Oms: i sieri genici C-19 non sono più necessari. Molti paesi europei – Spagna in testa – hanno voltato pagina. Solo Austria e Francia paiono voler seguire l’esempio italiano: il peggiore. Ma sembrano in preda, ormai, a una quasi-disperazione. Un’altra fetta di verità arriva, a valanga, dallo Spallanzani di Roma, che ha analizzato i dati di San Marino: il vaccino russo Sputnik (vaccino vero, in quel caso) funziona molto meglio dei sieri genici in circolazione da noi, e non crea nessun problema all’organismo. Alla fine del suo cupo regime, il dittatore rumeno Nicolae Ceaucescu lasciò il palazzo presidenziale scappando via con l’elicottero per sfuggire all’assedio popolare. Raccomanda Colombini: noi invece continuiamo così, stiamo fermi e rinunciamo al Green Pass. Semmai, ridiamogli in faccia. E’ quello che si meritano. «Oggi le sigarette, domani il vino e le mignotte: sono finiti». E buon Quirinale a tutti.(Giorgio Cattaneo, 21 gennaio 2022).«Se ora s’attaccano alle sigarette, e domani magari pure al vino e alle mignotte, vuol proprio dire che sono finiti». Sintesi perfetta, in idioma lucchese, firmata dal maestro Andrea Colombini, direttore d’orchestra. Con la sua infaticabile intelligenza e la sua verve sarcastica, Colombini dà voce all’anima della resistenza civile italiana di fronte al grottesco stritolamento delle libertà di tutti, inflitto (grazie anche a una buona dose di ottusità diffusa) con l’alibi della più grande “pandemia di asintomatici” della storia. Morale? Il governo dei pagliacci ora si appresta ad allestire l’apartheid del Tso anche per banche, sportelli pubblici, uffici postali e negozi, incluse le tabaccherie. Scelta davvero illuminata e strategica, per far perdere la pazienza ai santi: come se un genio del male si divertisse a mostrare l’infinita idiozia dei provvedimenti, inutilmente cattivi, improntati alla vessazione e alla persecuzione. Un po’ come quando i nazisti, ormai consapevoli di essere sconfitti – dice il musicista toscano – si ridussero a procurare il maggior danno possibile, per rabbia, di fronte a un destino ormai segnato.
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Verità e giustizia: è sempre giovane il sole della resistenza
Li allinearono all’alba, in montagna. Il comandante, Giulio Nicoletta (calabrese di Crotone, socialista, tenente dei carristi) spiegò loro che i nazisti avevano appena fucilato 51 ostaggi civili, giù a Cumiana. I prigionieri – Ss italiane e sottufficiali tedeschi – pensarono: ecco, ora ci fucilano per rappresaglia. E invece no: non vi fuciliamo, precisò il comandante, perché i vostri hanno in mano ancora cento ostaggi rastrellati per la strada. E non vi fuciliamo, soprattutto, perché non siamo bestie, noi. Lo scambio infine avvenne, e che scambio: militari contro civili inermi. Un anno dopo, a Torino – il 26 aprile, tra gli ultimi spari – il comandante si sentì chiamare. Erano loro, i prigionieri dell’anno prima. Ma ormai, vestiti anch’essi da partigiani. Abbiamo disertato, gli spiegarono, poco dopo esser stati rilasciati. Non erano bestie, nemmeno loro. E avevano imparato. Avevano anche visto che i partigiani rilucevano di una speciale bellezza giovane: ridevano. Quando potevano, nonostante tutto, suonavano e cantavano. Ballavano. Nel sangue avevano il futuro, non il lutto.Tachipirina e vigile attesa: per il Tar del Lazio, è stato folle impedire ai medici di curare i pazienti. Due anni dopo, gli inservienti del grande potere oscuro insistono: ai loro tirapiedi dei media fanno tuttora contare i contagi e possibilmente i ricoveri, senza mai ricordare che i protocolli per le efficacissime cure domiciliari non sono ancora stati varati. Se Conte poteva accampare qualche attenuante, raccontando la storiella della catastrofe inaspettata (e certo amplificata in ogni modo, anche dalla richiesta di evitare le autopsie), per Draghi non esistono alibi possibili. Alcuni legali, spiega Andrea Colombini, stanno predisponendo le denunce: concorso in strage colposa. Questo è il punto davvero dirimente, oggi oscurato dalla barzelletta dei non-vaccini (che non immunizzano nessuno). Non-vaccini che, per essere imposti, avevano bisogno esattamente di quello: di tanta inutile Tachipirina, di tanta pericolosa attesa. Lo hanno fatto, lo hanno rifatto, e continuano tuttora a farlo. Tanto, la colpa – per i telegiornali, per i ministri – è dei cosiddetti No-Vax, i renitenti al Super Green Pass.A proposito: secondo Confesercenti, nella sola Torino, la demolizione controllata dell’economia italiana (disposta dai signori che manovrano il governo Draghi) costa qualcosa con un milione e mezzo di euro al giorno. E il bello deve ancora arrivare, con l’ultima stretta in scadenza. Quanti sono, i cittadini muniti di terza dose? Non più del 35%, secondo lo stesso Colombini (una delle voci della resistenza civile). Per Michele Giovagnoli, altro esponente dell’Italia libera, sono 6,7 milioni le persone finora sottrattesi all’inoculo. Vanno sommate a chi ha subito la prima e la seconda dose, ma ora esitano di fronte alla terza: e infatti disertano bar e ristoranti (e domani, anche i negozi). Non sono tutti cretini: le ascoltano, le parole pronciate a Milano dal grande Luc Montagnier. Giovagnoli, che predica incessantemente la nonviolenza, paventa comunque il rischio di disordini entro febbraio. Spiega: la menzogna governativa è ormai talmente scoperta, e talmente persecutoria, da non poter produrre altro che rabbia e disperazione. Persino in un paese come il nostro, sempre riluttante di fronte alla possibilità di vere rivolte.Ben diverso, dice Michele, il caso della Francia: la sua rivoluzione cambiò il mondo. L’Italia sembra più immatura, più adolescente, anche se ha prodotto l’Impero Romano e quello vaticano, il Rinascimento, il fascismo e tante altre cose. Non è un caso – insiste Giovagnoli – che oggi il male infierisca sui due paesi europei storicamente dotati di maggior potenziale creativo, proprio mentre la Gran Bretagna festeggia la ritrovata libertà (zero restrizioni, nessuna emergenza sanitaria) e la stessa Spagna annunci di voler chiedere all’Ue di declassare il Covid, nella variante Omicron, al rango di semplice influenza, senza più alcun bisogno di politiche speciali. Da noi no, la musica è ben diversa: in attesa che la verità finisca di emergere anche ufficialmente, magari per via giudiziaria, questo potere colpevole e bugiardo (che la verità la conosce benissimo) va avanti per la sua strada, verso il baratro, sapendo di fare il male deliberatamente. Fino a quando? Già a luglio, si sbilancia Giovagnoli, assisteremo alle prime, grandi sorprese. In altre parole: la farsa ha ormai i mesi contati.Certo, agli italiani tocca soffrire ancora. Chi è riuscito a resistere al ricatto, oggi vede benissimo l’infinita debolezza (civile, politica) di chi invece all’estorsione ha ceduto: vede cioè che il ricatto aveva l’effetto magico di oscurare le cure, la drammatica necessità delle terapie. Cedere, in fondo, significava dire: vi diamo partita vinta, cose se davvero foste detentori di una parte di verità. Ma senza verità – ripeteva Giuletto Chiesa – non c’è alcuna possibilità di ottenere libertà e quindi giustizia. Proprio verso il raggruppamento di Ferruccio Parri (Giustizia e Libertà) inclinava la 43esima divisione autonoma della Val Sangone, sui monti fra Torino e Pinerolo. Era una specie di Cln in armi: la brigata garibaldina del padre di Piero Fassino convineva con quella (monarchica) del marchese Felice Cordero di Pamparato, nome di battaglia Campana, cui poi il capoluogo piemontese intitolò la storica sede universitaria delle facoltà umanistiche.Ebbi la fortuna di conoscere personalmente Giulio Nicoletta. Un uomo di pace, costretto dalla storia a fare il guerriero: scelto come comandante di divisione proprio per la sua capacità di conciliare anime tanto diverse. In casa, aveva conservato come una reliquia la pistola Luger avuta in dono dal generale delle Ss Peter Hansen, con il quale nel 1944 aveva trattato il rilascio degli ostaggi superstiti di Cumiana. Per sviare testimoni e interpreti, i due si erano parlati in latino. Ora l’ho capito, gli disse il generale, nella lingua di Cicerone: se fossi italiano – scandì – sarei anch’io partigiano. Prima regola: tirar fuori il coraggio. Mezzo secolo dopo, alla valle di quei combattenti, il Quirinale conferì una medaglia al valor militare. A una condizione: che nella cerimonia non pronuciassero mai la parola “fascismo”. Lo aveva imposto Oscar Luigi Scalfaro, spaventato dalla Lega di Pontida: la storia andava riscritta, per non rianimare il fantasma della guerra fratricida fra italiani. Me lo confidò lo stesso Nicoletta, con un groppo in gola, poco prima di prendere la parola, al sacrario dei loro caduti. Poi, quando toccò a lui, guardò in faccia il presidente Scalfaro. E vuotò il sacco: non era stata solo colpa dei tedeschi. Né si diventa partigiani per caso. Bisogna lottare, per la libertà. E qualcuno deve pur farlo.(Giorgio Cattaneo, 17 gennaio 2022).Li allinearono all’alba, in montagna. Il comandante, Giulio Nicoletta (calabrese di Crotone, socialista, tenente dei carristi) spiegò loro che i nazisti avevano appena fucilato 51 ostaggi civili, giù a Cumiana. I prigionieri – Ss italiane e sottufficiali tedeschi – pensarono: ecco, ora ci fucilano per rappresaglia. E invece no: non vi fuciliamo, precisò il comandante, perché i vostri hanno in mano ancora cento ostaggi rastrellati per la strada. E non vi fuciliamo, soprattutto, perché non siamo bestie, noi. Lo scambio infine avvenne, e che scambio: militari contro civili inermi. Un anno dopo, a Torino – il 26 aprile, tra gli ultimi spari – il comandante si sentì chiamare. Erano loro, i prigionieri dell’anno prima. Ma ormai, vestiti anch’essi da partigiani. Abbiamo disertato, gli raccontarono, poco dopo esser stati rilasciati. Non erano bestie, nemmeno loro. E avevano imparato. Avevano anche visto che i partigiani rilucevano di una speciale bellezza giovane: ridevano. Quando potevano, nonostante tutto, suonavano e cantavano. Ballavano. Nel sangue avevano il futuro, non il lutto.
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Sacchetti: il regime di Draghi abbaia, ma non morde
Dunque alla fine il regime di Draghi non ha fatto né l’obbligo vaccinale generalizzato né il certificato rafforzato per tutti i lavoratori. Invito gentilmente i lettori a prendere nota di tutti gli agenti della falsa controinformazione che fino a ieri hanno fatto credere il contrario. Ne abbiamo già parlato in diverse occasioni e questa credo sia l’ennesima dimostrazione di come questi soggetti agiscano da mantici del terrore e della paura e facciano esattamente il gioco del regime di Mario Draghi. Rovesciano addosso alle persone i peggiori scenari catastrofici e le più assurde ipotesi di deportazione dei non sierati o di irruzioni forzate nelle case delle persone per procedere alle vaccinazioni forzate. La missione di questa gente non è quella di aiutarvi a resistere, ma piuttosto è quella di spingervi a capitolare.Veniamo ora a quanto deciso dal regime di Draghi. Prima che qualcuno inizi a strapparsi i capelli e a lasciarsi andare all’isteria dobbiamo fare alcune precisazioni. Non c’è nessuna sospensione della pensione per gli over 50 pensionati né multe di vario tipo come qualche delinquente ha fatto credere, e anche in questo caso invito a depennare colui o coloro che hanno messo in giro queste assurde falsità. Nessuno può togliere le pensioni. Sono diritti indifferibili. A questo punto, anche nella remota ipotesi che facessero dei controlli praticamente impossibili da fare, di cosa avete timore se non ci sono sanzioni di nessun tipo? Veniamo adesso alla estensione del certificato rafforzato per i lavoratori over 50.Se leggiamo attentamente il testo c’è scritto in primo luogo che parte dal 15 febbraio. Successivamente viene subito detto che i dipendenti senza questo certificato verde possono “essere sospesi per un periodo non superiore a dieci giorni lavorativi” rinnovabili fino al 31 marzo 2022 senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro.Prima cosa da far notare. Il fatto che abbiano fatto coincidere gli effetti della sospensione con la fine dello stato di emergenza ci fa pensare che non vogliano spingersi oltre quella data. Ricordiamo sempre che devono esserci comunque dei controlli costanti e reiterati per verificare se il lavoratore ha questo certificato rafforzato o meno, e sappiamo che anche in molti luoghi di lavoro pubblici non chiedono nulla. Nel caso però di eventuali controlli, è possibile aggirare l’ostacolo andando nuovamente in malattia oppure prenotando l’appuntamento al centro vaccinale più in là per poi puntualmente disertarlo. Ci sono quindi spazi di manovra per aggirare queste misure. Tenete presente che sanno perfettamente che non possono continuare ancora a lungo perché si rischia la paralisi del settore pubblico, già duramente provato, a causa delle numerose assenze per malattie o ferie.Adesso l’obbiettivo deve essere quello di arrivare fino alla data del 31 marzo perché per loro diventa estremamente difficile continuare su questa china. Tra dieci giorni le forze dell’ordine e le forze armate scendono in piazza per protestare contro il regime di Draghi. La fuga dal Cdm odierno di Giancarlo Giorgetti, uno degli uomini più influenti dello stato profondo italiano, è stato il segnale che persino coloro che appartengono alla ristretta cerchia dell’uomo del Britannia iniziano a preparare un piano di fuga. E’ stato il segnale che molti, nelle stanze di Palazzo Chigi, sono perfettamente consapevoli che non è più possibile proseguire così. Le crepe sul muro del regime iniziano ad essere veramente troppe e sempre più vistose. A questo punto dobbiamo continuare a fare ciò che abbiamo fatto fino ad ora. Da un lato coinvolgere la piazza e marciare assieme alle forze dell’ordine e le forze armate che vogliono liberare il paese. Dall’altro praticare ostruzionismo ad ogni livello e impedire le inoculazioni. La dittatura mondialista voleva mettere all’angolo l’Italia, ma è l’Italia che, se tiene duro, può mettere all’angolo la dittatura mondialista.(Cesare Sacchetti, messaggio inoltrato in questi giorni su Telegram e ripreso su Facebook).Dunque alla fine il regime di Draghi non ha fatto né l’obbligo vaccinale generalizzato né il certificato rafforzato per tutti i lavoratori. Invito gentilmente i lettori a prendere nota di tutti gli agenti della falsa controinformazione che fino a ieri hanno fatto credere il contrario. Ne abbiamo già parlato in diverse occasioni e questa credo sia l’ennesima dimostrazione di come questi soggetti agiscano da mantici del terrore e della paura e facciano esattamente il gioco del regime di Mario Draghi. Rovesciano addosso alle persone i peggiori scenari catastrofici e le più assurde ipotesi di deportazione dei non sierati o di irruzioni forzate nelle case delle persone per procedere alle vaccinazioni forzate. La missione di questa gente non è quella di aiutarvi a resistere, ma piuttosto è quella di spingervi a capitolare.
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Sciopero della fame: il governo ci ha dichiarato guerra
Perché questo sciopero della fame? E’ lo Stato che ci condanna alla fame: siamo in 40 mila, attualmente, ad essere privati dell’intero stipendio, e tra pochi giorni forse anche di più. Chi commette colpe gravi, di lesione agli altri, viene sospeso con metà stipendio e mantiene assegno familiare per gli alimenti. A noi invece tolgono tutto, non ci restano neppure gli assegni familiari o indennità per alimenti. Ci vogliono prendere per fame. Lo sciopero della fame è questo: mostrare che lo Stato ci sta affamando. E’ una risposta nonviolenta alla deriva di uno Stato sempre più totalitario, che si sta appropriando del corpo dei cittadini. Prima di essere sospeso, facevo il tampone ogni due giorni; eppure vengo accusato di mettere a rischio la salute pubblica. Cosa rispondo? Che appunto non esiste alcuna logica sanitaria in questo provvedimento. E’ chiaro che si tratta di una misura punitiva riservata a dei dissidenti politici.Dobbiamo finalmente comprendere che ciò che più mette a rischio la salute di tutti noi, è la distruzione dello Stato di diritto. La storia ci racconta come nascono i totalitarismi: durante le emergenze, soprattutto se queste durano a lungo, le persone vengono private delle loro libertà fondamentali, umiliate, ricattate, annichilite nella loro dignità. La storia ci racconta che il virus dell’odio è il più grande pericolo per il benessere psicofisico di ogni comunità. Non mi sono mai considerato un professore, ma uno studente anziano che continua a guidare gli studenti più giovani: io non insegno, ma imparo insieme ai ragazzi, che sono compagni di viaggio. Come negli anni abbiamo insieme appreso storia e filosofia, così ho discusso con loro questa mia scelta. Ho spiegato che avevo bisogno di disobbedire ad un ordine ingiusto, per poter continuare ad essere libero di pensare, libero di dubitare, libero di proseguire la mia ricerca scientifica.I ragazzi mi hanno risposto con una grande comprensione. Ma la risposta più vera e profonda si vedrà negli anni. Ognuno semina qualcosa nell’animo altrui. Mi chiedo invece quali frutti nasceranno dai seminatori di odio. Perché questo tracollo della sinistra, ossessionata dal mito della sicurezza e dell’obbedienza, un tempo parole chiave della destra? Prima di essere “di sinistra” o “di destra”, occorre essere “umani”. Provare umanità, compassione, comprensione. Mettere al centro la dignità dell’uomo e della donna, prima di ogni ideologia. Senza questa comprensione il tracollo è inevitabile. Le idee sono lo strumento, ma l’obiettivo è l’essere umano. Purtroppo, spesso, nella storia, per seguire l’ideologia, si è perso di vista l’essere umano. Così è successo anche questa volta, e così siamo caduti in una guerra contro una minoranza di cittadini inermi.Sto ricevendo tantissimi messaggi di sostegno, da tutta Italia e anche da fuori Italia: tanti vogliono aderire allo sciopero. Ma non dobbiamo concentrarci in un solo modo di lotta; mi auguro sempre più disobbedienza pacifica. E’ l’unico modo per resistere al potere senza scatenare una reazione violenta spropositata. Ricordiamoci sempre che lo Stato ha armi e potere, noi abbiamo solo il nostro corpo. Le regole sono contraddittorie, i decreti ogni due settimane creano un senso di incertezza e controllo continuo. Credo che sia una scelta voluta. E’ una sorta di tortura psicologica verso tutti i cittadini, anche verso chi obbedisce. Nessuno, neppure chi obbedisce, sa più quanto durerà la propria libertà, quando dureranno i propri diritti. Per questo non devono esserci divisioni né odio né disprezzo tra vaccinati e non vaccinati. Tutti dobbiamo lottare per ripristinare lo Stato di diritto.(Davide Tutino, dichiarazioni rilasciate a Linda Maggiori per l’intervista “Siamo 40 mila, condannati alla fame”, pubblicata da “Pressenza” il 3 gennaio 2022. Professore di storia e filosofia di un liceo di Roma e referente del sindacato Fisi per il Lazio, Tutino è stato sospeso dall’insegnamento dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico e il 31 dicembre 2021 ha iniziato il suo sciopero della fame. Costretto a prenotare il proprio Tso, il 3 gennaio il professore si è presentato al centro vaccinale di Grottaferrata insieme all’avvocato Ida Nazzaro, uno dei legali dell’associazione “Umanità e Ragione”. Constatato il suo stato di deperimento fisico, il medico vaccinatore ha ritenuto di esentarlo dal trattamento. «Questo provvedimento apre una piccola, grande crepa nella norma sull’obbligo, ma soprattutto apre la strada ad una lotta nonviolenta di massa», ha dichiarato Tutino, che prosegue comunque il suo digiuno per chiedere che il governo fermi la “condanna alla fame” per decine di migliaia di cittadini, privati del lavoro e del pane per ragioni politiche, non sanitarie, e che tutti i dispositivi di sicurezza imposti dal governo, tamponi compresi, siano gratuiti per i lavoratori).Perché questo sciopero della fame? E’ lo Stato che ci condanna alla fame: siamo in 40 mila, attualmente, ad essere privati dell’intero stipendio, e tra pochi giorni forse anche di più. Chi commette colpe gravi, di lesione agli altri, viene sospeso con metà stipendio e mantiene assegno familiare per gli alimenti. A noi invece tolgono tutto, non ci restano neppure gli assegni familiari o indennità per alimenti. Ci vogliono prendere per fame. Lo sciopero della fame è questo: mostrare che lo Stato ci sta affamando. E’ una risposta nonviolenta alla deriva di uno Stato sempre più totalitario, che si sta appropriando del corpo dei cittadini. Prima di essere sospeso, facevo il tampone ogni due giorni; eppure vengo accusato di mettere a rischio la salute pubblica. Cosa rispondo? Che appunto non esiste alcuna logica sanitaria in questo provvedimento. E’ chiaro che si tratta di una misura punitiva riservata a dei dissidenti politici.
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Tutto, tranne la nostra coscienza: ci resta solo quella
«La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi», scrisse Karl von Clausewitz nel saggio “Della guerra”. Il conflitto bellico «non è dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi». Questo potrebbe contribuire a spiegare la natura squisitamente politica della guerra in corso, mentre si minacciano gli ultimi cittadini liberi: li si potrebbe braccare e stanare “casa per casa”, se ancora si ostinano a resistere a un ricatto imposto con la più spudorata delle menzogne, quella del fanta-vaccino che arginerebbe la fanta-pandemia. Sotto questo aspetto, è persino trascurabile l’atteggiamento di chi seguita a discorrere di politica (come se fossimo ancora in tempo di pace), magari calandosi – come fanno tutti i partiti – nelle gustose trame quirinalizie.Diversi anni fa, oscuramente presagendo un’incombente catastrofe, Giulietto Chiesa scomodava a sua volta la storia, naturalmente a modo suo: avete idea, ripeteva, di cosa dev’esser stato il più impensabile degli eventi antichi, cioè il crollo dell’Impero Romano? Perché si cada rovinosamente in una calamità di tale portata, deve occorrere un mosaico complesso di condizioni. Non che ne manchino più molte, oggi. Basta ascoltare il primo ministro italiano che sciorina numeri a caso, tra gli applausi, riguardo all’ultima terribile “variante”. L’ipnosi è quasi assoluta, quasi totalitaria. Tutti i fondamenti-cardine del vecchio mondo, repubblicano, sono praticamente crollati o sono stati svuotati. Un silenzio livido emargina la verità, lasciando sole milioni di persone. La parola tradimento può suonare persino eufemistica, mentre l’economia minuta – nel frattempo – non fa che franare nel caos e nella paura generalizzata.Leggendo il libro “L’altra Europa”, di Paolo Rumor, si apprende che Paolo di Tarso – considerato “l’inventore” della narrazione cristiana – agiva per conto del network occulto (“La Struttura”) a cui obbediva, ad esempio, anche lo storico giudeo-romano Giuseppe Flavio, che avrebbe contribuito a trasferire nell’Urbe il nuovo “format”, destinato infine a scardinare lo stesso Impero Romano. Se Costantino sdoganò quella narrativa, per imporla fu comunque necessario il successivo editto di Teodosio: credo obbligatorio, religione di Stato. Durissime sanzioni, nell’anno 380, furono poste sul capo della stragrande maggioranza dei cives: solo il 15% di essi, si calcola infatti, avevano aderito al monoteismo di San Paolo. Guerra generalizzata contro i cittadini, Grande Reset ante litteram. Guerra ideologica, persecuzioni, esercizio violento del potere. Tutto, oggi come allora, è nelle mani dei decisori. Tutto, tranne la nostra libera coscienza.«La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi», scrisse Karl von Clausewitz nel saggio “Della guerra”. Il conflitto bellico «non è dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi». Questo potrebbe contribuire a spiegare la natura squisitamente politica della guerra in corso, mentre si minacciano gli ultimi cittadini liberi: li si potrebbe braccare, stanandoli “casa per casa”, se ancora si ostinassero a resistere a un ricatto imposto con la più spudorata delle menzogne, quella della fanta-pozione che arginerebbe il fanta-morbo incontenibile. Sotto questo aspetto è persino irrilevante, ormai, l’atteggiamento di chi seguita a discorrere di politica (come se fossimo ancora in tempo di pace), magari calandosi – come fanno tutti i partiti – nelle gustose, amene trame quirinalizie.
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L’apartheid farà a pezzi anche chi oggi si crede al sicuro
“Natale, allarme negli hotel: arrivi in diminuzione del 70 per cento”. Stanno portando un paese come l’Italia, in cui il turismo vale il 15% del Pil, alla distruzione, col placet della maggioranza della popolazione che crede nella narrazione pandemica e avalla l’apartheid di Stato. Non vi lamentate se non fate nulla per opporvi, questo è solo l’inizio, prima o poi toccheranno anche l’orticello di quelli che si credono furbi perché obbedienti. (…) Fanno più ribrezzo gli artefici del regime, i collaborazionisti o gli utili idioti, che non hanno capito nulla ma aderiscono con entusiasmo all’apartheid di Stato? Ormai la nostra società è così malata, resa psicotica da decenni di subcultura neoliberista, basata su una narrazione irreale e aridamente materialista, da non rendersi conto del proprio stato di delirio.
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Uomini e topi: si può immaginare qualcosa di più sordido?
Si può immaginare qualcosa di più sordido, in un paese occidentale, dell’impudenza con cui il tecno-burocrate più pericoloso d’Europa finge di intervenire in materia sanitaria al solo scopo di ottenere la sottomissione dei sudditi, dopo essersi rifiutato – letteralmente – di adottare misure essenziali per la protezione della popolazione, raccomandate da centinaia di medici? Caduti anche gli ultimi veli della grande finzione politico-pandemica, il punto dirimente – la scandalosa, perdurante rinuncia ad adottare opportuni protocolli terapeutici domiciliari, per un’affezione normalmente curabile da casa – mette a nudo il reale intento del potere internazionale che sta utilizzando l’Italia come cavia e come battistrada. Obiettivo: provare ad archiviare quel che resta della democrazia liberale, in Occidente, con le sue Costituzioni antifasciste, come quella italiana, messa a guardia di uno Stato di diritto che, nella sostanza, sembra non esistere quasi più.L’oltraggiosa, ipocrita narrazione incarnata dal tecno-bankster di ieri propone un orizzonte sterilizzato e disanimato, un’economia della disciplina destinata a bestiame d’allevamento, sottoposto alle condizionalità “cinesi” della buona condotta: attraverso la forzata digitalizzazione a punteggio resa tendenzialmente permanente, alcuni ex cittadini saranno “più uguali” degli altri. A stroncare il dissenso silenziando la verità provvedono i grandi media, che paiono tornati ai fasti dell’Ancien Régime (i tempi d’oro del crimine indisturbato, quando si poteva dire impunemente che “la mafia non esiste”). In tanti hanno atteso – vanamente, finora – un sussulto, dalla parte della magistratura, o almeno uno scatto di dignità proveniente dal fronte della politica. Nulla di tutto ciò. Al contrario: si tessono trame per portare al Quirinale proprio l’uomo che ha infine commissariato apertamente il paese, per conto di poteri che gli italiani non conoscono. La partita è planetaria, costellata di bluff e doppi giochi. Ma gli italiani – ora lo vedono – sono soli.Sono soli gli insegnanti che finora avevano resistito all’imposizione mendace, spacciata per salvifica. Sono soli i militari e gli agenti delle forze dell’ordine, a loro volta – uno su cinque, si calcola – decisi a non subire quella che interpretano come una violazione abusiva, probabilmente anche rischiosa, ma soprattutto inaccettabile perché palesemente inutile. Sono soli tutti gli altri italiani, tutte le altre categorie professionali: capiscono che i prossimi saranno loro, a dover subire il ricatto. Solo un cieco potrebbe non vedere quello che sta accadendo: i sieri genici sperimentali, acquistati a tonnellate, non hanno alcuna efficacia nel tutelare il corpo umano dall’affezione che ha letteralmente ipnotizzato l’Occidente dalla primavera 2020. Non solo: uno sguardo alla geografia rivela come gli attuali guai sanitari – “pandemici” e non – investano proprio le aree dove più largamente è stata imposta la profilassi genica, cioè l’Europa e il Nord America (con l’eccezione degli Stati “trumpiani”, come Texas e Florida, dove la somministrazone dei sieri è stata irrisoria).Mentre il filosofo e politologo Massimo Cacciari esprime il suo radicale dissenso, di fronte alla deriva civile e giuridica in corso, un’economista come Ilaria Bifarini – autrice del saggio “Il Grande Reset” – oggi arriva a interrogarsi sulla possibile, vera natura (recondita, inconfessabile) dell’ostinazione autoritaria nel voler infliggere – a tutti, prima o poi – il fatidico inoculo del siero genico: non sarà – si domanda – che possa avere un qualche fondamento, il timore avanzato da chi parla apertamente di “depopolamento” della componente occidentale della popolazione mondiale, magari attraverso una campagna (mascherata) di vera e propria sterilizzazione di massa, visto l’incomprensibile ricorso al trattamento genico anche per i bambini? Di nuovo: la carta geografica rivela come il disastro “virale” stia letteralmente travolgendo paesi come Israele e persino l’enclave di Gibilterra, dove i “vaccinati” sono il 100%.Per contro, dal problema sembrano sostanzialmente escluse vaste aree del mondo: i paesi arabi, l’India e molte aree dell’Asia, lo stesso Giappone, l’intera Africa, buona parte della Cina e persino la Russia (il boom di “contagi” dichiarati, di cui parla la stampa nostrana, in realtà è relativo quasi solo all’estrema Siberia; e il caso di Mosca, cioè l’enfatizzazione dell’emergenza, deriverebbe essenzialmente dal ruolo politico del sindaco della capitale, ostile a Putin – che finora si è opposto al paradigma “pandemico”, cinese e occidentale, al quale sono invece allineati la Casa Bianca e i leader europei). In altre parole: il dramma – fondato sulla non-politica sanitaria e sulla rinuncia alle terapie precoci – investe proprio i paesi sottoposti a tappeto alla campagna genica di massa. Nel mirino, quindi, anche l’Australia e la Nuova Zelanda, anch’esse abitate dall’“uomo bianco occidentale”, vera e propria vittima sacrificale – a quanto pare – del delirio inarrestabile a cui stiamo assistendo.A fare da bersaglio sono i paesi avanzati, industriali, in cui i media – sfidando il ridicolo – usano ancora il termine “immunizzazione” come sinonimo di “vaccinazione”, sempre fingendo di non sapere che quelli in distribuzione non sono affatto vaccini, non immunizzano proprio nessuno e però vengono proposti come unica soluzione possibile per prevenire una patologia facilmente risolvibile con farmaci ordinari. E’ proprio lo scempio della verità a far temere il peggio, da parte dei più pessimisti: molti analisti affermano ormai di sentirsi in pericolo, vedendo violate le loro residue prerogative democratiche. Libertà e diritti? Tranquillamente calpestati, per decreto, sulla scorta di una spudorata menzogna. Una narrazione ormai totalitaria e divisiva, aggressiva, minacciosa, che oggi – in Italia – diventa formalmente intimidatoria, per bocca dell’oligarca sistemato a Palazzo Chigi con il mandato (visibile) di applicare alla lettera le disposizioni dell’Unione Europea per mettere fine alla diversità socio-economica italiana.Chi non manca di parlare di “eterogenesi fini” noterà che proprio l’aggressività autoritaria del governo-fantasma sta aprendo gli occhi a milioni di italiani: le ultimissime restrizioni sfornate dal Consiglio dei Ministri potrebbero anche essere interpretate come un gesto quasi disperato, da parte di un potere frustrato dalla tenace resistenza di vasti strati della popolazione, regolarmente criminalizzati e insultati dai media. Non si tratta solo dei tantissimi renitenti all’inoculo: rabbia e amarezza animano anche chi non perdona, al governo, di aver imposto misure alle quali ci si è piegati contro la propria volontà. Misure considerate arbitrarie, potenzialmente pericolose e – soprattutto – completamente inutili, sul piano sanitario, inflitte ignorando colpevolmente le altre misure (utili, essenziali, fondamentali) raccomandate dai medici che, a partire dal 2020, hanno regolarmente guarito – da casa – decine di migliaia di cittadini colpiti dall’affezione influenzale che sembra essersi impossessata del mondo occidentale.Al netto degli ipocondriaci e degli ingenui, qualcuno riesce a non vedere – nell’introduzione di restrizioni presentate per l’ennesima volta come solo temporanee – l’instaurazione di una sorta di regime, fondato sul controllo assoluto dei comportamenti e sulla fine sostanziale delle libertà democratiche, con buona pace degli amatissimi diritti umani? Sembrano quasi umoristiche, le motivazioni addotte dal prestigiosissimo primo ministro: scongiurare nuovi lockdown, evitare di far collassare un’altra volta l’economia. Un romanzo come “Uomini e topi”, capolavoro letterario del comunista americano John Steinbeck, potrebbe offrire spunti universali: a che serve lavorare come topi (cinesi), se in cambio occorre smettere di vivere come liberi essere uomini? Interrogativi drastici, ormai diffusissimi: fin dove si arriva, lungo la strada che nel Novecento fu lastricata di lugubri dittature?La sensazione è quella di essere di fronte a un cambio epocale di civiltà: uomini e topi non possono più coesistere come prima, alla pari, neppure volendolo. Gli scienziati la chiamerebbero “speciazione”: è il divorzio evolutivo che, a un certo punto, separa il prima dal dopo. Qualcosa di profondamente antropologico e forse irreversibile: l’atto d’imperio comporta l’obbligo di accettarlo o meno. L’aspetto probabilmente più sinistro, in questa immane tragedia, è l’ostinata rimozione della verità: a una intera comunità, in altre parole, non si può chiedere di entrare in un’altra dimensione, se questa è fondata sulla più vile e spregevole falsificazione dei fatti. Passeranno certamente alla storia, i falsificatori: non saranno dimenticati. E se ora stringono il cappio attorno al collo di milioni di persone per salvare, come sostengono, il sacro fatturato natalizio, la cosa migliore che si possa fare – replicano alcuni resistenti – è proprio l’astensione: dal lavoro e dai consumi. Sarebbe un atto squisitamente politico e anche morale, da parte degli esseri umani: far sapere che non intendono lasciarsi trasformare in topi.(Giorgio Cattaneo, 25 novembre 2021).Si può immaginare qualcosa di più sordido, in un paese occidentale, dell’impudenza con cui il tecno-burocrate più pericoloso d’Europa finge di intervenire in materia sanitaria al solo scopo di ottenere la sottomissione dei sudditi, dopo essersi rifiutato – letteralmente – di adottare misure essenziali per la protezione della popolazione, raccomandate da centinaia di medici? Caduti anche gli ultimi veli della grande finzione politico-pandemica, il punto dirimente – la scandalosa, perdurante rinuncia a varare opportuni protocolli terapeutici domiciliari, per un’affezione normalmente curabile da casa – mette a nudo il reale intento del potere internazionale che sta utilizzando l’Italia come cavia e come battistrada. Obiettivo: provare ad archiviare quel che resta della democrazia liberale, in Occidente, con le sue Costituzioni antifasciste, come quella italiana, messa a guardia di uno Stato di diritto che, nella sostanza, sembra non esistere quasi più.