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Giovagnoli: oggi siamo tutti canadesi, al servizio della vita
Grandi alberghi, a Roma, ora licenziano i dipendenti. Stanno chiudendo: saranno ricomprati a prezzo di saldo. E le bollette, le avete viste? Sono triplicate. Questo significa una sola cosa: uccidere le piccole imprese, il nostro tessuto produttivo. L’Italia è al centro di un progetto di predazione, oltre a essere un laboratorio sociale. Obiettivo: vedere fino a che punto è possibile rincoglionire e sottomettere le persone. Perché hanno scelto l’Italia? Perché ha un immenso potere erotico, e perché è uno dei paesi più analfabeti al mondo: andate a chiedere a un ragazzo quando ha letto l’ultimo libro, o se conosce qualche filosofo dell’Ottocento. In più siamo sottoposti al dominio clericale, che ci ha sempre imposto di sopportare tutto. Si veda il comportamento dell’attuale pontefice: dice che la situazione italiana va benissimo così com’è, e che sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio è “un atto d’amore”. E quindi ci siamo ridotti questo stato: ai limiti dell’umano, ormai.Fai un po’ troppo i capricci? Ti blocco il conto in banca. Vai alle manifestazioni? Ti sospendo l’assicurazione del camion, ti annullo i tuoi contratti commerciali. E’ quello che sta accadendo in Canada, che è sempre stato – storicamente – una patria delle libertà. Non sente ragioni, il governo di Ottawa: è irremovibile. La capitale è stata invasa da una marea umana, che si è sollevata pacificamente e ha paralizzato il paese. Bene: non possono dargliela vinta. Non possono permettersi di perdere, perché – se in Canada vincesse la protesta – ne seguirebbe un’onda d’urto. Oggi, il Canada è tutto il mondo: siamo tutti canadesi. Poi c’è l’Italia, certo: e il Canada è l’ombra dell’Italia. Anche da noi c’è un governo che non sente ragioni, che non prova emozioni, che perseguita i cittadini. Potrebbero arrivare, anche qui, a bloccare i conti correnti? Pensateci: se innanzitutto elimino il contante, per privarti dei tuoi soldi (i tuoi) mi basterà un semplice click.In Canada è già cominciata la corsa ai bancomat, e alcune grandi banche li hanno prontamente chiusi: proprio come in Grecia, anni fa. In fondo è il piano a cui doveva servire, fin dall’inizio, il lasciapassare verde: se non obbedisci ti tolgo quello che hai, come in Cina. Tutto il resto, peraltro, ce l’hanno già tolto: bar e ristoranti, alberghi. Ci hanno tolto i servizi, pagati anche da noi. E così i trasporti: pure quelli, pagati anche da noi. Attenti al Canada, dunque: stiamogli vicino. Sentiamoci come loro, come quei “guerrieri” canadesi contro cui oggi si scatenano i rastrellamenti delle truppe speciali antisommossa. I canadesi stanno lottando per la loro nazione, certo; ma, al tempo stesso, sanno che stanno rendendo un servizio a tutto il mondo: così come lo stiamo facendo noi, che in Italia non abbiamo obbedito alle imposizioni. Noi stiamo difendendo il nostro territorio e il futuro dei nostri figli. Ma stiamo prestando un servizio all’intera umanità: perché quello che parte da questi paesi finirà per dilagare ovunque.Penso agli studenti contro il Green Pass, che in tutta Italia ormai si stanno facendo sentire, facendo manifestazioni e occupando le scuole: la loro causa è magistrale. Stanno crescendo, in termini di consapevolezza e di amore. Ringrazio Giuseppe Cruciani: in televisione ha difeso la causa dei ragazzi che non possono più prendere l’autobus o frequentare la palestra. E intanto, in mezzo a questa crisi bruciante, osserviamo la Spagna: ha rimosso ogni restrizione e sta puntualmente registrando un boom di prenotazioni turistiche. Credete che il nostro governo non sappia cosa sta facendo? Credete che non si renda conto dei danni che sta provocando? Pensate che disprezzo ha per gli italiani: arriva al punto da creare delle condizioni che costringono i nostri connazionali a vivere le vacanze all’estero, perché qui non è più possibile. Vi rendete conto dei soggetti con cui abbiamo a che fare?Penso al Pd, che si dichiara di sinistra e quindi teoricamente in difesa dei più poveri. A loro dico: siete ridicoli. Cosa racconterete, a ottobre, quando inizierà la campagna elettorale? Con che faccia andrete nelle piazze? E a dire che cosa? Idem i 5 Stelle, i voltagabbana per eccellenza: con che faccia ripeteranno che “uno vale uno”? E la Lega, che si proclama a favore degli italiani? Ha votato due volte l’approvazione del Green Pass, così come Forza Italia. E la Meloni, che cosa ha fatto? Che schifo, ragazzi. Che deserto. Mi sono appena sentito con Stefano Puzzer: condividiamo la necessità che si crei una grande alleanza, basata su una precisa consapevolezza. Oggi è facile, creare una nuova piattaforma: dentro, però, ci devono essere persone che abbiano fatto un salto, altrimenti si rischia di ripetere le illusioni vissute con i 5 Stelle. Apprezzo Mauro Scardovelli, che resta un punto di riferimento per molti di noi: aveva organizzato un convegno limitando l’accesso ai soli possessori di “Super Green Pass”, ma in poche ore si è accorto dell’errore e ha annullato il convegno.E’ stato un gesto fantastico, simbolico: una sorta di prova. I grandi devono superare delle prove, e lui ha chiesto scusa: questo mi è piaciuto, è un gesto di umanità. Io sono due anni che subisco ogni genere di vessazione, e nessuno mi ha mai chiesto scusa. Solo da persone che sono come noi possiamo sentirci dire “scusa”. Visto che ha fatto questo grande gesto, Mauro merita di continuare la sua opera: ovvero, unire le persone. Quello che ci aspetta, adesso, è una totale resistenza: stiamo fermi, ancora. Se non hanno raso al suolo tutto quello che potevano, è perché siamo stati fermi. Questo stare fermi continua a fortificarci. Ci logorano, ci scoraggiano; perdiamo il lavoro, abbiamo tutti contro. Ma siamo diventati, letteralmente, quei mattoni con i quali adesso si può davvero costruire qualcosa. Oggi siamo stabili, non ci muoviamo più di fronte a nulla. Certo, è stato un grande lavoro. Quindi dobbiamo continuare con questa resistenza, cercando anche di renderla più bella e più sopportabile possibile, più interessante, più proficua. E intanto dobbiamo prepararci, perché quello che abbiamo subito non si ripeta più, in futuro.Bisogna costruire qualcosa che ci permetta di promuovere persone con precisi requisiti, persone che abbiano superato queste prove, per poter entrare nei centri decisionali. Non si può pensare di continuare a vivere solo di riflesso. La politica va fatta in due modi: servono persone adatte nei posti giusti, e serve – all’esterno – quello che stiamo facendo noi, adesso. Noi condizioniamo già gli eventi, pur non avendo un solo uomo, un solo deputato, un solo ministro che sia dalla nostra parte. Pensate cosa significa poter contare su persone fidate, che – in questo tempo – si siano dimostrate all’altezza. A questo è servito, questo periodo così duro: in tanti hanno pensato a fare cassa; altri invece si sono messi in luce, dimostrandosi in grado di potersi assumere una vera responsabilità. Non cadranno dal cielo, gli esseri immacolati: sono già tra noi, quelli che hanno meritato la nostra fiducia.Pensate a uno come Come, uno come Salvini: è adesso, in questi due anni, che abbiamo visto chi sono, veramente. Dall’altra parte, invece, abbiamo visto persone che si sono sacrificate: hanno dato il proprio tempo, a volte anche la propria vita. Ecco gli esami che contano, quelli veri. Quando anch’io dovrò scegliere delle persone, le sceglierò qui, in mezzo a noi: quelle che hanno dimostrato di saper superare queste prove. Oggi ci servono esseri dotati di profonda umanità: perché queste crisi non le superi con il “dottorone”, le superi con l’umanità. Non è più nemmeno una battaglia economica e politica: è una battaglia spirituale. Quindi dobbiamo lavorare anche per ricucire il divario tra credenti e non credenti, tra cristiani e non cristiani, tra giovani e anziani. In questo momento siamo dei sarti, armati di un filo d’oro per unire le persone: unendoci si è più forti, e si appronta uno strumento che in futuro sarà prezioso, per affrontare quello che ci aspetta.Pensate: a ottobre matura il vitalizio, per i parlamentari; fino ad allora non muoveranno il culo dalla poltrona. Dopo, però, cominceranno ad agitarsi. Già oggi c’è una mezza crisi di governo: Draghi (che sta lassù, e non si capisce a chi appartenga) avverte i partiti: o votate compatti, o non si va avanti. Pensate come si scanneranno, in autunno, quando saremo in piena campagna elettorale. E lì noi dovremo essere pronti, e avere una presenza ferma: altrimenti vivremo sempre il riflesso del gioco degli altri. Intanto, abbiamo sotto gli occhi i numeri del disastro. Il settore alberghiero sconta un calo dell’80%. Piangono gli esercenti, che avevano pensato di cavarsela nonostante le restrizioni, incuranti del fatto che, se danneggi una parte dell’umanità, poi il danno si ripercuote su tutta l’umanità. Oggi, l’Anac spiega che sono già 500 le sale cinematografiche che, in Italia, sono state costrette a chiudere. Bisogna che il governo intervenga, dice l’Anac. No, dico io: dovevate svegliarvi prima, ragazzi.Non è intelligente continuare ad appellarsi al governo, pur sapendo che è proprio questo governo ad aver generato il disastro: non puoi chiedere al piromane di spegnere l’incendio, o al ladro di sventare la rapina. Se gli esercenti, le loro associazioni di categoria, si fossero rivolte agli italiani, anziché al governo, chiedendo “vi sembra giusto limitare l’accesso ai negozi ai soli possessori di Green Pass, costringendoci così a perdere una quota degli incassi?”, forse gli italiani avrebbero risposto che no, non era affatto giusto. Allora, forse, il governo avrebbe preso una posizione più ragionevole. E invece: hanno continuato a dare fiducia, forza, al potere. Sembra di assistere a uno spettacolo dove c’è qualcuno che ha addomesticato e incantato l’umanità. Molta gente non sa più nemmeno cosa dire, non sa spiegare perché si è ridotta a vivere così, in un paese dove chiudono 500 cinema, mentre la Spagna si prepara a vivere un boom turistico impressionante. Ma sono in tanti, comunque, i cittadini che si sono ribellati alla persecuzione: fanno riunioni carbonare e tengono vivo questo spirito. Anche tra chi ha ceduto al ricatto, ormai, molti si dicono pentiti: si sentono presi per il sedere.Questo movimento intestino, sotterraneo, si manifesta anche in luoghi dove sembrava che niente si muovesse: si muove qualcosa anche nel mio paese, Carpegna, sulle montagne delle Marche. Vedete, in questo periodo stiamo approcciando la primavera. E in primavera esce ciò che è rimasto vivo sotto la terra. Noi, certo, siamo stati sommersi. Hanno voluto seppellirci, ma hanno dovuto fare i conti col fatto che noi eravamo dei semi. Vi dico questo: la mattina, quando vi alzate, pensate alla cosa più bella che potete fare. E ricordatevi che siete degli eroi, dei guerrieri di luce: state sopravvivendo alla più grossa persecuzione che potessimo incontrare. Restiamo qui – fermi – al servizio della vita. Ormai siamo arrivati quasi oltre noi stessi, siamo saliti un po’ più in su. Cos’abbiamo, a cuore? Il nostro tornaconto? No di certo: quello è già stato totalmente consegnato al fuoco. Siamo al servizio di qualcosa di più alto. Vi abbraccio forte. Siamo arrivati liberi, su questa Terra; liberi torneremo a casa. Con tutto l’amore che posso: sentitevi belli, sempre.(Michele Giovagnoli, dal video trasmesso su Facebook il 18 febbraio 2022).Grandi alberghi, a Roma, ora licenziano i dipendenti. Stanno chiudendo: saranno ricomprati a prezzo di saldo. E le bollette, le avete viste? Sono triplicate. Questo significa una sola cosa: uccidere le piccole imprese, il nostro tessuto produttivo. L’Italia è al centro di un progetto di predazione, oltre a essere un laboratorio sociale. Obiettivo: vedere fino a che punto è possibile rincoglionire e sottomettere le persone. Perché hanno scelto l’Italia? Perché ha un immenso potere erotico, e perché è uno dei paesi più analfabeti al mondo: andate a chiedere a un ragazzo quando ha letto l’ultimo libro, o se conosce qualche filosofo dell’Ottocento. In più siamo sottoposti al dominio clericale, che ci ha sempre imposto di sopportare tutto. Si veda il comportamento dell’attuale pontefice: dice che la situazione italiana va benissimo così com’è, e che sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio è “un atto d’amore”. E quindi ci siamo ridotti in questo stato: ai limiti dell’umano, ormai.
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Mori: ci hanno fatto male, non credano di passarla liscia
Non credano di passarla liscia, i partiti che hanno sottoscritto i peggiori abusi di potere. Lo promette l’avvocato Marco Mori, le cui denunce contro il governo Draghi hanno intasato gli uffici giudiziari italiani. «Non bisogna fidarsi – avverte Mori – di coloro che, nei prossimi mesi, per cercare di rifarsi una verginità, vi diranno che le restrizioni sono state volute da altri, che c’era Draghi, che hanno votato per senso di responsabilità politica». E’ del tutto normale: osservando i sondaggi, si sono accorti che un potenziale partito del “no” (gli italiani contrari al “lasciapassare”) oggi varrebbe anche il 30%, quindi potrebbe diventare una forza di maggioranza relativa, in Parlamento. «Per questo corrono ai ripari e si preparano a cambiare narrativa». Un po’ comodo, no?«Se questo cambio di narrativa consentirà loro di salvare qualche voto, e di impedire a una vera opposizione di entrare nel futuro Parlamento, a quel punto rimarremmo, ancora una volta, senza nessun tipo di strumento di difesa». Secondo Mori, è invece fondamentale riuscire a spedire nelle istituzioni una pattuglia di parlamentari. Missione: «Dare battaglia a questi personaggi che, finora, lì dentro, hanno goduto di un comfort assolutamente particolare, che ha consentito loro di fare le peggiori oscenità, nei confronti del nostro paese, sia dal punto di vista economico che da quello della cessione di sovranità, oltre chiaramente anche riguardo alle restrizioni, con le quali negli ultimi due anni si è toccata perfino la libertà personale».Per Mori, questa chance non dev’essere sprecata: «Non dobbiamo credere a quei cambi di rotta (che certamente faranno, per cercare di “cucinarci” a dovere ancora una volta)». E questo non riguarda solo la Lega e i 5 Stelle, ma anche Fratelli d’Italia: un partito che si è avvantaggiato dal fatto di essere formalmente all’opposizione, ma la sua «è stata un’opposizione totalmente sterile, nella quale non si è mai presa nessuna posizione giusta, corretta e leale, rispetto a tutto quello che stava avvenendo». Quella Meloni è stata «un’opposizione solo di facciata, per riassorbire eventuali elettori in fuga (prevalentemente dalla Lega)». Insiste Mori: «Questa è stata l’operazione, quindi non dobbiamo cascarci».L’avvocato genovese si esprime in modo nettissimo: «Queste forze politiche vanno azzerate, è davvero necessario che spariscano dalla scena nazionale». Ricorda Mori: «Io lo dicevo già in tempi non sospetti, quando ripetevo che Lega e 5 Stelle – sull’euro e l’Ue – ci prendevano semplicemente per i fondelli. Avevo capito con chi avevamo a che fare, e volevo evitare che il paese arrivasse a questa situazione, la peggiore possibile, e senza un’opposizione in Parlamento. E’ qualcosa che non possiamo permetterci, nella prossima legislatura». E non pensiate – chiosa Mori – che questo sia un passaggio elettorale inutile: «Perché un gruppo importante di parlamentari, di vera opposizione, avrebbe necessariamente visibilità; e da lì in poi sarebbe un percorso probabilmente in discesa, per andare a recuperare le redini di questa nazione».(Video: Mori su “Money.it” con Fabio Frabetti).Non credano di passarla liscia, i partiti che hanno sottoscritto i peggiori abusi di potere. Lo promette l’avvocato Marco Mori, le cui denunce contro il governo Draghi hanno intasato gli uffici giudiziari italiani. «Non bisogna fidarsi – avverte Mori – di coloro che, nei prossimi mesi, per cercare di rifarsi una verginità, vi diranno che le restrizioni sono state volute da altri, che c’era Draghi, che hanno votato per senso di responsabilità politica». E’ del tutto normale: osservando i sondaggi, si sono accorti che un potenziale partito del “no” (gli italiani contrari al “lasciapassare”) oggi varrebbe anche il 30%, quindi potrebbe diventare una forza di maggioranza relativa, in Parlamento. «Per questo corrono ai ripari e si preparano a cambiare narrativa». Un po’ comodo, no?
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Ci hanno dichiarato guerra: si può ancora vivere, in Italia?
Sussistono ancora, in Italia, le condizioni per quella che può essere definita una vera e propria convivenza civile? Quali danni procurerà, in termini di degrado sociale, l’inaudita indifferenza mostrata dalla maggioranza dei cittadini, nei confronti della minoranza perseguitata dal governo, in spregio a ogni rispetto dei diritti umani? La sensazione è che l’ignobile Tso – di cui si vantano, mentendo, le virtù sanitarie – possa scavare un fossato incolmabile tra chi vi si è opposto, nonostante tutto, e chi invece vi si è piegato per pavidità, opportunismo o disperazione. Una quota rilevante di italiani non vedeva l’ora di sottoporsi all’inoculo del siero C-19, contrabbandato per unica soluzione al problema grazie all’oscuramento delle terapie, largamente efficaci. Ferma restando la libertà di ciascuno – compresa quella, quindi, di chi ha inteso legittimamente sottoporsi al trattamento profilattico – è noto che milioni di connazionali hanno accettato l’iniezione solo in virtù del brutale ricatto governativo, per non veder azzerata la loro libertà, anche economica.Ricapitolando: le autorità hanno fatto di tutto per peggiorare la crisi Covid, scoraggiando le cure allo scopo di riempire gli ospedali. Secondo round: hanno imposto il Tso in modo pressoché generalizzato, provocando disagi acutissimi. Terzo passaggio: hanno introdotto la schedatura personale, sul modello del credito sociale cinese. La vera notizia è che la maggioranza della popolazione non si è mai seriamente ribellata a tutto questo, nemmeno alle imposizioni più folli. Che poi nel frattempo la società sia rimasta terremotata, in mezzo al crollo di vasti strati del tessuto produttivo, non è che un’ovvia conseguenza. L’ipocrisia dell’establishment – esecutivo e partiti – continua a parlare di misure per fronteggiare la devastazione economica, come se fossimo comunque in tempo di pace. La guerra dichiarata ai cittadini – minacciati, ricattati, discriminati, esclusi dal lavoro e dalla scuola, dai servizi, dalla socialità – resta sostanzialmente un tabù: qualcosa di cui è letteralmente proibito parlare.L’aggettivo “disgustoso” è francamente eufemistico: non descrive appieno il sapore dello spettacolo inflitto al paese, proprio mentre il resto del mondo sta finalmente chiudendo questo penoso capitolo. In pochi mesi, l’intera Italia – prossima all’ennesima, sciagurata svendita – sembra essersi trasformata in una gigantesca trappola: cresce la tentazione di sottrarvisi nell’unico modo possibile, cioè scappando all’estero. Palesemente, non esiste più alcun margine di agibilità politica: giustamente, Gianluigi Paragone accusa la Lega di Salvini di aver letteralmente tradito i suoi elettori, avallando gli infami decreti di Draghi. All’opposizione, insieme a “Italexit”, resiste il gruppo di Pino Cabras, “L’Alternativa C’è”. Quanto a Fratelli d’Italia, la Meloni si è limitata a un’interdizione solo simbolica, rituale, destinata a non incidere mai. Milioni di italiani hanno già divorziato, da questa politica, disertando in massa le urne alle amministrative di ottobre: ha votato solo un elettore su due, e ai ballottaggi uno su tre. E la situazione è in continuo peggioramento, senza soluzione di continuità.Il Parlamento, ora, ha anche manomesso ulteriormente la Costituzione: viene introdotta la possibilità di limitare la libertà (anche la libertà d’impresa) per presunte ragioni ambientali o sanitarie. Secondo illustri giuristi si tratta di un altro colpo, pesantissimo, a quel che resta dello Stato di diritto. Ma il peggio è che, dagli italiani, non arrivano veri segnali di disapprovazione: il Canada sembra il remotissimo satellite di un altro pianeta. Qui, la maggioranza si piega al protrarsi criminoso di ogni diktat: illudendosi, probabilmente, che un giorno il temporale passerà da solo. Molti non sono neppure lontanamente sfiorati dal sentimento del rimorso per aver negato, a milioni di concittadini, anche la più elementare forma di solidarietà. Mors tua, vita mia? Certo che no; gli obbedienti non si rendono conto di essere vittime, anche loro: sia gli ipnotizzati (dalla paura) che gli opportunisti menefreghisti. E’ ancora un paese civile, questo, in cui l’umanità è stata degradata a tal punto? E’ ancora pensabile di poter vivere, in questa Italia? E’ concepibile che si possa continuare a sopravvivere come vermi sottomessi, senza che la giustizia punisca finalmente i farabutti?(Giorgio Cattaneo, 17 febbraio 2022).Sussistono ancora, in Italia, le condizioni per quella che può essere definita una vera e propria convivenza civile? Quali danni procurerà, in termini di degrado sociale, l’inaudita indifferenza mostrata dalla maggioranza dei cittadini, nei confronti della minoranza perseguitata dal governo, in spregio a ogni rispetto dei diritti umani? La sensazione è che l’ignobile Tso – di cui si vantano, mentendo, le virtù sanitarie – possa scavare un fossato incolmabile tra chi vi si è opposto, nonostante tutto, e chi invece vi si è piegato per pavidità, opportunismo o disperazione. Una quota rilevante di italiani non vedeva l’ora di sottoporsi all’inoculo del siero C-19, contrabbandato per unica soluzione al problema grazie all’oscuramento delle terapie, largamente efficaci. Ferma restando la libertà di ciascuno – compresa quella, quindi, di chi ha inteso legittimamente sottoporsi al trattamento profilattico – è noto che milioni di connazionali hanno accettato l’iniezione solo in virtù del brutale ricatto governativo, per non veder azzerata la loro libertà, anche economica.
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Magaldi: avviso di sfratto a Draghi, ecco il vero Salvini
E se adesso Draghi e Mattarella – magari spinti da Salvini – si mettessero a fare l’esatto contrario di quello che hanno fatto finora? Cioè: fine del rigore, finanziario e sanitario? A buttarla lì è Gioele Magaldi, autore di “Massoni” e presidente del Movimento Roosevelt. Esponente del circuito massonico progressista, Magaldi è stato tra i più feroci detrattori del “vecchio” Draghi, quello del Britannia e del “pilota automatico”, che dal vertice della Bce intervenne solo fuori tempo massimo, quando ormai i paesi in difficoltà per gli spread erano stati commissariati (l’Italia, da Monti). Poi, due anni fa, la svolta annunciata da Draghi: la manifestata intenzione di tornare alle origini post-keynesiane, abbandonando i sodali massonici neoliberisti e “neoaristocratici”. Magaldi lo prese in parola: il “nuovo” Draghi va messo alla prova. Bilancio, dopo un anno a Palazzo Chigi: deludente. Nessuna vera iniezione nell’economia e nessun cambio di paradigma nella gestione del Covid. Anzi: le ultime restrizioni (obblighi, Green Pass) paiono letteralmente stomachevoli, inutilmente vessatorie e rovinose per la salute socio-economica del paese.Nonostante ciò, nel fronte massonico-progressista, Magaldi è stato tra i supporter di Draghi nella corsa al Colle. Motivo: grazie al suo prestigio, l’ipotetico “nuovo” Draghi (ancora solo virtuale) sarebbe stato una carta potenzialmente utile, per il rilancio dell’Italia, in Europa e non solo. Missione fallita, per ora: colpa anche di Draghi, troppo presuntuoso e poco empatico con i suoi ipotetici grandi elettori. Ma attenzione, avverte Magaldi: non crediate alla stampa, che dipinge uno scenario politico allo sbando, con partiti ridottisi a implorare Mattarella di accettare il re-incarico. Era esattamente quello che il presidente uscente sperava accadesse. Lo show del trasloco e degli scatoloni al Quirinale? Una recita perfetta, dice Magaldi. Non solo: incaricando Draghi a Palazzo Chigi, già nel 2021 – aggiunge sempre l’autore di “Massoni” – Mattarella sapeva benissimo di complicargli deliberatamente la strada per la presidenza della Repubblica. Se avesse evitato di impelagarsi nei meandri governativi, oggi probabilmente Draghi sarebbe stato eletto in carrozza, acclamato come padre nobile. E c’è di più: per un attimo, Draghi ha rischiato di venire defenestrato anche dal governo.Lo racconta Magaldi su YouTube, a “Border Nights” con Fabio Frabetti e poi a “Mrtv” con Roberto Hechich. E’ accaduto quando Salvini – fingendosi in stato confusionale – dopo aver bruciato svariati candidati perdenti ha fatto di nome di Elisabetta Belloni, incassando l’ok di Conte e della Meloni. Tradotto: i numeri per nuovo governo “gialloverde”, esteso a Fratelli d’Italia, che avrebbe comportato il “licenziamento” di Draghi. E’ stato proprio Super-Mario, a quel punto, a chiedere a Mattarella di restare al suo posto, risparmiandogli quella che sarebbe stata un’umiliazione. Lo stesso Salvini, all’ultimo minuto, avrebbe evitato il crash finale. Ammette Magaldi: una parte dei massoni progressisti hanno “punito” volentieri Draghi per il suo primo anno di governo. Ora dimostri che non scherzava, quando parlava di cambio di paradigma. Mattarella? Fino a ieri è stato funzionale al mainstream neoliberista. Ma se Draghi cambiasse registro, potrebbe affiancarlo: mai dire mai. Il banco di prova? Ci penserà Salvini, ancora: chiede 30 miliardi di ristori, pronta cassa. Altro segno di buona volontà: fine dell’emergenza, delle restrizioni e degli obblighi. Se Draghi risponderà picche, dice Magaldi, si avvierà (come Monti) verso un anonimo declino. Se invece cambiasse passo, potrebbe finalmente scrivere una nuova storia.E se adesso Draghi e Mattarella – magari spinti da Salvini – si mettessero a fare l’esatto contrario di quello che hanno fatto finora? Cioè: fine del rigore, finanziario e sanitario? A buttarla lì è Gioele Magaldi, autore di “Massoni” e presidente del Movimento Roosevelt. Esponente del circuito massonico progressista, Magaldi è stato tra i più feroci detrattori del “vecchio” Draghi, quello del Britannia e del “pilota automatico”, che dal vertice della Bce intervenne solo fuori tempo massimo, quando ormai i paesi in difficoltà per gli spread erano stati commissariati (l’Italia, da Monti). Poi, due anni fa, la svolta annunciata da Draghi: la manifestata intenzione di tornare alle origini post-keynesiane, abbandonando i sodali massonici neoliberisti e “neoaristocratici”. Magaldi lo prese in parola: il “nuovo” Draghi va messo alla prova. Bilancio, dopo un anno a Palazzo Chigi: deludente. Nessuna vera iniezione nell’economia e nessun cambio di paradigma nella gestione del Covid. Anzi: le ultime restrizioni (obblighi, Green Pass) paiono letteralmente stomachevoli, inutilmente vessatorie e rovinose per la salute socio-economica del paese.
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L’irrilevanza autoritaria italiana, sull’orlo del finimondo
Una settimana di votazioni a vuoto, per poi passare da Mattarella a Mattarella lasciando Draghi a Palazzo Chigi, con tutte le supercazzole para-virologiche trasformate in dogma religioso (con tanto di obbligatorietà, ricatti e vessazioni). In tanti hanno commentato l’autopsia della politica italiana nella sua forma più desolatamente spettacolare: un’esibizione di impotenza perfetta, interpretata da partiti-fantasma e leader di cartone, incapaci di incidere minimamente in uno spartito imbarazzante. Una sceneggiatura normalmente dettata dall’alto, secondo traiettorie più o meno inconfessabili, ma in fondo ricorrenti da qualche decennio. Nella fattispecie: la necessità di congelare lo scenario politico italiano, per ultimare l’euro-normalizzazione del paese secondo i dettami del più che vincolante programma che i dominus hanno affidato a Bruxelles, per questa parte di Occidente. Invece, il resto del mondo – Russia, India, Giappone, paesi arabi, Africa, Sudamerica, gran parte dell’Asia – sembra uscito dall’ipnosi psico-sanitaria ispirata dagli stregoni di Davos e dai loro libracci.Oggi, Greta ricompare direttamente dal benzinaio al momento di fare il pieno: la sua auto elettrica, nuova fiammante, sembra l’ultimo regalo di un destino tragicomico e, forse, drammaticamente preoccupante, almeno quando il rumore di cingoli e ferraglia che risuona lungo le frontiere orientali dell’Europa. E mentre gli ultimi scossoni (senza precedenti) oggi arrivano dal Canada in subbuglio, dopo che persino il “laboratorio Israele” annuncia un ripensamento radicale delle imposizioni farmacologiche, rivelatesi nella migliore delle ipotesi completamente inutili, l’Italia politica in agonia – urne disertate lo scorso ottobre da oltre metà degli elettori – ripropone a inizio 2022 una sorta di resa, di genuflessione senza parole, gesti, idee, pensieri, progetti, analisi e programmi. Palazzo Chigi resta nelle mani di un terminale (dichiarato) del massimo potere ordoliberista: il suo prestigio personale sembra l’unica chance, virtuale, per un ipotetico cambio di rotta, di cui però finora non s’è vista traccia. Anzi: sulla carta, la decretazione sommaria delle peggiori restrizioni non lascia sperare, francamente, in nulla di buono.Chi ha visto di cosa sono stati capaci, gli ultimi governatori del Belpaese (rigorosamente non eletti, e con mano libera su tutto nel silenzio assordante dei partiti e delle massime istituzioni) non può che tendere a “verticalizzare” le spiegazioni, in cerca di una qualche possibile riposta. Torna in mente la Struttura evocata da Paolo Rumor nel libro “L’altra Europa”: una casta di prescelti, già re-sacerdoti, agli ordini di padroni non terrestri. L’arte – recente – della politica? Solo un raffinato espediente per cementare un po’ di consenso? E i famosi superpoteri sovranazionali? E poi le sigle altisonanti, le consorterie occulte: solo livelli intermedi, anch’esse, di un potere sovrastante e non negoziabile? Gli studiosi della paleosatronutica, ferrati anche nel monitoraggio della testualità dei libri antichi (spesso definiti “sacri” dopo la fabbricazione delle religioni, una volta spariti gli antichi signori cosmonautici) dicono che quanto avviene oggi è sempre accaduto, in fondo: manipolazione genetica del Sapiens e manipolazione del gregge umano mediante narrazioni favolistiche.Analogie: la vera ratio dell’operazione planetaria scattata nel 2020 – il dominio possibilmente assoluto sugli individui – ormai ridonda ovunque, tracimando dai social e ormai arrivando a lambire lo stesso ignobile manistream. Dopo il Covid il mitico pseudo-vaccino, il distanziamento universale permanente, la patente di cittadinanza a punti (vincolata alla sottomissione), e nel frattempo la narrazione della crisi climatica per spingere la ricoversione produttiva e finanziaria in salsa ecologica, da accelerare con l’impennata folle dell’inflazione, il rincaro inaudito dalle materie prime, l’incubo dell’interruzione dei rifornimenti, il panico eneregetico, magari anche qualche bella cannonata. Se questo è il quadro, non richiede commenti l’ultima performance della politica italiota, messa in scena (come se fossimo in tempo di pace) da ex partiti ormai palesemente inservibili. Milioni di cittadini, intanto, vedono e soffrono: la loro sfiducia ha raggiunto evidenze impensabili.Molti, poi, si domandano: perché tutto questo? Perché tutto insieme? E perché proprio adesso? E leggono, là dove è ancora possibile, notizie di questo tenore: da mesi, alcune strutture di intelligence terrebbero frequenti riunioni per esaminare la possibilità concreta che, a partire dal 2024, la Terra venga visitata da forze ostili, rispetto a quelle – non terrestri, anch’esse – che deterrebbero segretamente il controllo dei maggiori paesi. Come regolarsi, di fronte ipotesi di questo tenore? Non è manchino del tutto di una sorta di teorica coerenza: la narrazione di eventuali ingerenze esterne sembra effettivamente speculare al cataclisma in corso, difficilmente spiegabile con motivazioni ordinarie, storiche, socio-economiche. Il cittadino medio (non dormiente) si è anche accorto di un aspetto inquietante e ambivalente: il potere attuale lo sta letteralmente perseguitando. Come se – in ultima analisi – temesse un possibile risveglio di massa, propiziato proprio dai maltrattamenti inflitti alla mandria: finora docile, per lo più, ma per quanto ancora?Una settimana di votazioni a vuoto, per poi passare da Mattarella a Mattarella lasciando Draghi a Palazzo Chigi, incluse le varie supercazzole para-virologiche trasformate in dogma religioso (con tanto di obbligatorietà, ricatti e vessazioni). In molti hanno commentato l’autopsia della politica italiana nella sua forma più desolatamente spettacolare: un’esibizione di impotenza perfetta, interpretata da partiti-fantasma e leader di cartone, incapaci di incidere minimamente in uno spartito imbarazzante. Una sceneggiatura normalmente dettata dall’alto, secondo traiettorie più o meno inconfessabili, ma in fondo ricorrenti da qualche decennio. Nella fattispecie: la necessità di congelare lo scenario politico italiano, per ultimare l’euro-normalizzazione del paese secondo i dettami del più che vincolante programma che i dominus hanno affidato a Bruxelles, per questa parte di Occidente. Invece, il resto del mondo – Russia, India, Giappone, paesi arabi, Africa, Sudamerica, gran parte dell’Asia – sembra uscito dall’ipnosi psico-sanitaria ispirata dagli stregoni di Davos e dai loro libracci.
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“Oggi le sigarette, domani il vino e le mignotte: sono finiti”
«Se ora s’attaccano alle sigarette, e domani magari pure al vino e alle mignotte, vuol proprio dire che sono finiti». Sintesi perfetta, in idioma lucchese, firmata dal maestro Andrea Colombini, direttore d’orchestra. Con la sua infaticabile intelligenza e la sua verve sarcastica, Colombini dà voce all’anima della resistenza civile italiana di fronte al grottesco stritolamento delle libertà di tutti, inflitto (grazie anche a una buona dose di ottusità diffusa) con l’alibi della più grande “pandemia di asintomatici” della storia. Morale? Il governo dei pagliacci ora si appresta ad allestire l’apartheid del Tso anche per banche, sportelli pubblici, uffici postali e negozi, incluse le tabaccherie. Scelta davvero illuminata e strategica, per far perdere la pazienza ai santi: come se un genio del male si divertisse a mostrare l’infinita idiozia dei provvedimenti, inutilmente cattivi, improntati alla vessazione e alla persecuzione. Un po’ come quando i nazisti, ormai consapevoli di essere sconfitti – dice il musicista toscano – si ridussero a procurare il maggior danno possibile, per rabbia, di fronte a un destino ormai segnato.Il furore più grande – sottolinea ancora Colombini, in web-streaming con Riccardo Rocchesso (giornalista, animatore di “100 Giorni da Leoni”) – deriva dalla prova di forza messa in atto da milioni di italiani: pur radicalmente contrari alle misure criminal-demenziali della “democratura” chiamata Draghistan, hanno accuratamente evitato di abboccare all’amo della violenza. «State fermi», ha incessantemente raccomandato l’alchimista Michele Giovagnoli, altro mattatore delle piazze, sodale di Colombini. Agli ultimi decreti-vergogna, la communiy di Giovagnoli (“Essere Solare”) risponde così: affiggendo un cuore sulle vetrine dei negozi, per invitare i clienti a entrare comunque. Si chiama disobbedienza civile: ne è stata campionessa Rosanna Spatari, titolare della Torteria di Chivasso (Torino). Assistita dall’avvocato Alessandro Fusillo, ha lottato come una leonessa per tenere aperto il suo bar. Alla fine, la Corte di Cassazione le ha dato ragione. Ed è solo un esempio, il suo, di questa nuova “Italia che resiste”, come un tempo cantava l’oggi silente De Gregori, sordomuto come tantissimi suoi illustri colleghi.Storie che esemplificano – per i non addetti – la nozione scientifica di “speciazione”: una parte dell’umanità si separa dal “volgo disperso che nome non ha”, per tracciare una nuova traiettoria evolutiva. Esempio: alle ultime elezioni amministrative, lo scorso ottobre ha votato solo un italiano su due. E nelle grandi città, ai ballottaggi, ha raggiunto le urne appena un elettore su tre. Oggi, come ricorda Andrea Colombini, pare che il problema numero uno del paese sia l’identità del successore di Mattarella. Partiti e giornali non parlano d’altro. Peccato che i partiti facciano ridere la maggioranza dei cittadini, e che i giornali non li legga più nessuno. C’è qualcosa di addirittura empio, forse, nel voler comunque celebrare il rituale democratico del Colle, come se fossimo ancora in un regime pienamente democratico, in tempo di pace. Vivono, lorsignori, in un mondo parallelo? Pensano davvero che importi a qualcuno, se al Quirinale salirà l’ometto che – dopo aver chiuso i bancomat della Grecia – ora si appresta a blindare anche le tabaccherie italiane?Lo stesso Colombini, inveterato toscanaccio sempre incline al vernacolo, fa i conti in tasca ai galantuomini tuttora sul ponte di comando. E’ semplice, dice: hanno perso. Presto non controlleranno più il paese, e lo sanno: gli italiani faranno di testa loro, come sempre (“fatta la legge, trovato l’inganno”). Dicono che alla manifestazione di Roma il 15 gennaio c’erano poche migliaia di persone? Ridicolo, erano almeno 350.000. Continuano a mentire? Sì: pare non sappiano fare altro. Ma chi li sta più ad ascoltare? Sempre meno persone. Che fai, imponi il mitico tampone anche a chi ha subito tre dosi di siero magico? E allora, dice Colombini, poi non ti devi stupire se milioni di italiani, quella famosa terza dose, non la faranno mai. E quindi come ti regoli, li chiudi tutti in casa? Auguri. Già oggi, bar e ristoranti hanno dimezzato i clienti. E il settore turistico alberghiero (dell’Italia, notare) sconta perdite catastrofiche: all’appello manca l’80% del volume d’affari. La scuola? Nel caos: decine di migliaia di insegnanti in quarantena, benché sottoposti all’inoculo sperimentale mRna.Bella, la storia del siero magico. Non immunizza nessuno, ma ora viene imposto come Tso. E nel frattempo – storia ancora più bella – si continua a far finta che le normali cure non esistano: è l’unico sistema, per sperare di vedere ancora qualche ricovero. Per il Tar del Lazio, il protocollo-Speranza (Tachipirina e vigile attesa) è autolesionistico: è da pazzi impedire ai medici di curare i pazienti, usando i farmaci adatti in tempi ragionevoli. La sentenza è stata appena sospesa: ma per quanto, ancora, la verità potrà essere tenuta sotto il tappeto? Colombini cita il profeta supremo della sciagura mondiale, sua maestà Bill Gates. In tono più che dimesso, ha capitolato: abbiamo fallito, ha ammesso. La maggior parte della popolazione del pianeta non si è sottoposta ai nostri sieri e vede in opera un grande complotto. E vorrei vedere, chiosa Colombini: proprio Bill Gates aveva auspicano un bel taglio demografico, a nostre spese.In altre parole, il Grande Reset è abortito. C’è rimasto sotto solo l’Occidente, e neppure tutto. La stampa inglese ha appena dato risonanza all’ultima sortita ufficiale dell’Oms: i sieri genici C-19 non sono più necessari. Molti paesi europei – Spagna in testa – hanno voltato pagina. Solo Austria e Francia paiono voler seguire l’esempio italiano: il peggiore. Ma sembrano in preda, ormai, a una quasi-disperazione. Un’altra fetta di verità arriva, a valanga, dallo Spallanzani di Roma, che ha analizzato i dati di San Marino: il vaccino russo Sputnik (vaccino vero, in quel caso) funziona molto meglio dei sieri genici in circolazione da noi, e non crea nessun problema all’organismo. Alla fine del suo cupo regime, il dittatore rumeno Nicolae Ceaucescu lasciò il palazzo presidenziale scappando via con l’elicottero per sfuggire all’assedio popolare. Raccomanda Colombini: noi invece continuiamo così, stiamo fermi e rinunciamo al Green Pass. Semmai, ridiamogli in faccia. E’ quello che si meritano. «Oggi le sigarette, domani il vino e le mignotte: sono finiti». E buon Quirinale a tutti.(Giorgio Cattaneo, 21 gennaio 2022).«Se ora s’attaccano alle sigarette, e domani magari pure al vino e alle mignotte, vuol proprio dire che sono finiti». Sintesi perfetta, in idioma lucchese, firmata dal maestro Andrea Colombini, direttore d’orchestra. Con la sua infaticabile intelligenza e la sua verve sarcastica, Colombini dà voce all’anima della resistenza civile italiana di fronte al grottesco stritolamento delle libertà di tutti, inflitto (grazie anche a una buona dose di ottusità diffusa) con l’alibi della più grande “pandemia di asintomatici” della storia. Morale? Il governo dei pagliacci ora si appresta ad allestire l’apartheid del Tso anche per banche, sportelli pubblici, uffici postali e negozi, incluse le tabaccherie. Scelta davvero illuminata e strategica, per far perdere la pazienza ai santi: come se un genio del male si divertisse a mostrare l’infinita idiozia dei provvedimenti, inutilmente cattivi, improntati alla vessazione e alla persecuzione. Un po’ come quando i nazisti, ormai consapevoli di essere sconfitti – dice il musicista toscano – si ridussero a procurare il maggior danno possibile, per rabbia, di fronte a un destino ormai segnato.
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Draghi come Conte: sul Covid una marea di menzogne
Troppe balle. Il gioco delle tre carte è in scena a Palazzo Chigi, con un premier che pare aver subito una trasformazione inaspettata. Mario Draghi è davvero cambiato oppure nessuno lo conosceva così come si è manifestato. Dopo aver preso il posto di Giuseppe Conte sembrava l’Uomo della Provvidenza. E per un po’ è andata così, con la campagna vaccinale a gonfie vele. Poi, il sogno del Quirinale lo ha fatto sbattere contro la verità. Un’ambizione coccolata da troppi politici e giornalisti sembra avergli fatto perdere il senso della realtà. I sorrisini che allietavano per i più le sue conferenze stampa sembrano spariti. I partiti non gli obbediscono più se non al prezzo di estenuanti, sfibranti trattative. Il suo problema è che un grande banchiere è abituato a discutere di moneta e non conosce il fatturato democratico: è composto da voti che si rappresentano.L’obbligo vaccinale a metà è l’ultima delle balle che ci sono state propinate nel contrasto alla pandemia. È ovvio che i no vax non possono essere il modello da seguire, perché il Covid va sconfitto. Ma si sono ignorate troppe alternative in maniera incomprensibile, a partire dalle cure domiciliari e tanto altro ancora, si sta riportando tutto in ospedale, non c’è un briciolo di autocritica sugli errori commessi. Gli italiani si sono – ci siamo – vaccinati per circa il 90 per cento della popolazione. Il resto non lo fa per ideologia antivaccinista o per paura, confusione, dubbi alimentati da chi governa. Irridere, sfottere, mortificare chi non ha ancora detto sì è sbagliato, soprattutto da postazioni privilegiate come quelle istituzionali. Ed è inutile prendersela con i partiti che danno voce alle preoccupazioni dei cittadini, inclusi quanti si sono sottoposti al siero. La pandemia, la corsa al Colle, il probabile tonfo della politica e l’arrivo delle elezioni anticipate, determinano il caos voluto dalla presunzione di chi governa convinto di non sbagliare mai.Cinque grandi balle stanno facendo precipitare Draghi in un tunnel simile all’agonia del secondo governo di Giuseppe Conte. La luna di miele del premier col popolo italiano pare essere finita da un pezzo. C’è un’impressionante continuità con Conte, anche allora c’era tanta propaganda che continua pure adesso. Ricordatelo il tempo in cui ci si invitava a dare fiducia, si giurava che con i vaccini saremmo tornati alla normalità. Prima si diceva che bastava il 70 per cento di vaccinati, e l’80 ci avrebbe catapultato nell’immunità di gregge. E poi ogni giorno percentuali oscillanti sul siero. Ma all’indietro. 95, 80, 65, 35 per cento. E tutti noi stralunati a leggere le cifre. La seconda grande balla per la quale i volantini erano distribuiti dalle legioni capitanati dai virologi televisivi e canterini era quella sul vaccinato che non poteva contagiarsi né contagiare. Ecco il braccio, dottore, mi punturi. Poi abbiamo scoperto che si può finire anche in terapia intensiva. «Forma lieve».Terza balla. Mica ci siamo dimenticati che per noi vaccinati finiva la stagione del tampone. «È pandemia di non vaccinati». Veramente pare riguardare anche altri ed è insopportabile davvero. La bugia numero quattro della Draghi’s band ha ruotato attorno al magico Green pass, propagandato in forma mini, maxi e super. Farà partire l’economia: le attività ricominciano a chiudere. Salverà il Natale. Mai lo abbiamo trascorso con tanta tristezza. Nessun rischio contagi. Balla clamorosa. Infine, al quinto posto, lo stato d’emergenza. Ormai siamo oltre i due anni e già possiamo immaginare che non si fermerà neppure al 31 marzo, visto che per l’obbligo vaccinale Draghi ha proposto un limite a giugno. Poi, speriamo che non sia prevista la fucilazione.(Francesco Storace, “Le cinque bugie di Draghi. Vaccini, contagi, green pass…”, da “Il Tempo” del 7 gennaio 2022).Troppe balle. Il gioco delle tre carte è in scena a Palazzo Chigi, con un premier che pare aver subito una trasformazione inaspettata. Mario Draghi è davvero cambiato oppure nessuno lo conosceva così come si è manifestato. Dopo aver preso il posto di Giuseppe Conte sembrava l’Uomo della Provvidenza. E per un po’ è andata così, con la campagna vaccinale a gonfie vele. Poi, il sogno del Quirinale lo ha fatto sbattere contro la verità. Un’ambizione coccolata da troppi politici e giornalisti sembra avergli fatto perdere il senso della realtà. I sorrisini che allietavano per i più le sue conferenze stampa sembrano spariti. I partiti non gli obbediscono più se non al prezzo di estenuanti, sfibranti trattative. Il suo problema è che un grande banchiere è abituato a discutere di moneta e non conosce il fatturato democratico: è composto da voti che si rappresentano.
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Carotenuto: il piano del male ha limiti precisi, non vincerà
La fiaccola della cultura viene trasferita, nel mondo, da una civiltà all’altra. Non voglio arrivare ad Atlantide, che ormai non c’è più, ma insomma: da Atlantide passò ai vedici, poi agli assiro-caldei, poi agli iraniani, poi agli egiziani e infine ai greci e ai romani. Dal tempo dei romani, siamo ancora in un’epoca in cui è l’Occidente, a guidare: l’impero inglese e quello francese, prima ancora l’impero spagnolo, e prima ancora il Sacro Romano Impero. Da qualche secolo, siamo nel momento di guida del mondo agloamericano, ma ora stiamo per andare al momento di guida (nel male) del mondo cinese. Tant’è vero che i grandi gruppi, mondialisti, stanno facendo crescere spropositatamente questa Cina per farne lo strumento del nuovo impero. E’ come se i poteri anti-coscienza avessero il compito di crearci l’ostacolo: devono sempre creare il male, perché da quel male, poi, viene un bene (sempre che la gente reagisca). Ma i limiti di questo ostacolo sono già prefissati: non c’è mai stata una guerra che sia durata per sempre, o un’epidemia senza fine.Questo lo impariamo dalla visione spirituale delle cose: che era quella di Dante, di Platone, di Aristotele, di Pitagora, di Socrate, di Omero. E’ lo stesso gruppo, che adotta la medesima interpretazione: sa che ci sono delle guide spirituali del mondo, che stuzzicano gli esseri umani e li fanno imparare sbagliando. Ogni volta che l’umanità affronta certi problemi, diventa più matura. E questo è sempre avvenuto: in tempi recenti, il nostro momento di crescita più bello è stato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Perché ci siamo svegliati di più, molto più di prima, avendo vissuto il fascismo e il nazismo, le bombe atomiche, i Gulag, i campi di sterminio. Il sonno è l’immaturità delle coscienze. Ci si può svegliare anche per presa di coscienza; sta cominciando a funzionare, ma nella maggior parte dei casi la presa di coscienza la raggiungiamo solo quando qualcuno ci malmena. E’ il dolore, a spingerci a farci la domanda: perché. Mai come adesso, questa domanda ha delle risposte chiare, almeno per una parte importante dell’umanità.E’ la prima volta, che tanta gente vede il potere per quello che è. E vivaddio: questo è l’unico risultato di quello che sta accadendo. Ci stanno facendo del male? Certo: è un potere spirituale oscuro, che guida questa battaglia contro la crescita dello spirito umano. Quelli che stanno al governo non se ne rendono neppure conto: non sanno a quanti livelli sopra di loro viene deciso quello che fanno. Loro lo fanno a basta, per carriera e denaro. Ma gli stessi poteri spirituali che li guidano non sanno se poi ci arrivano davvero, alla meta. Era da ingenui, sperare che il governo ascoltasse le richieste di uno come Stefano Puzzer. Ma intanto, Stefano ha ottenuto un grande risultato: ha mostrato che moltissima gente si è finalmente svegliata. In tantissimi hanno visto come si è comportato lo Stato, come si sono comportati i media: è stato un grande disvelamento. La cosa veramente nuova è che la gente si è contata e ha detto: io non credo più, a questo sistema. Così è stato conquistato un gradino immortale della coscienza umana.Certo, noi non possiamo battere il governo: non abbiamo i carri armati, non abbiamo i servizi segreti, non abbiamo i giudici. Però possiamo dire la verità. E possiamo fare qualcosa di efficace. Per esempio: le scuole parentali, i gruppi d’acquisto, il trasporto privato dei ragazzi per bypassare i mezzi pubblici. La nostra coscienza cresce facendo concretamente cose buone, non limitandosi a declamarle. Ecco la vera libertà: fare tutto il bene che voglio. E più mi ostacoli, meglio lo faccio. Il primo passo è sempre la verità. Se voglio il bene di mio figlio, devo sapere esattamente come vive. E viceversa, come faccio a imbambolare milioni di persone? Semplice: racconto falsità. Per esempio: racconto di una malattia mortale, per la quale non esistono cure. E quando tu terrorizzi la gente con questa menzogna, la libertà gliel’hai già tolta. Vale anche per il fronte opposto: a volte è il potere stesso a emettere forme-pensiero studiate appositamente per farsi odiare, perché l’odio mina la lucidità mentale.I giornalisti? Lasciamo perdere. Da ragazzo, io ho fatto l’assistente di Mino Pecorelli: uno che è stato ammazzato, per le cose che raccontava. Oggi i giornalisti sono solo i portavoce del potere. Monica Maggioni? Prima di essere direttrice del Tg1 (e prima ancora, presidente della Rai) è stata presidente della Trilaterale Italia. Mentana? Si è circondato di cosiddetti “fact checker”: tutti figli del potere mondialista. Non sono più giornalisti: sono mercenari, che devono tutto al potere. E infatti la gente non li ascolta più: finalmente s’è capito chi sono, ecco la novità. Certo, le sofferenze inflitte a molti di noi sono tangibili, purtroppo. Non puoi più andare a mangiarti una pizza? Non puoi più prendere il treno? Non puoi più fare l’insegnante o il medico? Questo, comunque, sta risvegliando le persone. E io so che il Cielo non abbandona nessuno: vediamo quel che succederà, nei prossimi anni.Se Draghi teme gli 8 milioni di dissidenti segregati? Ufficialmente non li teme per niente. I suoi padroni oscuri invece sì, li temono: sanno benissimo che, più fanno così, più risvegliano la gente. Intendiamoci: i personaggi come Draghi sono mezze figure. Io li ho frequentati, quegli ambienti, quando lavoravo come analista geopolitico per i governi. Gli ordini arrivano dall’alto, sempre. Alcuni miei allievi, in passato, sono diventati ministri. E dopo un po’ me lo confessavano: la stanza dei bottoni non è a Palazzo Chigi. Se l’ordine che arriva è generale, obbediscono tutti. Se invece i partiti litigano, vuol dire che l’ordine è di fingere di litigare, per far credere che la democrazia esista davvero. E invece è un teatrino. Prendiamo oggi: a capo del governo hanno chiamo uno che, qualche anno fa, tre quarti del Parlamento avrebbe buttato a mare. Ora tutti si inchinano davanti a lui. La sinistra si inchina di fronte a Goldman Sachs. Questo significa che l’ordine parte da molto più in alto. E lo accettano: sanno che, a certi ordini, si deve obbedire. Poi il dibattito riprenderà, perché è lo stesso potere a volerlo: la gente se ne accorgerebbe, che qualcosa non va, se il dibattito mancasse per troppo tempo.Però attenzione: questo 10-15% della popolazione sveglia è il lievito dell’umanità, l’umanità futura (gli altri dormono, e neppure il potere non si potrà più basare a lungo solo sui dormienti). Io ho smesso di votare, dai tempi di Pecorelli. Lo Stato? Dovremmo essere noi. Invece, la “res publica” ha incollata addosso una sanguisuga, un parassita oscuro. E un po’ alla volta, adesso, un numero consistente di persone se lo domanda: ma questi chi sono? Sono degli alieni? Certo, non li voterò mai. Peccato vi sia molto pessimismo, in una parte del popolo in risveglio, solo perché le manifestazioni non hanno dato i frutti sperati. E invece: la parte che ha iniziato ad agire concretamente, intraprendendo iniziative pratiche, è felicemente gioiosa. Perché è concentrata su quello che fa, non su quello che fanno gli altri. Ripeto: la regia è più alta, rispetto al potere. Ci faranno solo quello che gli sarà consentito farci, sempre per risvegliarci. Accadrà solo quello che la regia superiore riterrà necessario, per il nostro bene. A noi tocca fare solo una cosa: mettere in pratica il bene, là dove siamo, senza preoccuparci d’altro.(Fausto Carotenuto, dichiarazioni rilasciate nel video “Alla base della libertà”, pubblicato da “Coscienze in Rete” il 22 dicembre 2021).La fiaccola della cultura viene trasferita, nel mondo, da una civiltà all’altra. Non voglio arrivare ad Atlantide, che ormai non c’è più, ma insomma: da Atlantide passò ai vedici, poi agli assiro-caldei, poi agli iraniani, poi agli egiziani e infine ai greci e ai romani. Dal tempo dei romani, siamo ancora in un’epoca in cui è l’Occidente, a guidare: l’impero inglese e quello francese, prima ancora l’impero spagnolo, e prima ancora il Sacro Romano Impero. Da qualche secolo, siamo nel momento di guida del mondo angloamericano, ma ora stiamo per andare al momento di guida (nel male) del mondo cinese. Tant’è vero che i grandi gruppi, mondialisti, stanno facendo crescere spropositatamente questa Cina per farne lo strumento del nuovo impero. E’ come se i poteri anti-coscienza avessero il compito di crearci l’ostacolo: devono sempre creare il male, perché da quel male, poi, viene un bene (sempre che la gente reagisca). Ma i limiti di questo ostacolo sono già prefissati: non c’è mai stata una guerra che sia durata per sempre, o un’epidemia senza fine.
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Tutto, tranne la nostra coscienza: ci resta solo quella
«La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi», scrisse Karl von Clausewitz nel saggio “Della guerra”. Il conflitto bellico «non è dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi». Questo potrebbe contribuire a spiegare la natura squisitamente politica della guerra in corso, mentre si minacciano gli ultimi cittadini liberi: li si potrebbe braccare e stanare “casa per casa”, se ancora si ostinano a resistere a un ricatto imposto con la più spudorata delle menzogne, quella del fanta-vaccino che arginerebbe la fanta-pandemia. Sotto questo aspetto, è persino trascurabile l’atteggiamento di chi seguita a discorrere di politica (come se fossimo ancora in tempo di pace), magari calandosi – come fanno tutti i partiti – nelle gustose trame quirinalizie.Diversi anni fa, oscuramente presagendo un’incombente catastrofe, Giulietto Chiesa scomodava a sua volta la storia, naturalmente a modo suo: avete idea, ripeteva, di cosa dev’esser stato il più impensabile degli eventi antichi, cioè il crollo dell’Impero Romano? Perché si cada rovinosamente in una calamità di tale portata, deve occorrere un mosaico complesso di condizioni. Non che ne manchino più molte, oggi. Basta ascoltare il primo ministro italiano che sciorina numeri a caso, tra gli applausi, riguardo all’ultima terribile “variante”. L’ipnosi è quasi assoluta, quasi totalitaria. Tutti i fondamenti-cardine del vecchio mondo, repubblicano, sono praticamente crollati o sono stati svuotati. Un silenzio livido emargina la verità, lasciando sole milioni di persone. La parola tradimento può suonare persino eufemistica, mentre l’economia minuta – nel frattempo – non fa che franare nel caos e nella paura generalizzata.Leggendo il libro “L’altra Europa”, di Paolo Rumor, si apprende che Paolo di Tarso – considerato “l’inventore” della narrazione cristiana – agiva per conto del network occulto (“La Struttura”) a cui obbediva, ad esempio, anche lo storico giudeo-romano Giuseppe Flavio, che avrebbe contribuito a trasferire nell’Urbe il nuovo “format”, destinato infine a scardinare lo stesso Impero Romano. Se Costantino sdoganò quella narrativa, per imporla fu comunque necessario il successivo editto di Teodosio: credo obbligatorio, religione di Stato. Durissime sanzioni, nell’anno 380, furono poste sul capo della stragrande maggioranza dei cives: solo il 15% di essi, si calcola infatti, avevano aderito al monoteismo di San Paolo. Guerra generalizzata contro i cittadini, Grande Reset ante litteram. Guerra ideologica, persecuzioni, esercizio violento del potere. Tutto, oggi come allora, è nelle mani dei decisori. Tutto, tranne la nostra libera coscienza.«La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi», scrisse Karl von Clausewitz nel saggio “Della guerra”. Il conflitto bellico «non è dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi». Questo potrebbe contribuire a spiegare la natura squisitamente politica della guerra in corso, mentre si minacciano gli ultimi cittadini liberi: li si potrebbe braccare, stanandoli “casa per casa”, se ancora si ostinassero a resistere a un ricatto imposto con la più spudorata delle menzogne, quella della fanta-pozione che arginerebbe il fanta-morbo incontenibile. Sotto questo aspetto è persino irrilevante, ormai, l’atteggiamento di chi seguita a discorrere di politica (come se fossimo ancora in tempo di pace), magari calandosi – come fanno tutti i partiti – nelle gustose, amene trame quirinalizie.
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Bizzi e Martini: l’Italia è in trappola, come ne usciremo?
«A questo punto, considero realistico che si possa verificare lo scenario peggiore: e cioè che l’attuale “stato d’assedio” si protragga per il tutto il 2022, visto che l’élite di Davos punta essenzialmente sull’Europa, dove può contare su governi “amici” per condurre a termine i suoi piani». Previsione pessimistica firmata da Matt Martini, co-autore con Nicola Bizzi del bestseller “Operazione Corona”. Lo stesso Super Green Pass non lascerebbe molte speranze: «Andranno avanti per questa strada e per molti mesi: tutto sembra lasciarlo presagire». Nella trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, condotta insieme a Tom Bosco e allo stesso Bizzi, Martini insiste: «E’ evidente che sono caduti dei diaframmi, che fino a ieri tenevano in piedi la possibilità di un progressivo abbandono della narrazione pandemica: qualcosa è cambiato, a quanto pare, vista l’improvvisa accelerazione degli eventi». Meno disperante l’analisi di Bizzi, secondo cui sarebbe ormai imminente l’approvazione, da parte dell’Ema, dei farmaci monoclonali: cosa che farebbe decadere l’attuale campagna “vaccinale”, basata su farmaci ancora formalmente “sperimentali” fino a tutto il 2023, quindi scartabili non appena emergesse un’alternativa terapeutica ufficiale.Beninteso, Bizzi non risparmia critiche feroci all’establishment nazionale. «Ai miei occhi – scandisce lo storico, editore di Aurora Boreale – lo Stato italiano ha perso ogni legittimità: è ormai in guerra contro una parte consistente dei propri cittadini, in spregio a qualsiasi diritto costituzionale, a qualsiasi legge, a qualsiasi normativa civile». Rincara la dose Bizzi: «Li considero criminali: chi segrega milioni di cittadini in maniera nazista, distopico-orwelliana, non merita più alcuna legittimazione». Un appello ai cittadini: «Quand’è che vi deciderete ad aprire gli occhi? Vi stanno prendendo il giro da due anni, ormai». Lo stesso Bizzi, all’inizio della scorsa primavera, aveva anticipato una previsione: in base a un accordo riservato, si sarebbe verificata una graduale de-escalation dell’emergenza a partire da metà aprile. Evento puntualmente confermato dagli allentamenti attuati a cominciare dalla Gran Bretagna. «Poi evidentemente l’accordo si è rotto, qualcuno non è stato ai patti». Possibile motivo? «Al terrore del Covid non sono riusciti a sostituire in modo altrettanto efficace l’altro terrore emergenziale, quello climatico».Per Bizzi, infatti, siamo ai “tempi supplementari” della narrazione-1. Ribadisce l’analista: tutto sarebbe dovuto finire il 31 dicembre 2021. «E il piano era stato svelato con largo anticipo agli ambienti della politica che conta, cioè ai segretari dei partiti». Insieme a loro, aggiunge Bizzi, erano stati informati «i dirigenti dei sindacati e i direttori dei grandi media, ma anche i responsabili delle grosse catene di supermercati, i dirigenti delle Poste, i vertici di Confindustria, Confcommercio e Confesercenti». Tutti “sapevano” che l’emergenza “pandemica” sarebbe stata sgonfiata, gradualmente, in questi mesi. «A loro, fin dall’inizio, avevano detto che tutta questa pagliacciata, in Italia, sarebbe dovuta finire entro il 2021. Già da settembre – avevano detto – le mascherine sarebbero state eliminate anche dai luoghi al chiuso, mentre la campagna “vaccinale” si sarebbe esaurita già entro il mese di agosto». Non è andata così, come s’è visto, se siamo davvero arrivati ai “tempi supplementari” della storia politico-mediatica inaugurata all’inizio del 2020 dal primissimo lockdown, quello di Wuhan.«Se siamo ancora nei guai – dice Bizzi – è perché non riescono a sostituire, in maniera soft, la narrazione-1 (il Covid) con la narrazione-2, cioè l’emergenza climatico-ambientale. E sono nel panico: perché c’è una buona metà del mondo che si sta rifiutando di innescare un’emergenza permanente motivata da ragioni climatico-ambientali». Verissimo: vi si oppongono larga parte degli Stati americani, senza contare grandi potenze come l’India, il Brasile e tanti altri player mondiali, inclusa la Russia. «I gestori dell’emergenza sono con le spalle al muro», aggiunge Bizzi: «Per quanto mi riguarda, hanno già perso. E infatti, per continuare la narrazione-1, hanno fatto pressioni stratosferiche per rimandare all’infinito – da settembre a ottobre, poi da ottobre a novembre, e oltre – l’uscita delle terapie basate sugli anticorpi monoclonali. Farmaci finora approvati solo dalla Gran Bretagna e dalla Svizzera, che però sono fuori dall’Ue». Ma attenzione: «Se un singolo paese dell’Unione Europea – uno solo – li approvasse, costringerebbe tutti i paesi Ue ad archiviare definitivamente la campagna sperimentale in corso», quella basata sui “non-vaccini” genici.«Lo sanno molto bene, ed è per questo che sono andati avanti con i “tempi supplementari”. Ma non potranno andare oltre l’inizio del 2022 – puntualizza sempre Bizzi – perché l’Ema ormai è prossima all’approvazione di quei farmaci, nell’area Ue. E Stati come la Germania e la Spagna (probabilmente anche la Polonia) sono in dirittura d’arrivo per l’approvazione. La stessa Francia, come anche la Germania, ne sta già acquistando enormi quantitativi». Per contro, Matt Martini si sforza di mettere a fuoco lo scenario peggiore: quello che, per ora, si sta manifestando in tutta la sua devastante virulenza. Sta infatti ripartendo – in quasi tutta l’Europa, in particolare l’Eurozona – il vecchio refrain del 2020 (quello dei lockdowm) con in più le imposizioni “vaccinali” cui viene condizionata la residua possibilità di circolazione delle persone. Esistono eccezioni importanti come la Spagna e la Danimarca, oltre alla Svezia, ma il trend sembra preoccupante: e allinea anche paesi come Israele e Sudafrica.Dell’Italia, sottoposta alla Premiata Macelleria Draghi, non è nemmeno il caso di parlare. «A proposito: se si fosse creduto convintamente nella possibilità del referendum per abrogare il Green Pass, per il quale andava presentato mezzo milione di firme entro il 30 ottobre, non credo che oggi ci ritroveremmo in una situazione così buia». Secondo Martini, «il governo non avrebbe osato premere sull’acceleratore». Se lo ha fatto – è la tesi – è anche perché non è stato fronteggiato, sul piano politico, da una massa visibile di cittadini. Cosa aspettarsi per l’immediato futuro? Niente di buono, purtroppo, secondo la previsione più pessimistica. «Come da copione, ora il mainstream racconta che le “varianti”, in sostanza, “bucano” i vaccini attualmente disponibili. Il primo a lasciar capire come sarebbe potuta andare a finire, questa storia, è stato Bill Gates: disse che, per chiudere il capitolo Covid, avremmo avuto bisogno di “vaccini di nuova generazione”. Non mi stupirei se fossero in arrivo: vorrebbe dire tornare al piano iniziale della gestione “pandemica”, quello che allarma chi teme che l’operazione comprenda anche il proposito di “depopolare” parte del pianeta».«A questo punto, considero realistico che si possa verificare lo scenario peggiore: e cioè che l’attuale “stato d’assedio” si protragga per tutto il 2022, visto che l’élite di Davos punta essenzialmente sull’Europa, dove può contare su governi “amici” per condurre a termine i suoi piani». Previsione pessimistica firmata da Matt Martini, co-autore con Nicola Bizzi del bestseller “Operazione Corona”. Lo stesso Super Green Pass non lascerebbe molte speranze: «Andranno avanti per questa strada e per molti mesi: tutto sembra lasciarlo presagire». Nella trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, condotta insieme a Tom Bosco e allo stesso Bizzi, Martini insiste: «E’ evidente che sono caduti dei diaframmi, che fino a ieri tenevano in piedi la possibilità di un progressivo abbandono della narrazione pandemica: qualcosa è cambiato, a quanto pare, vista l’improvvisa accelerazione degli eventi». Meno disperante l’analisi di Bizzi, secondo cui sarebbe ormai imminente l’approvazione, da parte dell’Ema, dei farmaci monoclonali: cosa che farebbe decadere l’attuale campagna “vaccinale”, basata su farmaci ancora formalmente “sperimentali” fino a tutto il 2023, quindi scartabili non appena emergesse un’alternativa terapeutica ufficiale.
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Buffonata-Covid, siamo ai tempi supplementari: ecco perché
Qualcosa si è inceppato, qualcuno non è stato ai patti: è l’unica ragione per cui siamo ancora alle prese con la narrazione Covid, che doveva chiudersi entro fine anno. Lo afferma lo storico Nicola Bizzi nella trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, con Tom Bosco e Matt Martini. La scorsa primavera, Bizzi aveva ampiamente anticipato i segnali della de-escalation, programmata per aprile, poi puntualmente giunti a partire dalla Gran Bretagna, decisa a mettere gradualmente fine al “terrorismo sanitario”. Poi però qualcosa è andato storto: a luglio, dice Bizzi, il piano per uscire dall’incubo (politico-mediatico) della “pandemia” è stato disatteso da alcuni player, come i poteri che in Italia si esprimono attraverso Draghi. Il punto – osserva Bizzi – è che l’emergenza sanitaria “doveva” essere sostituita con l’emergenza climatica permanente, che però non sta funzionando: vi si oppongono svariate potenze, a livello mondiale. Ergo: i gestori della paura sono tornati all’emergenza-1, quella sanitaria. Da cui però non saprebbero più come uscire, vista anche la marea montante del dissenso, di fronte al Green Pass e alla follia “vaccinale”.«L’aver deciso addirittura di vietare le manifestazioni nel cuore delle città è l’estrema ammissione di debolezza, da parte di un potere che ormai teme il popolo». Vero, il coro dei media mainstream è invariato: continuano a raccontare che di Covid si muore, come se le cure non esistessero (e le terapie domiciliari non sono ancora state introdotte nella medicina di base: all’ospedale finisce solo chi non è stato curato per tempo, a casa). Verità scandalose: è lo stesso Istituto Superiore di Sanità ad ammettere che sono stati appena 3.783 (non 130.000) gli italiani morti a causa del solo Covid, cioè non affetti anche da patologie gravissime compresenti. Nulla però che, per il momento, incrini il granitico consenso di media e partiti, Confindustria e sindacati, a supporto delle scellerate politiche sanitarie tuttora in vigore. Ma attenzione: sono i semplici cittadini, ormai, a dire basta. Alle amministrative di ottobre, un italiano su due ha disertato le urne (e ai ballottaggi ha votato solo un elettore su tre). Non solo: l’Ansa annuncia che oltre il 54% degli italiani non guarda più la Tv in prima serata. In compenso, segnala Tom Bosco, si registra una strana impennata nella vendita libri, come pare non si vedesse dagli anni Settanta.«C’è una maggioranza silenziosa – dice Bizzi – che farà pesare la sua contrarietà, di fronte alle ultime, deliranti coercizioni dittatoriali: questo governo ha contro un buon 70% degli italiani, che rifiuteranno la “terza dose” e l’imposizione del Green Pass a tempo indeterminato». Non sarà facile fermare le proteste, nonostante le ingiunzioni di stampo “cileno” per blindare le città. A proposito: non è casuale che arrivi proprio oggi a Milano (centro nevralgico della protesta) un testimonial del peso di Robert Kennedy Junior, capace di denunciare l’impostura-Covid e i rischi connessi alla campagna “vaccinale” effettuata con sieri genici che starebbero producendo una vera e propria strage, oscurata dai media. Non si contano più i casi di pericardite sopraggiunti dopo l’inoculo, e il bilancio delle vittime sarebbe molto diverso da quello ufficialmente ammesso. In un recente convegno a Bolzano, un luminare della patologia come il professor Paolo Bellavite ha parlato di oltre 600 morti, solo in Italia, nel giro di pochi mesi. E per la farmacovigilanza dell’Ema, ad agosto erano già 24.000 le morti sospette, in Europa, correlabili con l’iniezione C-19.«Non sanno più come uscirne», insiste Bizzi: «Tale Sergio Brignani, del cosiddetto Comitato Tecnico-Scientifico, promette 5-10 anni di copertura immunologica, con la “terza dose”. Toni che ricordano una svendita di pentole da cucina». Dal canto suo, Matt Martini cita il virologo televisivo Roberto Burioni: «S’è messo a dire che non serve, fare il dosaggio anticorpale prima della “terza dose”, perché non ci sarebbe correlazione tra la presenza di anticorpi e la copertura immunitaria. Ma così – dice Martini – si negano le basi della stessa immunologia. Ed è l’ennesima conferma del fatto che, dietro l’intera narrazione Covid-vaccini, non vi sia proprio niente di scientifico». La riprova sembra arrivare da altri paesi, che dimostrano il vero tenore della sfida in corso, interamente politica: negli Usa l’obbligo vaccinale decretato da Biden è stato bloccato dalla magistratura. E sempre i giudici, in Spagna, hanno costretto il governo a rinunciare alle restrizioni, definite incostituzionali. In Italia, invece, si può tutto?Molto dipenderà dall’atteggiamento dei singoli cittadini, come quelli che il 14 novembre a Firenze si stringeranno attorno alla coraggiosa Nunzia Alessandra Schilirò, emarginata dal governo e pure oggetto di amenità complottistiche (come lo stesso Stefano Puzzer) da parte dei paranoici sempre pronti a chiedersi “chi c’è dietro” la determinazione di chi osa rivendicare il proprio diritto alla libertà. Tra i supporter di “Nandra”, per contro, si schierano gli agenti delle forze dell’ordine che – a migliaia – hanno aderito all’associazione “Osa”, che contesta apertamente la “dittatura sanitaria”. Nicola Bizzi accenna a precise segnalazioni da parte di “sensitivi”: «I loro presagi non sono da prendere per oro colato, beninteso: però annunciano grandi eventi di segno positivo, per noi, a partire dalla fine di novembre». Se qualcuno si mette a ridere, di fronte alla parola “sensitivi”, vale la pena ricordare – a proposito di affermazioni veramente surreali – quelle pronunciate da Draghi, secondo cui «se non ti vaccini muori, e fai morire chi è vicino a te».Funzionano così bene, i non-vaccini C-19, che dopo due dosi si pensa già di imporre la terza. Se qualcuno immagina che l’Italia sia popolata da 60 milioni di imbecilli, probabilmente ha sbagliato i conti. La manifestazione di Firenze, “Venere Vincerà”, schiera in prima linea le donne, e non a caso: si prevede infatti che facciano argine di fronte all’infamia definitiva, cioè la pretesa di inoculare il siero genico sperimentale anche ai bambini di 5 anni. Certo, con questo potere post-democratico non si scherza. «Il decreto sul Green Pass – osserva Matt Martini – sarà convertito in legge il 20 novembre: in quella data ci sarà un’eclissi lunare, fatto per noi teoricamente infausto, sul piano astrologico. Come se anche quella data fosse stata scelta di proposito, per potenziare gli effetti dell’imposizione». Sottolinea Bizzi: «Non c’è un solo atto del governo Draghi che sia stato compiuto senza prima consultare il calendario astrologico». Si ricorderà la scelta del 15 ottobre per varare il Green Pass obbligatorio, in coincidenza con l’inaugurazione alle Scuderie del Quirinale della mostra su Auguste Rodin e la sua Porta dell’Inferno.A proposito di allusioni simboliche: durante il G20, il lancio delle monetine nella Fontana di Trevi – dice ancora Martini – è sembrato un auspicio: la fine del cash, da sostituire con la moneta digitale. Si sa che il momento della foto-ricordo dei “grandi della Terra” davanti alla celebre fontana è stato turbato dal terribile spettacolo di un gabbiano che ha assalito e ucciso una cornacchia, tingendo l’acqua di sangue. Episodio, annota lo stesso Martini, che è stato collegato alla strage delle colombe bianche liberate qualche anno fa da Bergoglio e subito aggredite da corvi e gabbiani. «Stavolta, corvi e gabbiani si scannano tra loro: come se due grandi poteri, ieri alleati, fossero arrivati ai ferri corti». Nicola Bizzi cita un vescovo cristiano-ortodosso: non è vero che il Cremlino abbia cambiato posizione sul Covid (in Russia non esistono obblighi vaccinali né Green Pass). Il boom dei contagi, di cui parlano i media? «I casi riguardano soprattutto regioni della Siberia centro-meridionale, che Boris Eltsin cedette sciaguratamente “in comodato d’uso” alla Cina, per via delle risorse del sottosuolo: e pare che i cinesi vi stiano seppellendo rifiuti tossici, possibile vera causa di tanti decessi recenti».Ormai la verità salta agli occhi, a chi non è obnubilato dalle menzogne ufficiali: il governo italiano ha messo da parte diritti umani e Costituzione, rifiutando di curare i pazienti per arrivare a imporre il Green Pass dopo il fatale inoculo. L’Italia resta una trincea decisiva: mezza Europa è in bilico, tentata di seguire la via (suicida) imboccata da Conte e Draghi, con il placet di Bergoglio. Altri paesi – dalla Spagna alla Svezia, passando per il Regno Unito – si sono lasciati alle spalle l’orrore, basato sulla falsificazione dei dati e sulla criminale rinuncia alle cure precoci. Altra notizia: la strage silenziosa provocata dagli inoculi mRna sta perforando il silenzio complice dei media. Ed è in crescita esponenziale il numero di cittadini non più disposti a subire il brutale ricatto imposto dal governo Draghi. Come reagire? Semplice: disertando il lavoro. Lo propone l’alchimista Michele Giovagnoli: «Stiamo fermi per 21 giorni, a partire dall’11 dicembre, e vediamo chi dovrà cedere». Scontato: ci attendono altri giorni convulsi. E l’esecutivo stesso sa benissimo che sta imponendo qualcosa di inaccettabile. «Siamo arrivati ai “tempi supplementari” della faccenda Covid», sintetizza Bizzi: «Questa pagliacciata dovrà finire. Vedremo quando, e come».Qualcosa si è inceppato, qualcuno non è stato ai patti: è l’unica ragione per cui siamo ancora alle prese con la narrazione Covid, che doveva chiudersi entro fine anno. Lo afferma lo storico Nicola Bizzi nella trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, con Tom Bosco e Matt Martini. La scorsa primavera, Bizzi aveva ampiamente anticipato i segnali della de-escalation, programmata per aprile, poi puntualmente giunti a partire dalla Gran Bretagna, decisa a mettere gradualmente fine al “terrorismo sanitario”. Poi però qualcosa è andato storto: a luglio, dice Bizzi, il piano per uscire dall’incubo (politico-mediatico) della “pandemia” è stato disatteso da alcuni player, come i poteri che in Italia si esprimono attraverso Draghi. Il punto – osserva Bizzi – è che l’emergenza sanitaria “doveva” essere sostituita con l’emergenza climatica permanente, che però non sta funzionando: vi si oppongono svariate potenze, a livello mondiale. Ergo: i gestori della paura sono tornati all’emergenza-1, quella sanitaria. Da cui però non saprebbero più come uscire, vista anche la marea montante del dissenso, di fronte al Green Pass e alla follia “vaccinale”.
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La domenica delle salme, ma come nelle barzellette
Come nelle barzellette di una volta: c’erano un italiano, un francese, un tedesco e un americano. L’inglese aveva tagliato la corda, il russo non si era nemmeno presentato. Il cinese era ovunque, ma fingevano di non vederlo. L’americano invece stava su tutti i giornali, per via dei suoi trionfi planetari nelle gare di rutti. Imbarazzante? Non più delle modalità che lo avevano condotto alla Casa Bianca. Così, quei simpaticoni ogni tanto si incontravano, nei loro summit. Tema: salvare il mondo (come nelle barzellette). Qualcuno voleva diventare Papa, qualcun altro – più modestamente – presidente. Quello travestito da dittatore l’avevano appena fatto santo. I grandi elettori applaudivano, terrorizzati, mentre il centro delle città si riempiva di armigeri e reticolati. Non votava più nessuno, non era più di moda: i comuni mortali dovevano rassegnarsi a obbedir tacendo, col braccio tatuato dal codice a barre. Era consentito ridere, ma solo se autorizzati. La voglia di ridere, comunque, era passata a tutti.E poi che noia, quegli italiani fragorosi e senza fantasia. Pronti ad assieparsi (pericolosamente) in centro, anziché sparire nelle periferie. Perché non si smaterializzano? Perché non scompaiono per sempre, lontano dagli occhi e dal cuore? Perché non lasciano che a presidiare le strade – come nella “Domenica delle salme” – sia il gas esilarante, asperso con amore dai venerabili sacerdoti della rettitudine? Così pensava, allora, il sopravvivente medio, affetto da quieto cretinismo. Diceva, a se stesso: come non apprezzare l’onniveggente provvidenza del buon pastore? Perché ostinarsi a ignorare gli sforzi titanicamente profusi per garantire allo zoo un avvenire migliore di quello toccato in sorte dopo l’infelice epidemia di angoscia? Proprio come nelle barzellette, quelle di una volta: la sfortuna si era malauguratamente abbattuta sul reame, seminando lutti, ma poi – finalmente – la coalizione dei buoni aveva preso il sopravvento, scongiurando le peggiori conseguenze. Certo, erano stati richiesti i necessari sacrifici: toccava soffrire ancora, tutti insieme; ma solo per poter festeggiare, un giorno, lo scampato pericolo.Come nelle barzellette, fingevano che esistessero ancora le norme partorite dalle rovine dell’ultima guerra visibile, onestamente dichiarata. Poi le dichiarazioni di guerra erano venute meno: era diventato preferibile farle, le guerre, ma senza più avvertire nessuno. Così, come nelle barzellette, c’erano state sfortunate crisi, incidentali terrorismi, occasionali emergenze. Solo per comodità cosmetica, oltre che per dare l’impressione di una parvenza di normalità, partiti e sindacati non erano ancora stati formalmente smantellati: di tanto in tanto pigolavano ancora, biascicavano qualcosa di graziosamente irrilevante. Come nelle barzellette, fingevano sempre di dividersi in Orazi e Curiazi, e davano a credere che fossero loro, a prendere le decisioni. Nel solenne autunno del 2021, in un clima di letizia universale ulteriormente rallegrato dall’incombente, fatale censimento dei bambini, trovavano anche il tempo di dedicarsi al più ameno dei passatempi: la sensazionale elezione del futuro presidente della Repubblica.Come nelle barzellette di una volta: c’erano un italiano, un francese, un tedesco e un americano. L’inglese aveva tagliato la corda, il russo non si era nemmeno presentato. Il cinese era ovunque, ma fingevano di non vederlo. L’americano invece stava su tutti i giornali, per via dei suoi trionfi planetari nelle gare di rutti. Imbarazzante? Non più delle modalità che lo avevano condotto alla Casa Bianca. Così, quei simpaticoni ogni tanto si incontravano, nei loro summit. Tema: salvare il mondo (come nelle barzellette). Qualcuno voleva diventare Papa, qualcun altro – più modestamente – presidente. Quello travestito da dittatore l’avevano appena fatto santo. I grandi elettori applaudivano, terrorizzati, mentre il centro delle città si riempiva di armigeri e reticolati. Non votava più nessuno, non era più di moda: i comuni mortali dovevano rassegnarsi a obbedir tacendo, col braccio tatuato dal codice a barre. Era consentito ridere, ma solo se autorizzati. La voglia di ridere, comunque, era passata a tutti.