Archivio del Tag ‘cancro’
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Non ti curar di lor, ma guarda e passa: come se fosse antani
Strónzo (Treccani): massa fecale solida. Quello che ieri disse: se non ti inietti quella roba, muori. Non solo: fai anche morire chi ti è accanto. Strónzo (Treccani, ibidem), quello che oggi dice: se abbiamo problemi è colpa loro, di quelli che non si sono iniettati quella roba. Si schianta a terra uno dei tanti, il calciatore Ousmane Coulibaly: tre dosi di felicità cardiaca. Treccani: massa fecale solida. Correlazioni? Sì. Massa fecale solida. Cuore che trema e crolla. Menzogna clinica, ceffoni sulla verità. Ceffoni a cena, a casa, al bar, ovunque. Palestra, discoteca, Olimpo. Non ascoltarle, dice il buffone, quelle lingue tronche: il disco rotto, le rette spezzate, la gommalacca che vi avvolge e vi distoglie da quello che siete veramente. Siete capelli e vento, canta il poeta. Ma dite che il poeta è pazzo, giustamente. Lo dite “voi che siete uomini, sotto il vento e le vele” (“Rimini”, De André).Ebbene, abbiamo qui uno strónzo (Treccani: massa fecale solida), però è il nostro strónzo, er mejo der bigoncio: e poi, li avete visti, gli altri? Li abbiamo visti, sì. Però il biglietto l’avevamo pagato per intero, sperando che la scelta non fosse tra lo strónzo e gli altri strónzi, magari meno acconci e meno presentabili, meno prestigiosissimi nonché graziosamente oracolari. E’ che le supercazzole han fatto il loro tempo, non hanno retto di fronte agli schiaffoni: che fioccano spietati, come se fosse antàni, senza misericordia per nessun diritto. Fioccano a muso duro, rompendo il guscio delle convenzioni e dell’ipocrisia. Scassano le vestigia di quel ch’è stato il Novecento, diroccato nei tremila morti delle Torri, nei diecimila infermi di Ground Zero cucinati a fuoco lento dall’amianto.Chi siete voi, reggenti? Cosa volete, ancora? Quale alchimia mefitica, dietro la vostra disgustosa macroeconomia? E quali squallidi pagliacci si nascondono nel vostro bisogno di nascondervi? Voi non vi verognate, no. Voi siete i player, siete gli storyteller. Siete i sapienti delatori della lezioncina. Incubatori pitagorici, soavi aspersori di sempre nuove religioni. Sapete, avete l’aria di essere defunti, vagamente, come defunta – inconsapevolmente – è la platea di quanti ancora (per pigrizia, per greve consuetudine) vi stanno ancora ad aspettare, sul litorare ripido dove la notte si concede le sue svenevoli licenze, ben consapevole dell’alba che verrà. Il primo a dirlo, Enki: avanti, costruisciti la barca. Verrà il diluvio, si salveranno solo quelli come te. Di lor non ti curar, ma guarda e passa.(Giorgio Cattaneo, 11 gennaio 2022).Strónzo (Treccani): massa fecale solida. Quello che ieri disse: se non ti inietti quella roba, muori. Non solo: fai anche morire chi ti è accanto. Strónzo (Treccani, ibidem), quello che oggi dice: se abbiamo problemi è colpa loro, di quelli che non si sono iniettati quella roba. Si schianta a terra uno dei tanti, il calciatore Ousmane Coulibaly: tre dosi di felicità cardiaca. Treccani: massa fecale solida. Correlazioni? Sì. Massa fecale solida. Cuore che trema e crolla. Menzogna clinica, ceffoni sulla verità. Ceffoni a cena, a casa, al bar, ovunque. Palestra, discoteca, Olimpo. Non ascoltarle, dice il buffone, quelle lingue tronche: il disco rotto, le rette spezzate, la gommalacca che vi avvolge e vi distoglie da quello che siete veramente. Siete capelli e vento, canta il poeta. Ma dite che il poeta è pazzo, giustamente. Lo dite “voi che siete uomini, sotto il vento e le vele” (“Rimini”, De André).
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Covid e clima, Galloni: chi inventa le emergenze, e perché
Il pianeta è sempre stato sottoposto a cambiamenti climatici anche molto radicali: in certi periodi erano abitabili solo le zone equatoriali, in altri erano abitabili anche i Poli (sono stati trovati resti di fauna tropicale in Antartide). Il grande errore del nostro tempo – errore di cui ci chiederanno conto le generazioni future – è l’idea di fermare i cambiamenti climatici, invece di affrontarli. A differenza del passato, infatti, oggi possediamo tecnologie straordinarie: se messe al servizio del bene dell’umanità, aiuterebbero a unire i popoli per affrontare questi cambiamenti climatici. L’emergenza che stiamo vivendo è il rapporto fra l’emergenza climatica e quella sanitaria. L’emergenza climatica è stata proclamata intorno al 2019 sull’onda alla meteora Greta Thunberg. Poi, siccome non era sufficienti, si è arrivati all’emergenza sanitaria. E adesso pare che si debba ritornare ad un’altra emergenza, di carattere climatico-ambientale.Perché l’emergenza? Perché non si riesce più a dare una risposta ai grandi cambiamenti dell’economia e della società, il cui primo (e fondamentale) è l’abbandono della moneta a debito. Cioè: noi oggi abbiamo la possibilità di introdurre monete di altra natura. E lo dobbiamo fare: perché, mentre nei comparti di produzione dei beni materiali la tecnologia è andata talmente avanti che sempre meno addetti saranno necessari ad approntare tutto ciò di cui abbiamo bisogno, nell’ambito invece dei beni immateriali (soprattutto i servizi di cura delle persone, dell’ambiente, del patrimonio esistente) il fatturato si può rivelare più basso del costo. Quindi, questi servizi non possono essere gestiti in termini capitalistici, cioè di profitto. Ecco il grande interrogativo; la soluzione c’è (l’immissione di moneta non a debito), ma ha un “piccolo” difetto: spiazzerebbe le grandi banche, le grandi entità finanziarie del pianeta, che hanno governato il mondo per secoli – o per millenni: prima con l’oro e poi con la moneta creata dal nulla.E’ chiaro che, non potendo dare soluzioni, l’emergenza “serve” per evitare nel merito delle questioni: questo è il nesso che lega l’emergenza climatica a quella sanitaria. E come siamo arrivati, a questo? Dagli anni Settanta in poi abbiamo sperimentato a diversi modelli di capitalismo. Il primo è quello del capitalismo espansivo, in realtà iniziato già nel 1944 dopo Bretton Woods. E’ durato fino al G7 di Tokyo del 1979 e, secondo me, da noi fino al divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia. In quel periodo, l’obiettivo delle imprese era la massimizzazione delle vendite: quindi c’era spazio per l’aumento dei profitti, dei salari, dell’occupazione. Quindi abbiamo avuto la trasformazione della classe operaia in classe media. Insomma, stavamo tutti meglio: la classe politica voleva arricchire la popolazione attraverso i disavanzi pubblici, finanziati a bassi tassi d’interesse.Se i titoli pubblici non li acquistava nessuno, li comprava la Banca d’Italia stampando moneta: al passivo metteva l’emissione monetaria e all’attivo i titoli. E’ così che siamo diventati la quinta potenza mondiale, la quarta potenza manifatturiera del pianeta. E abbiamo cominciato a dare fastidio un po’ a tutti, nel Mediterraneo: ai francesi, agli inglesi, agli israeliani, agli americani e ai russi. Così spiego anche la vicenda Moro: in termini di conflitto tra lui e Kissinger. Il problema esplose in un incontro fondamentale del 1976, in cui Kissinger disse a Moro: «Non potete continuare a far crescere l’economia italiana del 3-4% ogni anno, perché state diventando più importanti di quello che noi possiamo sopportare. Io ti ammazzo». Parole testuali di Kissinger. Tornato a casa, Moro lo disse alla moglie e a mio padre: erano le uniche due persone di cui lui si fidasse. La moglie gli consigliò di rititarsi dalla politica. E non si sa – quella mattina del 16 marzo 1978, quando fu sequestrato – che cosa avrebbe detto, in Parlamento.Ora, il capitalismo espansivo, keynesiano (l’economia mista), non poteva essere ufficialmente attaccato, perché funzionava. E tra l’altro, ci proteggeva nella competività, se così si può dire, coi regimi comunisti. E allora ecco che nasce tutta la teoria ambientalista del Club di Roma (Aurelio Peccei) che, fondamentalmente, sostiene una dottrina neo-malthusiana. Cosa aveva detto, Malthus? Aveva espresso una teoria che poi si era rivelata sbagliata. Aveva detto: siccome la popolazione cresce ad un ritmo superiore a quello in cui noi possiamo far crescere la produzione, incluse le derrate alimentari, a un certo punto la società collassa. In realtà non fu così, perché poi gli umani – proprio perché crescevano da un punto di vista demografico – cominciarono a produrre di più e meglio. Tant’è vero che oggi, di cibo, ne abbiamo fin troppo. Ovviamente ci sono i poveracci che non mangiano, perché è il sistema capitalistico che induce a produrre solamente quello che si può rivendere con un adeguato profitto.Se uno non ha i soldi per comprarla, la merce viene buttata. Noi infatti distruggiamo una gran parte di quello che produciamo. Ma la soluzione non è quella esposta da Papa Francesco (mangiamo di meno noi, per dare ai poveri). No: è il modello economico, che è sbagliato. Si deve tornare un po’ all’antico: noi oggi possiamo produrre come una volta, disinquinando e stando tutti meglio. Oltretutto, la qualità dei prodotti alimentari pesa: bastano poche quantità, per essere soddisfatti (e sani). Il cibo di McDonald’s invece non sazia mai e procura le famose malattie del benessere-malessere. Tornando a Malthus, i neo-malthusiani ieri dicevano: se la popolazione mondiale è di 6 miliardi di individui, di cui un miliardo e mezzo ha tutto (auto, elettrodomestici), crescerà tutta l’economia e ci saranno 5 miliardi di privilegiati; ma le risorse sono limitate, e quindi lo sviluppo non può essere illimitato.In realtà, è lo stesso errore di Malthus: pretendere che il rapporto fra sviluppo economico e inquinamento sia reso da un’equazione lineare. Cioè: se io produco 100 e consumo 70 (come risorse del pianeta), se produrrò 200 consumerò 140, in termini di risorse. Ma non funziona così, l’economia industriale. Al crescere delle quantità, man mano che l’umanità va avanti, la quantità di agenti inquinanti e di risorse utilizzate (per unità di prodotto) diminuisce. In pratica: se oggi producessimo con le tecnologie di cent’anni fa tutto quello che attualmente produciamo, saremmo tutti morti. In realtà le tecnologie si sono evolute: oltre un certo punto, c’è quindi una equazione differenziale, con derivate parziali, che ci dà la possibilità di capire che sì, dobbiamo “darci una regolata” per l’inquinamento da sviluppo, ma senza però regredire, perché in quel modo condanniamo i poveri a restare poveri, e noi a morire delle malattie del benessere (che non sono quelle batteriche o virali, storicamente sconfitte nei paesi ricchi, ma sono quelle degenerative – cancro, diabete, cardiopatie – che derivano dai cattivi stili di vita).Negli anni ‘80, dopo il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia, si fecero aumentare in modo erratico i tassi d’interesse sul debito pubblico: quindi il debito crebbe a dismisura e superò il Pil. Da allora abbiamo questo problema, un alto debito pubblico. Fino a prima del divorzio, avvenuto nel 1981, il debito pubblico italiano non raggiungeva il 60% del Pil. E là saremmo rimasti, se non avessimo introdotto l’aumento dei tassi d’interesse per dare al “mercato” il potere di “regolarci”, quando si sapeva benissimo che il mercato è uno sregolatore. Quindi, il ministero del Tesoro abbandonò il potere di decidere i tassi d’interesse e lo lasciò al mercato, cioè alle banche. Il risultato è stato disastroso. Quel modello – anni ‘80 – è crollato miseramente, perché distruggeva la solidarietà, che è il principale collante dell’economia, e venne sostituito con un terzo modello, il capitalismo finanziario (già sperimentato fino alla crisi del 1929).Siamo quindi tornati al capitalismo finanziario: grandi boom delle Borse, ma già nel 2001 la crisi delle Borse stesse. Quindi siamo approdati a un quarto tipo di capitalismo, che io chiamo ultra-finanziario. Cioè: mentre nel capitalismo di Borsa bisogna massimizzare il rendimento dei titoli azionari (e questo lo si ottiene spesso riducendo in modo devastante l’investimento nell’economia reale, nell’occupazione e nei salari), nell’ultimissimo capitalismo ultra-finanziario, quello dei derivati e dei titoli tossici, all’economia non si pensa neppure più. Non è più un capitalismo di mercato: tutto è regolato da algoritmi matematici. E quindi nelle banche, nelle aziende e nei centri finanziari entrano i matematici e gli informatici. Questo capitalismo ultra-finanziario ha come obiettivo non la massimizzazione del valore dei titoli, ma la massimizzazione del numero delle operazioni, quindi è una follia.Siamo arrivati a 4 milioni di miliardi di dollari di debiti, cioè di derivati e “swap”. Cioè: 54 Pil mondiali. Noi ci stracciamo le vesti perché il debito pubblico dell’Italia si avvicina ad essere una volta e mezzo il Pil nazionale, ma non diciamo niente sul fatto che il debito del pianeta è 54 volte il Pil terrestre. Importantissima la svolta sopraggiunta nel 2008: le banche centrali hanno iniziato a immettere moneta illimitatamente, per far fronte alle esigenze di liquidità (emerse con la crisi della Lehman Brothers, rimasta a secco: l’unico modo per far fallire la finanza è proprio la mancanza di liquidità). Ma voi capite che, per gestire 4 milioni di miliardi di dollari (54 Pil mondiali), occorre almeno un 3-4% di liquidi: e non c’erano. Ed ecco la soluzione delle banche centrali: emettere moneta, soprattutto elettronica, in modo illimitato. Di qui la mia previsione, purtroppo rivelatasi esatta: il sistema crollerà quando verrà il crampo al dito del governatore della banca centrale.Qual è la caratteristica di questo capitalismo ultra-finanziario e collateralizzato? Non deve arrivare, tutta questa moneta, all’economia reale. L’economia finanziaria va benissimo, perché va bene anche quando va male: pompano moneta a corso legale, e quindi si pagano interessi e cedole, si allungano i tempi dei titoli tossici, eccetera. E quindi, paradossalmente, la finanza funziona sempre. A patto che, appunto, all’economia reale non arrivi niente. Di qui sostengo la nascita delle piattaforme finanziarie alternative, delle monete complementari, delle cryptovalute, del credito “fai da te” e di tante altre cose, che per certi versi rappresentano il futuro della nostra economia, perché sono le eredi delle antiche cambiali (alla base del “miracolo economico” italiano). E anche le cambiali sono saltate per aria, con l’aumento dei tassi d’interesse: non era più conveniente, accettare una cambiale, perché lo sconto che ti facevano in banca era salito al 20% (prima era solo del 3-4%). Da allora, abbiamo vissuto un delirio, un declino ininterrotto. E il conto l’hanno pagato soprattutto i giovani: questa è la prima generazione che ha meno opportunità, rispetto a quelle di cui avevano beneficiato i loro genitori.(Nino Galloni, dichiarazioni rilasciate in una conferenza di “FlipItaly” ripresa su YouTube il 1° dicembre 2021. Economista e saggista, Galloni è figlio di Giovanni Galloni, già ministro, vicepresidente del Csm e autorevole dirigente della Dc, vicinissimo ad Aldo Moro).Il pianeta è sempre stato sottoposto a cambiamenti climatici anche molto radicali: in certi periodi erano abitabili solo le zone equatoriali, in altri erano abitabili anche i Poli (sono stati trovati resti di fauna tropicale in Antartide). Il grande errore del nostro tempo – errore di cui ci chiederanno conto le generazioni future – è l’idea di fermare i cambiamenti climatici, invece di affrontarli. A differenza del passato, infatti, oggi possediamo tecnologie straordinarie: se messe al servizio del bene dell’umanità, aiuterebbero a unire i popoli per affrontare questi cambiamenti climatici. L’emergenza che stiamo vivendo è il rapporto fra l’emergenza climatica e quella sanitaria. L’emergenza climatica è stata proclamata intorno al 2019 sull’onda alla meteora Greta Thunberg. Poi, siccome non era sufficiente, si è arrivati all’emergenza sanitaria. E adesso pare che si debba ritornare all’altra emergenza, di carattere climatico-ambientale.
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Zelenko, medico dei Vip: vaccini, inutile strage annunciata
Il mio team ha curato con successo 6.000 pazienti. Ho formato centinaia di medici, che ora stanno addestrando i loro studenti. Nel complesso abbiamo curato milioni di persone. Il presidente Trump è stato mio paziente, così come Rudy Giuliani e il rabbino Chaim Kanievsky. Sono stati miei pazienti lo stesso Yaakov Litzman, fino a pochi mesi fa ministro della sanità di Israele, e il presidente brasiliano Bolsonaro. Secondo il mio approccio, l’essenziale è tenere le persone fuori dagli ospedali. Riguardo ai minori, l’unica ragione per il trattamento nei loro confronti è credere nel sacrificio dei bambini: si vogliono fare esperimenti su di essi? Ogni terapia va sempre valutata da tre punti di vista. E’ sicura? Funziona? Serve? Ci dev’essere bisogno di impiegarla: una necessità medica. In base alle statistiche ufficiali sui minori di 18 anni, il tasso di sopravvivenza al Covid è del 99,99%. Guariscono da soli, senza alcuna cura.Il virus dell’influenza invece è più pericoloso, per i bambini. Secondo il Cdc, 100 bambini (ogni milione) morirebbero a causa del vaccino. E io sento che il loro numero sarebbe significativamente più alto. Dunque, se hai una fascia demografica che non corre alcun rischio, per una determinata malattia, perché mai dovresti inocularle un’iniezione tossica e mortale? I due paesi al mondo col maggior numero di vaccinati sono Israele (85%) e le Seychelles (oltre l’80%). Entrambi i paesi stanno vivendo un focolaio della “variante Delta”. Domanda: se hai vaccinato la maggior parte della popolazione, perché hai ancora un focolaio? E poi: perché dovresti fare anche una terza dose, con la stessa roba che non ha funzionato nelle prime due? Veniamo ora al problema della sicurezza, che è il vero guaio. Ci sono tre livelli di conseguenze che dobbiamo considerare: acute (se si verificano entro tre mesi dall’iniezione), sub-acute o a lungo termine. Il rischio numero uno dell’iniezione sono i coaguli di sangue.Tutto quello che dico è documentato. Non credetemi sulla parola: verificate. Secondo il Salk Institute, quando una persona riceve l’inoculo di questa “cosa”, il corpo diventa una fabbrica di Spike: produce trilioni di Spike, che migrano verso l’endotelio (il rivestimento interno dei vasi sanguigni). Sono delle piccole “spine” all’interno del sistema vascolare. E quando il sangue le attraversa, si danneggiano e causano coaguli. Se questo accade nel cuore si verifica un infarto, se avviene nel cervello si verifica un ictus. La prima causa di morte nel breve periodo, come vediamo, è quella dei coaguli di sangue. Nella maggior parte dei casi (40%) questo accade nei primi 3-4 giorni dopo questa iniezione tossica mortale. L’altro è il problema che sta causando miocardite o un’infiammazione nel cuore dei bambini e dei giovani adulti. Il terzo problema è il più inquietante: il “New England Journal of Medicine” registra un alto tasso di aborti spontanei nel primo trimestre, da parte di gestanti sottoposte all’iniezione.Altra causa di morte per conseguenze sub-acute: lo si è visto vaccinando animali e vedendone poi morire un’alta percentuale. A ucciderli sono gli stessi anticorpi sviluppati tramite l’iniezione. Il femomeno si chiama Ade (potenziamento anticorpale) oppure “priming patogeno”, o anche “potenziamento immunitario paradossale”. Uno può dire: ma gli animali (morti dopo l’inoculo) non erano esseri umani, noi siamo diversi. D’accordo, ma i relativi studi non sono stati svolti: siete voi “lo studio”, ora. L’amministratore delegato di Pfizer ha detto che Israele è il più grande laboratorio al mondo. Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina per la scoperta dell’Hiv, ha detto che questo è il più grande rischio, per l’uomo: il più grande pericolo di genocidio nella storia dell’umanità. E il rischio di una reazione Ade nel lungo termine non è stato affatto escluso. Quindi, la mia domanda è: perché dovrei vaccinare qualcuno con una sostanza potenzialmente distruttiva, letale, senza prima aver escluso quel rischio?La terza componente sono proprio le conseguenze a lungo termine. Ci sono prove certe: quell’inoculo influisce sulla fertilità, danneggia la funzione ovarica, riduce il numero degli spermatozoi. Inoltre, aumenta sicuramente la quantità di malattie autoimmuni. E chissà di quanto ridurrà la durata della vita. Riviste scientifiche scrivono che aumenti anche il rischio di contrarre il cancro. Quindi, comunque lo si guardi – in un contesto acuto, sub-acuto o a lungo termine – è un disastro. Secondo me, poi, l’attuale governo israeliano è la “reincarnazione” di Joseph Mengele: hanno effettuato una sperimentazione umana sulla loro stessa gente. Io ho ricevuto minacce di morte quotidiane, ho messo a repentaglio la mia vita e a mia carriera, le mie finanze, la mia reputazione e ormai anche la mia famiglia. Tutto, solo per dirvi quello che sto facendo.Riassumo: non c’è alcuna necessità di questo vaccino. Non ce n’è bisogno per nessuno. Non parlo solo dei bambini: nel 99,95% dei casi, i giovani adulti (dai 18 ai 45 anni) hanno la possibilità di affrontare al meglio la malattia. Questo lo ammette lo stesso Cdc. Chi ha contratto il Covid e quindi ha sviluppato gli anticorpi, ha acquisito un’immunità naturale che è un miliardo di volte più efficace di quella indotta artificialmente attraverso il vaccino. Quindi, perché mai inocularmi anticorpi inferiori o pericolosi quando ho già anticorpi sani? E la popolazione esposta ad alto rischio, che avrebbe un tasso di mortalità del 7,5%? Ebbene: i miei dati sono “peer-revieewed”, e sono diventati la base di altri 200 studi. Hanno tutti confermato le mie osservazioni. Ovvero: se curi le persone entro il giusto lasso di tempo, riduci la mortalità dell’85%. Quindi, su 600.000 americani colpiti dal morbo, avremmo potuto evitare loro di finire in 510.000 all’ospedale, magari a morire.Presentai queste mie osservazioni direttamente al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: le consegnai nelle sue mani nell’aprile 2020, informando anche ogni singolo membro del ministero della salute, in Israele. Quindi, domando: se per gli anziani “fragili” posso ridurre il tasso di mortalità dal 7,5 a meno dello 0,5%, perché dovrei usare un’iniezione tossica e letale, che per giunta non funziona e che ha terribili effetti collaterali? Se tutti, sul pianeta, dovessero ammalarsi di Covid, e se non venissero curati, a livello globale il tasso di mortalità sarebbe inferiore allo 0,5% (morirebbero 35 milioni di persone). Se invece seguissimo i consigli di alcuni leader globali, e dicessimo – come ha fatto Bill Gates – che devono essere vaccinate 7 miliardi di persone, allora morirebbero oltre 2 miliardi di persone. Quindi, svegliamoci. Questa è la Terza Guerra Mondiale. E’ un livello di malvagità che non avevamo mai visto, probabilmente, nell’intera storia dell’umanità. Io sto vedendo la paura spingere le persone a fare cose completamente irrazionali, senza senso. Queste persone arrivano a sacrificare i propri figli.(Vladimir Zelenko, estratti da un video rimosso da YouTube alcuni mesi fa, ora riproposto su “Rumble”. Il dottor Zelenko, ebreo ortodosso attivo negli Usa e stimato a livello internazionale, è stato tra i primi al mondo a proporre un efficace protocollo terapeutico per contrastare agevolmente la sindrome Covid).Il mio team ha curato con successo 6.000 pazienti. Ho formato centinaia di medici, che ora stanno addestrando i loro studenti. Nel complesso abbiamo curato milioni di persone. Il presidente Trump è stato mio paziente, così come Rudy Giuliani e il rabbino Chaim Kanievsky. Sono stati miei pazienti lo stesso Yaakov Litzman, fino a pochi mesi fa ministro della sanità di Israele, e il presidente brasiliano Bolsonaro. Secondo il mio approccio, l’essenziale è tenere le persone fuori dagli ospedali. Riguardo ai minori, l’unica ragione per il trattamento nei loro confronti è credere nel sacrificio dei bambini: si vogliono fare esperimenti su di essi? Ogni terapia va sempre valutata da tre punti di vista. E’ sicura? Funziona? Serve? Ci dev’essere bisogno di impiegarla: una necessità medica. In base alle statistiche ufficiali sui minori di 18 anni, il tasso di sopravvivenza al Covid è del 99,99%. Guariscono da soli, senza alcuna cura.
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Bomba dall’Iss: appena 3.783 i morti “solo” per Covid
«Non è una notizia, è una bomba: se ne dovrebbe parlare in ogni talk televisivo». Carlo Freccero commenta così la novità della settimana: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono appena 3.783 le persone uccise in Italia “solo” dal Covid, cioè prive di gravi malattie preesistenti. Numeri pazzeschi, che demoliscono qualsiasi delirio securitario, dal coprifuoco di Conte al Green Pass di Draghi. «Rendetevi conto: meno di 4.000 vittime, contro le 130.000 esibite, in un paese in cui ogni anno, mediamente, i decessi sono 650.000», fa notare lo storico Nicola Bizzi. «La semplice influenza stagionale può uccidere anche 15.000 persone», osserva il professor Alessandro Meluzzi, nel frattempo sospeso dall’Ordine dei Medici per aver rifiutato il Tso governativo. Notizia nella notizia: a “sparare” il report dell’Iss è stato un solo quotidiano, “Il Tempo”, diretto da Franco Bechis (a sua volta ripreso soltanto da un’altra testata, “La Verità”, di Maurizio Belpietro). Da tutti gli altri, silenzio. Anzi: si parla solo di “casi” e contagi in rialzo, per spingere disperatamente sul tasto dell’inoculo genico sperimentale, ancora chiamato “vaccino”: misura coercitiva che Draghi impone sul lavoro ricorrendo col ricatto, pena la perdita dello stipendio.
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Citro: vaccini-Covid inutili e pericolosi, sapete perché?
Il vaccino? Non è come prendere un caffè o bere un bicchier d’acqua. Il vaccino è un mini-intervento, perché viene inoculato nel corpo un patogeno, o una sua parte purificata, quindi il corpo ha delle reazioni: questo si sa, non è fantasia. Si tratta di valutare il rapporto tra rischi e benefici. Piccolo-medio rischio ma grande beneficio, come per il vaiolo? Perfetto, ben venga. Se un domani dovesse mai arrivare un’epidemia di Ebola, col 100% di letalità? Vacciniamoci, eccome. Oggi invece com’è, il rapporto? Rischio molo alto e beneficio zero: perché non c’è beneficio. O meglio, devo ancora capire qual è: sono solo un medico. Quindi chiedo, ai luminari, qual è il beneficio. All’inizio ti dicono: il vaccino impedirà di infettarsi. No, perché nessun vaccino impedisce questo; il vaccino ti dà degli anticorpi per cui, se tu poi contrai il patogeno, hai più capacità di reazione. Allora ti dicono che ti darà un’infezione più lieve (questa è l’ultima versione).Ma scusate: quando inizia, questa infezione è sempre lieve. Non è che, di colpo, arriva la polmonite o la trombo-embolia e mi trovo in ospedale. In realtà passano delle ore, poi dei giorni, in cui non ho un’infezione severa, ma lieve (“mild”, la chiamano gli anglosassoni). E quindi, se io in quel momento la curo – e le cure ci sono – la cosa si risolve, senza bisogno di vaccinarmi. Quindi: beneficio, zero. E’ un vaccino del tutto inutile. E’ la letteratura, a dirlo, così come l’esperienza sul campo (e il buon senso). Certo che, se invece terrorizziamo la gente con la paura mediatica, allora poi tutti corrono a vaccinarsi. Però attenzione: il rischio è altissimo. Fra i tanti, il più importante è il “potenziamento dipendente dall’anticorpo”. In inglese viene siglato “Ade”, Antibody Dependent Enhancement (sigla per noi italiani inquietante: l’Ade – nota di colore – è il nome dell’oltretomba greco-romano).Da tanti anni, si sa – dalla letteratura – che i virus Rna a catena singola, come i coronavirus, sono soggetti a un rischio di Ade altissimo, per loro stessa natura: sono virus che formano quasi-specie, quindi sono mutazioni continue che la natura compie, per adattarli all’ambiente e creare una nuova specie virale. E’ il loro modo di essere. Questo vale per tutti i coronavirus: quindi Sars, Mers e Covid-19, la Dengue (che è un flavivirus), Ebola, Zika, Hiv. Per tutti questi virus è difficile, se non impossibile, fare un vaccino. La gente dovrebbe chiedersi come mai, visto che Hiv appartiene a questo gruppo, è da quarant’anni che c’è l’Aids (ben più pericolosa dell’attuale infezione, e continua a fare milioni di morti) e non siamo ancora riusciti ad avere un vaccino? Come mai, dopo vent’anni, non abbiamo ancora un vaccino per la Sars? Come mai, tre-quattro anni fa, cominciavano in Oriente le campagne vaccinali per la Dengue e le hanno interrotte? Sono morti tutti, e hanno detto: non si può, dobbiamo rassegnarci; attualmente, è impossibile avere un vaccino valido e sicuro per i virus Rna.Com’è che in pochi mesi, invece, in questa situazione, dicono che hanno trovato un vaccino sicuro ed efficace? Mi sembra strano. E qui cito Loretta Bolgan, che spiega: questi virus Rna a catena singola, quando infettano la persona, possono creare anticorpi “sub-ottimali” (cioè troppo pochi, o deboli). E finisce lì. Poi magari la persona incontra di nuovo il virus – che non è lo stesso: è quasi uguale, ma nel frattempo è cambiato. Però va a potenziare gli anticorpi “sub-ottimali”, e quindi può succedere che il virus venga agganciato dall’anticorpo, viene portato nei “macrofagi” e nelle altre cellule presentanti l’antigene; all’interno dev’essere normalmente spezzettato, poi i suoi antigeni – sulla superficie esterna del “macrofago” – vengono “presentati” ai linfociti (cioè al sistema immunitario) che poi costruiscono gli anticorpi. Questo però può non succedere: nell’Ade non succede. Perché il virus non viene frantumato, e anzi comincia a replicarsi all’interno del “macrofago”. E’ gravissimo: vuol dire che quel patogeno ha infettato il nostro sistema immunitario.Il virus sfugge al controllo del sistema immunitario, si rafforza, e quando emerge devasta. E, fra le tante cose gravi – come ricorda la Bolgan – causa la polmonite eosinofila (che è difficile da curare, peggio di questa). Quindi, il fatto che si replichi nel “macrofago” e blocchi anche la produzione dell’Interferone 1, è gravissimo. Tutto questo è in letteratura: non stiamo inventando qualcosa. Però questo non lo dicono, alla gente. Uno studio di pochi mesi fa lo dice in modo chiaro: questi vaccini possono sensibilizzare a malattie più gravi. Sars, Mers e Rsv non sono mai stati approvati, e possono peggiorare la malattia (e l’Ade). Quindi il paziente dovrebbe avere una comprensione adeguata, del fatto che si sta esponendo a questo rischio. E invece, alla gente non lo spiegano. Se con il vaccino si instaura l’Ade, cosa succede? Intanto, se uno ha già avuto la malattia, non deve mai essere vaccinato (e ringrazio il collega Pier Luigi Lopalco, che lo ha dichiarato espressamente: c’è la certezza di infettare gli altri).Lo ribadisco: chi è vaccinato è infettivo, è meglio stargli alla larga. Lo raccomandano le stesse aziende produttrici: dopo il vaccino, mantenere distanziamento e mascherina. Il vaccinato dovrebbe essere messo in quarantena, e vale anche per le vaccinazioni antinfluenzali (isolamento per 40 giorni o per due mesi, ancora non si sa). In ogni caso è documentato che in svariate Rsa, da gennaio in poi, dove uno dei sanitari si è vaccinato, nel giro di poco erano infettati tutti. Chi si è infettato non dovrebbe essere vaccinato, perché in quel caso l’Ade arriva facilmente. Ma anche chi non sa neppure di esser stato infettato, perché magari può aver avuto la forma asintomatica, può aver sviluppato gli anticorpi “sub-ottimali”; se riceve il vaccino, non è quello stesso virus “selvatico”, perché nel frattempo è cambiato (i vaccini sono tutti modellati sulla sequenza Wuhan-1, che è quella che la Cina aveva dato al mondo all’inizio del 2020). Ed ecco che, in questo caso, si crea subito l’Ade. Perché si stupiscono delle trombo-embolie?Stanno iniettando la “spike”, che (come si evince in letteratura) produce esattamente trombo-embolie; è cardiotossica e neurotossica, si sa: lo confermano gli studi. Allora: se io inietto la “spike”, che so che dà trombo-embolie, e dopo l’iniezione il paziente ha la trombo-embolia o l’ictus, non posso far finta di non sapere. Due più due fa quattro: la trombo-embolia l’ho provocata io, con l’iniezione. Dicono che è minima, la percentuale degli eventi avversi? Sì, ma parlano di quelli che sono morti. Poi ci sono quelli che hanno avuto l’ictus subito dopo il vaccino: non c’è giorno che non ne abbia notizia, tramite i miei pazienti. Ogni giorno mi raccontano di loro amici e conoscenti con ictus, persone semi-paralizzate. Mi viene riferito almeno un caso ogni giorno. Le ultime notizie, dall’istruttore della palestra che frequento: un cliente con l’ictus, un altro con l’emi-paresi facciale.Sono cose gravi, e sono tante. Le percentuali? Ancora non si sa. Quelli ti dicono: è una percentuale minima. Anche se fosse un solo caso, dobbiamo stare attenti: vorrei vedere te, che magari stavi bene e rimani paralizzato per tutta la vita, senza sapere per quale motivo ti saresti dovuto vaccinare. In Germania, su un giornale, un tizio ha scritto che, secondo Bill Gates, il problema della mortalità da vaccino investe solo 0,1% della popolazione. Sembra poco, ma – dice questo autore – se in Germania vacciniamo tutti, cioè 80 milioni di persone, vuol dire che avremo 80.000 morti, cioè lo stesso numero delle vittime dell’epidemia. E quindi, per non farli morire per l’epidemia, devo farne morire – col vaccino – almeno altrettanti?Il professor Peter Doshi, docente di tecnica farmaceutica all’Università del Maryland e condirettore del “British Medical Journal”, una delle più autorevoli riviste mediche, in vari editoriali ha chiarito che questi vaccini non riducono la possibilità di ammalarsi: non spengono l’epidemia. Quindi, in pratica, anche lui dice che non servono a niente. In uno studio cinese (Llguo Zhang) viene confermato che il virus – non il vaccino – può integrarsi nel nostro Dna; e ciò fa parte delle cause che determinano la cronicizzazione della malattia. Ma se questo può farlo anche solo il virus, attenzione: nel momento in cui – spacciandolo per vaccino – inietto un impianto genico, un mRna (piccolo, sintetico) che finisce nella cellula, intanto posso scatenare subito una tempesta citochinica. Un mRna è un gene, quindi siamo di fronte a una terapia genica.Il vaccino, per definizione, contiene il patogeno attenuato, quindi è proteico. Qui invece parliamo di un codice genetico, che può essere anch’esso trascritto nel nostro Dna. L’industria dice di no, ma la scienza dice che questo è plausibile. Ora, immaginate il Dna come una catena lunga chilometri. In questo “filo”, l’impianto genico si può inserire in un punto in cui non crea danni; e va bene, non succede niente. Ma se invece si inserisce in un punto dove può “slatentizzare” il gene di una malattia o di un tumore, questo lo vedremo fra un po’ di anni (non lo vediamo nell’immediato). Quindi, chi dice che il vaccino non crea problemi dovrebbe intanto certificarlo “ad personam”, e poi garantire (non si sa sulla base di quale studio scientifico, che non c’è) che nei prossimi dieci anni non avrà conseguenze. Loro dicono: stai tranquillo, perché la scienza ti dice che non ci sono rischi. Non lo dice la scienza: lo sta dicendo l’industria. Sono due cose diverse: viene spacciata l’industria per scienza. L’industria lo dice: per forza, l’ha fatto lei. Logico che ti dica che il suo prodotto è sicuro.(Massimo Citro, dichiarazioni rilasciate in una recente intervista Tv, ripresa su Facebook. Medico e scrittore, Citro è autore del bestseller “Eresia”, edito da ByoBlu).Il vaccino? Non è come prendere un caffè o bere un bicchier d’acqua. Il vaccino è un mini-intervento, perché viene inoculato nel corpo un patogeno, o una sua parte purificata, quindi il corpo ha delle reazioni: questo si sa, non è fantasia. Si tratta di valutare il rapporto tra rischi e benefici. Piccolo-medio rischio ma grande beneficio, come per il vaiolo? Perfetto, ben venga. Se un domani dovesse mai arrivare un’epidemia di Ebola, col 100% di letalità? Vacciniamoci, eccome. Oggi invece com’è, il rapporto? Rischio molo alto e beneficio zero: perché non c’è beneficio. O meglio, devo ancora capire qual è: sono solo un medico. Quindi chiedo, ai luminari, qual è il beneficio. All’inizio ti dicono: il vaccino impedirà di infettarsi. No, perché nessun vaccino impedisce questo; il vaccino ti dà degli anticorpi per cui, se tu poi contrai il patogeno, hai più capacità di reazione. Allora ti dicono che ti darà un’infezione più lieve (questa è l’ultima versione).
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Nanochip: pilotarvi il cervello con una semplice iniezione
Nanorobot inseriti nel corpo con una semplice iniezione, per arrivare a condizionarci a distanza pilotandoci il cervello e i pensieri? Sono incubi: quelli su cui insistono in modo ossessivo i cosiddetti complottisti, bollati come paranoici. La notizia? Certi incubi fanno già parte della realtà. Lo ricorda il sito “Database Italia”, che propone un video nel quale si collegano tante tessere di un puzzle che, a quanto pare, si va componendo sotto i nostri occhi, giorno per giorno. «Questa Quarta Rivoluzione Industriale non vuole cambiare ciò che fai: vuole cambiare te», premette in modo esplicito Klaus Schwab, pontefice massimo di Davos. «Se ti fai modificare geneticamente, per esempio, sei tu che sei cambiato: e questo ha un grande impatto sulla tua identità». Vorrebbe dire cambiare quello che intendiamo per umano? «Sì, esatto». Immediato il sospetto: ha qualcosa ha che fare, tutto questo, con i “vaccini genici” ossessivamente imposti con il pretesto della sindrome Covid? Per intenderci: sono i preparati sperimentali a contenuto magnetico che contengono l’ossido di grafene. Quelli che in Italia sono obbligatori, in cambio della libertà condizionata.Il video si sofferma sulla celebrazione che Vittorio Colao, oggi ministro di Draghi, offre del favoloso 5G: il wireless di quinta generazione (installato a tappeto durante il lockdown 2020) permette di portare sotto gli 8-9 millisecondi il cosiddetto “effetto-latenza”, accelerando in modo esponenziale la trasmissione di un segnale. «Questo vuol dire che si potrà collegare tutto, oggetti e robot, e avere una remotizzazione di tutti i controlli». Porte elettriche, auto che guidano da sole “vedendo” la strada. E anche «sistemi medici, per avere in tempo reale le condizioni di una persona». E magari, aggiunge Colao, si potrà «iniettare o rilasciare una sostanza medica che è necessaria per la salute». E si potrà fare tutto in remoto, quasi istantaneamente. Ma come somministrare una sostanza da remoto con la tecnologia 5G senza ricorrere a medici, infermieri e siringhe? E poi, quale sostanza? La risposta viene da Roberto Cingolani, anch’esso ministro dell’esecutivo di Draghi. «Possiamo fare un robot che lavora dentro il corpo umano», premette: «Un anticorpo artificiale, sostanzialmente: qualcosa che faccia la cosidetta “theranostic”», cioè terapia e diagnostica fuse insieme.Cingolani parla di «un oggetto intelligente, molto piccolo, che è in grado di viaggiare nel corpo umano, trovare la cellula malata, “sedercisi” sopra e rilasciare in quella sede il medicinale che serve (o addirittura, trascrivere la correzione alla sequenza genetica che ci interessa)». C’è un’ambizione infinita, ammette Cingolani, dietro questa tecnologia. «Oggi, per fare queste cose si usano dei nano-componenti che hanno la grandezza di qualche decina di nanometri». Normalmente, un nanometro è grande come 3 atomi in fila: un oggetto che misura 10 nanometri ha un diametro pari a quello di 30 atomi. «Sono dei piccoli magneti, o molecole chiamate “dendrimeri”. Possono anche essere dei liposomi, un po’ più grossi». Eminente fisico, fino a ieri coinvolto in ricerche all’avanguardia, Cingolani descrive il tipo di vettore impiegato: «Noi lavoriamo con quelli magnetici, molto piccoli». Grazie a una particolare procedura biochimica, «attorno alla particella magnetica si installa una spugnetta di polimeri, che sono sensibili alle variazioni di pH o della temperatura».Proprio i polimeri «assorbono il medicinale e lo rilasciano, quando necessario». E intorno alla “spugnetta” di polimeri, aggiunge Cingolani, ci sono poi delle bio-molecole che servono a riconoscere la specifica malattia che stiamo cercando. «Tutto questo soggetto misura 100 nanometri: il sistema immunitario non lo vede, quindi è in grado di penetrare la maggior parte delle barriere cellulari, anche quelle encefaliche». Funziona così: il dispositivo ultrapiccolo «va in giro, trova la malattia». Nel frattempo, «siccome è magnetico, rilascia anche un segnale, come quello della risonanza magnetica: quindi ci consente di vedere dov’è la cellula malata». E dato che normalmente attorno alle cellule malate c’è qualche parametro sballato (tipicamente il pH), l’intruso – che è sensibile al pH – apre la “spugnetta” e rilascia il medicinale. «Possono essere anche medicinali multi-stadio, come per i cicli successivi della chemioterapia». Attenzione al passaggio chiave: «Se ho un campo magnetico oscillante, all’esterno, posso alzare la temperatura di una ventina di gradi centigradi, generando ipertermia locale», visto che il dispositivo è un “super-para-magnetico”.Spiega ancora Cingolani: «E’ la cosa più simile a un anticorpo intelligente di tipo artificiale, robotico. E si comincia a mettere questa roba in vivo, per capire come funziona». Dunque: «Fascendo oscillare una radiofrequenza esterna, la temperatura si alza: strutture di questo tipo (50 nanometri) sono i cosiddetti “quantum cubes”, cubetti quantistici di ossidi di ferro, che possono alzare la temperatura oltre i 50 gradi». Capito? «Non c’è cellula che resista, a queste temperature: quindi sono dei “bruciatori locali” estremamente piccoli». A questo punto, il video propone testimonianze di persone rimaste colpite da reazioni avverse dopo l’inoculo del siero sperimentale anti-Covid: lamentano bruciori interni diffusi e la sensazione di avere la testa in fiamme. Colpa dei “quantum cubes” forse presenti nei preparati in distribuzione? E poi: i nanocristalli di ossido magnetico possono davvero essere introdotti nel corpo umano con la somministrazione di farmaci, sfruttando i nanosistemi? C’è chi se ne sta occupando, si apprende: e non da oggi.A “Report” (RaiTre) lo stesso Sigfrido Ranucci spiega: «A sviluppare progetti per garantire un monitoraggio dell’attività cerebrale, potenziando la Brain Computer Interface attraverso chip impiantabili nel cervello, ci sono multinazionali del calibro di Facebook, i cui progetti però sono segreti. L’altra grande corporation interessata ai chip nel cervello è Neuralink, di proprietà di Elon Musk, il fondatore di Tesla che progetta di portare l’uomo su Marte». Anche i progetti si Neuralink sono segreti. Ma, stando a quanto ha dichiarato lo stesso Musk, l’obiettivo è trovare il modo per integrare l’intelligenza artificiale col cervello umano. «Noi siamo già dei cyborg: praticamente abbiamo dei superpoteri grazie al computer o allo smartphone. Ma per unirci in modo davvero simbiotico all’intelligenza artificiale – sostiene Musk – serve un interfaccia con il cervello, un collegamento diretto tra cervello e computer».Aggiunge: «Io penso che la soluzione migliore sia avere, all’interno del cervello, un livello di intelligenza artificiale che operi simbioticamente con te, proprio come fa il tuo cervello biologico». Precisa Mister Tesla: «Non c’è bisogno di un intervento chirurgico: puoi iniettarlo nelle vene attraverso il sangue o direttamente nella giugulare; da lì arriva velocemente ai neuroni». Dal Wyss Center di Ginevra, a suonare l’allarme è Niels Birbaumer, luminare delle neuroscienze, uno dei pionieri della Brain Computer Interface in Europa in ambito terapeutico. «Si possono usare queste tecniche anche nelle persone sane, per aumentare le loro performance, le attività, i pensieri. Certamente può essere un grande business. Ma – avverte lo scienziato – non ne conosciamo le conseguenze negative: possono essere drammatiche, perché non abbiamo nessuna idea di cosa cambia, nel cervello, se vi ho impiantato tanti elettrodi. Può cambiare in modo permanente la nostra personalità, con queste cose».Sembra la trama di un film distopico, ammette “Report”. E invece «stiamo parlando di scenari che stanno concretamente prendendo corpo». Ecco il punto: «Riuscire a indurre determinati pensieri nel cervello umano: è il progetto a cui stanno lavorando centinaia di ricercatori, in tutto il mondo, tra cui anche quelli dell’Iit di Genova, che però lo fanno solo a scopo terapeutico». Uno di loro, Stefano Panzeri, racconta: quando questa tecnologia sarà sviluppata in maniera sicura e completa, potrà anche restuituire la vista ai ciechi e l’udito ai sordi, sostituendo le funzioni degli occhi e delle orecchie. Più a lungo termine, aggiunge Panzeri, questa tecnologia «può essere però pensata anche come uno strumento per manipolare le capacità cognitive della persona». Obiettivo della sperimentazione in corso, da anni: attivare i neuroni dall’esterno. E quindi condizionare i pensieri che il cervello produce.Come funziona? Proprio nel modo esposto da Cingolani: «Si introducono con delle tecniche genetiche dei piccoli “interruttori”, delle proteine, che possono attivare (accendere o spegnere) il neurone, inviando un piccolo fascio di luce. In questo modo, si induce il neurone a dire quello che noi vogliamo fargli dire», chiarisce Panzeri. In altre parole: «La persona vedrà quello che vogliamo che veda. Si genera quindi una sensazione virtuale, dove l’oggetto rappresentato non c’è». Vale a dire: si può far percepire come reale un’immagine, una sensazione, un’esperienza che è solo virtuale. Gli esperimenti – iniziati diversi anni fa – hanno già avuto esito positivo su cavie non umane, precisa il video, le cui immagini si riferiscono al periodo in cui Colao e Cingolani non erano ancora ministri. La situazione è pericolosissima, avverte Niels Birbaumer: «Speriamo che la politica di regolamentazione (in primo luogo la Fda, negli Usa) blocchi questo lavoro». Aggiunge lo scienziato: «Secondo me, la tecnologia del Brain Computer Interface è molto più pericolosa di quella della bomba atomica».Domande: esiste una correlazione tra 5G, vaccini sperimentali Covid e ossido di nanocristalli come il grafene, la cui presenza è stata rilevata in alcuni preparati sperimetali oggi presentati come “vaccini”? «Il grafene – riassume il video pubblicato su “Database Italia” – è il materiale che, insieme al 5G, potrà influenzare la vita degli esseri umani». Notizia: «L’Ue ha appena investito un miliardo di euro, per la ricerca sul grafene nei prossimi dieci anni». Lavori in corso: «Sono già stati depositati 2 brevetti per l’uso del grafene in campo medico. E una pubblicazione medica del 2016 (riportata da “PubMed”) mostra che il grafene è stato dichiarato e usato come nuovo coadiuvante nei vaccini. Sebbene la Tv non lo dica, infatti, uno studio eseguito da ricercatori internazionali ha riscontrato nei vaccini Covid-19 proprio l’ossido di grafene». Ma cos’è, esattamente? «Il grafene è un conduttore, ma non resta permanente nel corpo umano: può essere espulso. E questo spiega il motivo delle dosi multiple del vaccino, con richiami ogni 6 mesi». Secondo gli autori del video, «il richiamo non è finalizzato a immunizzare dal virus. L’obiettivo è mantenere una corretta percentuale di grafene nel corpo umano, necessaria per interagire con le frequenze elettromagnetiche esterne, come quelle del 5G».Sempre per gli autori del video, «il fine ultimo è imporre in tutta l’Unione Europea l’uso del Green Pass da telefono (che attualmente è gestito dal fisco, non dal ministero della sanità) e sta raccogliendo tutti i dati personali di chi è stato “ingannato”». Un’opinione politica esplicita. E una previsione: «Il Green Pass, poco a poco, assimilerà le stesse funzioni del passaporto, della carta d’identità, della patente di guida, del conto corrente e della moneta, che sarà solo digitale. Il passo finale: sostituire il Green Pass con un chip da impiantare sottopelle a tutti i cittadini Ue, come si fa con i cani e le mucche. Questo processo avverrà entro il 2030». Oggi i governi vietano certe pratiche, diceva Ranucci, tempo fa. «Ma domani? Se qualcuno riuscisse a condizionare le scelte politiche?». Magari proprio “remotando” i cervelli? «La storia di Cambridge Analytica ci spiega che è possibile: gran parte dei seguaci del transumanesimo vive nella Silicon Valley, e alcuni di loro occupano dei ruoli ai vertici di quelle aziende che stanno investendo su tecnologia, web e genetica. E se nessuno mette un freno – si interroga Ranucci – saranno in grado di dettare l’agenda dell’evoluzione umana?».Nanorobot inseriti nel corpo con una semplice iniezione, per arrivare a condizionarci a distanza pilotandoci il cervello e i pensieri? Sono incubi: quelli su cui insistono in modo ossessivo i cosiddetti complottisti, bollati come paranoici. La notizia? Certi incubi fanno già parte della realtà. Lo ricorda il sito “Database Italia”, che propone un video nel quale si collegano tante tessere di un puzzle che, a quanto pare, si va componendo sotto i nostri occhi, giorno per giorno. «Questa Quarta Rivoluzione Industriale non vuole cambiare ciò che fai: vuole cambiare te», premette in modo esplicito Klaus Schwab, pontefice massimo di Davos. «Se ti fai modificare geneticamente, per esempio, sei tu che sei cambiato: e questo ha un grande impatto sulla tua identità». Vorrebbe dire cambiare quello che intendiamo per umano? «Sì, esatto». Immediato il sospetto: ha qualcosa a che fare, tutto questo, con i “vaccini genici” ossessivamente imposti con il pretesto della sindrome Covid? Per intenderci: sono i preparati sperimentali a contenuto magnetico che includono l’ossido di grafene. Quelli che in Italia sono obbligatori, in cambio della libertà condizionata.
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Carcere, se si nega ancora la pericolosità del wireless 5G
Osi negare che il wireless 5G possa essere dannoso, per l’organismo? Peggio per te: ti farai 6 mesi di carcere o, a scelta, sborserai 250.000 euro di multa. E’ la pena comminata in Germania, a inizio anno, a un noto propagandista del 5G: il professor Alexander Lerchl, biologo dell’università di Brema. «Da oltre un decennio – ricorda Maurizio Martucci su “Oasi Sana” – il docente continuava a negare sia il nesso causale dell’insorgenza cancerogena che la possibile rottura del Dna dovuta all’esposizione cronica da radiofrequenze non ionizzanti, le stesse del 5G e di tutti gli altri standard wireless». Per questo è stato condannato: pena replicabile, si legge nella sentenza, ad ogni eventuale reiterazione del reato. «Con questa storico e inedito pronunciamento – osserva Martucci – i giudici tedeschi hanno praticamente messo una pietra tombale sul “neagazionismo del danno”, spostando ora la questione della moratoria 5G: dal blando “principio di precauzione” al più evidente “principio di prevenzione”».Naturalmente, in Italia, di 5G è praticamente vietato parlare: chi è vicino al potere si mette a ridere, appena qualcuno accenna alle diffuse preoccupazioni per il wireless di quinta generazione, che si è fatto strada in modo particolarmente subdolo. Proprio per agevolare l’installazione della rete 5G sarebbero stati rasi al suolo decine di migliaia di grandi alberi, nei centri abitati della penisola. E lo stesso governo inglese, come documentato da Massimo Mazzucco, ha ammesso la correlazione: le fronde degli alberi (ricche di acqua) frenano la trasmissione del segnale, assorbendo le onde. In una sconcertante intervista realizzata da Red Ronnie, un prestigioso medico come Massimo Melelli Roia ha ricordato che, durante il lockdown 2020, gli unici “lavori in corso” erano quelli – semi-clandestini, anche notturni – per l’installazione delle antenne 5G. Il dottor Roia è fra quanti temono danni incalcolabili, anche neurologici, da ogni tipo di rete wireless.Vari scienziati – ricorda Melelli Roia – parlano addirittura del rischio di estinzione dell’umanità, nell’arco di sole 5 generazioni, a causa dell’infertilità maschile che potrebbe essere indotta dalle emissioni d’onda, capaci di manomettere il nostro assetto genetico. Se in Germania a finire nei guai è stato un personaggio come Lerchl, è la stessa autorità pubblica, in materia (l’Icnirp, un ente privato con sede a Monaco) a negare tuttora che il 5G possa rappresentare un pericolo. La corte di Brema ha condannato Lerchl anche per aver falsificato il materiale esibito, nel tentativo di dimostrare l’innocuità del nuovo wireless. Nulla che sfiori il governo italiano, dove è presente un super-tecnocrate come Vittorio Colao, massimo “profeta” del 5G nel Belpaese. Sul wireless di quinta generazione, del resto, si basano le proiezioni del Grande Reset di Davos, adottate dal Green New Deal dell’Unione Europea. Avanti tutta, verso quello che – insieme alla campagna “vaccinale” – ha l’aria di poter essere il peggior attentato alla salute pubblica nella nostra storia?Osi negare che il wireless 5G possa essere dannoso, per l’organismo? Peggio per te: ti farai 6 mesi di carcere o, a scelta, sborserai 250.000 euro di multa. E’ la pena comminata in Germania, a inizio anno, a un noto propagandista del 5G: il professor Alexander Lerchl, biologo dell’università di Brema. «Da oltre un decennio – ricorda Maurizio Martucci su “Oasi Sana” – il docente continuava a negare sia il nesso causale dell’insorgenza cancerogena che la possibile rottura del Dna dovuta all’esposizione cronica da radiofrequenze non ionizzanti, le stesse del 5G e di tutti gli altri standard wireless». Per questo è stato condannato: pena replicabile, si legge nella sentenza, ad ogni eventuale reiterazione del reato. «Con questa storico e inedito pronunciamento – osserva Martucci – i giudici tedeschi hanno praticamente messo una pietra tombale sul “neagazionismo del danno”, spostando ora la questione della moratoria 5G: dal blando “principio di precauzione” al più evidente “principio di prevenzione”».Naturalmente, in Italia, di 5G è praticamente vietato parlare: chi è vicino al potere si mette a ridere, appena qualcuno accenna alle diffuse preoccupazioni per il wireless di quinta generazione, che si è fatto strada in modo particolarmente subdolo. Proprio per agevolare l’installazione della rete 5G sarebbero stati rasi al suolo decine di migliaia di grandi alberi, nei centri abitati della penisola. E lo stesso governo inglese, come documentato da Massimo Mazzucco, ha ammesso la correlazione: le fronde degli alberi (ricche di acqua) frenano la trasmissione del segnale, assorbendo le onde. In una sconcertante intervista realizzata da Red Ronnie, un prestigioso medico come Massimo Melelli Roia ha ricordato che, durante il lockdown 2020, gli unici “lavori in corso” erano quelli – semi-clandestini, anche notturni – per l’installazione delle antenne 5G. Il dottor Roia è fra quanti temono danni incalcolabili, anche neurologici, da ogni tipo di rete wireless.Vari scienziati – ricorda Melelli Roia – parlano addirittura del rischio di estinzione dell’umanità, nell’arco di sole 5 generazioni, a causa dell’infertilità maschile che potrebbe essere indotta dalle emissioni d’onda, capaci di manomettere il nostro assetto genetico. Se in Germania a finire nei guai è stato un personaggio come Lerchl, è la stessa autorità pubblica, in materia (l’Icnirp, un ente privato con sede a Monaco) a negare tuttora che il 5G possa rappresentare un pericolo. La corte di Brema ha condannato Lerchl anche per aver falsificato il materiale esibito, nel tentativo di dimostrare l’innocuità del nuovo wireless. Nulla che sfiori il governo italiano, dove è presente un super-tecnocrate come Vittorio Colao, massimo “profeta” del 5G nel Belpaese. Sul wireless di quinta generazione, del resto, si basano le proiezioni del Grande Reset di Davos, adottate dal Green New Deal dell’Unione Europea. Avanti tutta, verso quello che – insieme alla campagna “vaccinale” – ha l’aria di poter essere il peggior attentato alla salute pubblica nella nostra storia?Osi negare che il wireless 5G possa essere dannoso, per l’organismo? Peggio per te: ti farai 6 mesi di carcere o, a scelta, sborserai 250.000 euro di multa. E’ la pena comminata in Germania, a inizio anno, a un noto propagandista del 5G: il professor Alexander Lerchl, biologo dell’università di Brema. «Da oltre un decennio – ricorda Maurizio Martucci su “Oasi Sana” – il docente continuava a negare sia il nesso causale dell’insorgenza cancerogena che la possibile rottura del Dna dovuta all’esposizione cronica da radiofrequenze non ionizzanti, le stesse del 5G e di tutti gli altri standard wireless». Per questo è stato condannato: pena replicabile, si legge nella sentenza, ad ogni eventuale reiterazione del reato. «Con questa storico e inedito pronunciamento – osserva Martucci – i giudici tedeschi hanno praticamente messo una pietra tombale sul “neagazionismo del danno”, spostando ora la questione della moratoria 5G: dal blando “principio di precauzione” al più evidente “principio di prevenzione”».
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Pass, “vaccini” e niente cure: se l’Italia resta nella follia
Blinda la supercazzola brematurata, con vaccinazione a sinistra. La signora si sta avvicinando agli ottant’anni, ma finora ha evitato l’inoculo. Lo scorso inverno non ha nemmeno avuto un semplice raffreddore stagionale, grazie all’elevato dosaggio di vitamine e zinco. La dottoressa aveva insistito: davvero, non se la sente di ricevere la dose? Davvero. Al che, la sanitaria dell’Asl ha vuotato il sacco: da due mesi, dopo l’iniezione – ha ammesso – soffre per uno stato infiammatorio diffuso. Quanto all’anziana paziente, se ha problemi di salute (solo fastidi, nonostante l’età) si rivolge a un altro medico, in forma privata. Quel dottore ha alle spalle decenni di esperienza ospedaliera, e oggi esplora le nuove frontiere della medicina complementare, che limita al minimo la biochimica farmacologica. Dice il dottore: ho appena ricevuto l’ultimatum dall’Ordine dei Medici, per sottopormi all’inoculo. Il che – aggiunge – significa una sola cosa: che non resterò più a lungo nell’albo, perché non vedo alternative alla inevitabile radiazione. Subire quello che ancora chiamano vaccino? Non se ne parla nemmeno: ci tengo, alla salute, quanto alla mia libertà, che è sacra.Il dottore, naturalmente, cura a domicilio anche l’influenza: quella che nel 2020 è diventata il problema numero uno dell’umanità. Come è riuscita, l’influenza, a compiere la sua storica impresa? Facilissimo: è bastato non curarla, praticamente mai (né a casa, né all’ospedale). Certo il dottore – ancora per poco nell’elenco nazionale dei medici – non si vanta affatto di saperla curare, questa influenza, registrando il 100% delle guarigioni: pur sempre di influenza si tratta, dice, anche se con sintomi particolari, ormai perfettamente trattabili con i farmaci adatti, se prontamente somministrati. Cioè: esattamente quello che anche il governo italiano – quello che impone ai medici di “vaccinarsi” – continua a non fare: ancora non esiste un protocollo nazionale per mettere il medico di famiglia nelle condizioni di curare efficacemente i pazienti, utilizzando i medicinali opportuni (secondo la prassi terapeutica ormai collaudata da centinaia di medici onesti, costretti a operare in semi-clandestinità: come se guarire i pazienti da casa fosse un reato, visto che nessuno di loro necessita del ricovero e recupera la piena salute nel giro di pochi giorni).Non che negli ospedali la situazione sia migliore, racconta un amico. Da qualche anno è alle prese con un tumore, ha già subito un intervento chirurgico e i medici lo seguono con grande attenzione. Uno, in particolare, lo ha avvertito: mi raccomando, se dovessi contrarre l’influenza chiamami. E per favore, ha aggiunto, non sognarti di chiamare il 118. Se poi dovessi stare davvero male, a maggior ragione: chiama me, prima di andare al pronto soccorso, perché nel nostro ospedale – in assenza di un protocollo sanitario – i pazienti colpiti dall’influenza vengono curati “a sentimento”, in base alle impressioni del medico di turno e al quadro clinico del malato. Ha detto proprio così: a sentimento. Come se lavorasse in un’infermeria da campo del Burundi, e non in Italia nel 2021, terzo millennio, in una rinomata struttura ospedaliera del paese la cui nazionale di calcio è appena diventata campione d’Europa.Si cura “a sentimento”, in quell’ospedale: e a essere curati “a sentimento” sono quegli sfortunatissimi pazienti abbandonati per giorni nelle loro case, senza terapie, in compagnia dei loro sintomi. Tachiripina e vigile attesa: è come fare il tifo per l’influenza, sperando che si aggravi al punto da indurre il poveretto a chiamare il 118. A quel punto sarà l’ambulanza a trasportarlo – ormai tardi – nel pronto soccorso dove verrà curato “a sentimento”. E non è tutto: perché in questo Burundi che è diventata l’Italia, con l’avvento dell’influenza 2020 (con quel suo nome sinistro, targato 2019), ora si prova anche a limitare ulteriormente la libertà di movimento, imponendo il cosiddetto pass vaccinale per poter salire su un treno. C’è chi preme per imitare la Francia, che il lasciapassare medievale lo pretende anche per sedersi al bar a prendere un caffè, e chi invece frena e protesta, gridando al liberticidio.Da qualche mese c’è un governo diverso, che sembra voler evitare a tutti i costi le operazioni di macelleria condotte in modo spietato dall’esecutivo che era in carica nel 2020. Però nessuno – né il nuovo governo, né le forze politiche che si oppongono alle discriminazioni che verrebbero introdotte con il pass – accennano alla vera e unica soluzione del problema: l’adozione di un normalissimo protocollo per le cure domiciliari precoci, quelle che dall’influenza guariscono praticamente tutti. Le terapie ormai sono tante, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma sono tutte ferocemente osteggiate. Il ministero della sanità le ha addirittura proibite, facendo appello alla magistratura attraverso cavilli procedurali. Sarebbe un bel guaio, in effetti, se all’ospedale non venisse ricoverato più nessuno: dove finirebbero i titoli dei giornali e le aperture dei telegiornali, da un anno e mezzo impegnati a strombazzare il quotidiano bollettino di guerra?Prima erano esibiti i morti, i ricoveri in terapia intensiva. Poi i tamponi, i cosiddetti “casi”, cioè i contagi (largamente asintomatici). E infine le dosi giornaliere del farmaco genico sperimentale che, se fosse stata ammessa l’esistenza delle normali cure, non sarebbe stato autorizzato prima del 31 dicembre 2023. Quante vittime è costata, questa spaventosa farsa? Quanti pazienti sono stati lasciati morire senza cure, per poter arrivare all’autorizzazione d’emergenza per i farmaci genici sperimentali che solo un cinico impostore (o un ignorante) può ancora continuare a chiamare vaccini? E’ come se i migliori medici italiani – tantissimi – fossero stati presi a ceffoni: avete trovato le cure adatte per guarire i pazienti da casa? Male, malissimo. Non solo non le autorizziamo, le vostre cure (che salvano vite umane), ma vi costringiamo anche a subire un trattamento sanitario obbligatorio illegittimo, visto che si tratta di un farmaco ancora solo sperimentale.Viene da domandarsi dove speri di andare, un paese così. Puoi vincere gli europei di calcio, puoi evitare la catastrofe socio-economica delle chiusure (e non è poco, visti i precedenti recentissimi). Ma non puoi – non vuoi? – guarire nessuno. La malattia, quella vera, non è l’influenza. E’ una patologia ben più temibile: si chiama follia. Ha un nome antico, ma miete vittime a milioni. E viene da lontano: non è certo di oggi. Non è solo italiana, ha contagiato gran parte del pianeta, specie l’Occidente. E’ un male oscuro, psico-politico e mediatico. Impone teoremi, dogmi, superstizioni. E intanto umilia i medici, massacra i malati, terrorizza gli sprovveduti e vessa tutti, nessuno esclsuso, limitando la libertà di ciascuno. Fino a quando? L’unica terapia efficace in questo caso non è clinica, è squisitamente politica: si chiama verità. Più verità sarà somministrata, e più la guarigione farà progressi. Punto cardinale: bonificare il sistema dal cancro della menzogna, diffuso a reti unificate anche censurando la verità e imbavagliando chi la rivela e la pratica.La madre di tutte le menzogne è ancora dominante: il cosiddetto vaccino, come unica possibile soluzione per debellare l’influenza. E dunque la coercizione, la minaccia, l’intimidazione, le ritorsioni contro chi si ribella all’abuso di potere fondato sulla falsità. La sintomatologia è speculare – sia pure sul piano della narrativa sanitaria, stavolta – all’anamnesi socio-religiosa dell’austerity: un problema altrettanto inventato e fasullo (la scarsità di moneta) maneggiato per incutere timore e imporre sottomissione. Il signor Mario Draghi, ieri in prima linea in questa disgustosa specialità, oggi ha palesemente cambiato squadra: lavora per rimediare al disastro trentennale provocato dalla crisi artificiosa del rigore. Quanto all’altro problema (l’influenza, o meglio: la follia criminale): il solo fatto che sia costretto a tenersi lo stesso “ministro della paura” in carica nel governo precedente dimostra quanto sia maledettamente complicato, nel giro di qualche mese, provare a smontare il paradigma universale della menzogna.E’ come se l’adesione (stolida e cieca, in apparenza) alla religione del “vaccino” fosse una sorta di atroce tributo inevitabile, da pagare alla potente holding del terrore globale, sorretta dall’Università delle Frottole e dal Telegiornale del Panico, per poter cominciare a uscire – per gradi – dall’incubo della grande follia. Per questo, probabilmente, l’Italia attenuerà il più possibile la legge del taglione (quella del pass), alleggerendo le conseguenze per i renitenti. Purtroppo, però, il falso vangelo della salvezza tuttora impone il sacrificio umano dei medici e anche degli insegnanti, arrivando a insidiare direttamente i minorenni, già sottoposti a torture devastanti come il vuoto pneumatico della “didattica a distanza” e l’attentato alla salute costituito dall’imposizione della museruola in classe. La grande tristezza consiste nel vedere come, tuttora, nessuna forza politica intenda fare le barricate per smantellarla, la menzogna, pretendendo finalmente l’adozione delle cure. Terapie che renderebbero superflua qualunque profilassi: compresa quella del vaccino (se esistesse realmente, un vero vaccino). Il farmaco salva-vita è un altro: la verità. Senza la quale, è scontato, tutti soffriranno ancora moltissimo, e chissà per quanto.Blinda la supercazzola brematurata, con vaccinazione a sinistra. La signora si sta avvicinando agli ottant’anni, ma finora ha evitato l’inoculo. Lo scorso inverno non ha nemmeno avuto un semplice raffreddore stagionale, grazie all’elevato dosaggio di vitamine e zinco. La dottoressa aveva insistito: davvero, non se la sente di ricevere la dose? Davvero. Al che, la sanitaria dell’Asl ha vuotato il sacco: da due mesi, dopo l’iniezione – ha ammesso – soffre per uno stato di malessere diffuso. Quanto all’anziana paziente, se ha problemi di salute (solo fastidi, nonostante l’età) si rivolge a un altro medico, in forma privata. Quel dottore ha alle spalle decenni di esperienza ospedaliera, e oggi esplora le nuove frontiere della medicina complementare, che limita al minimo la biochimica farmacologica. Dice il dottore: ho appena ricevuto l’ultimatum dall’Ordine dei Medici, per sottopormi all’inoculo. Il che – aggiunge – significa una sola cosa: che non resterò più a lungo nell’albo, perché non vedo alternative alla inevitabile radiazione. Subire quello che ancora chiamano vaccino? Non se ne parla nemmeno: ci tengo, alla salute, quanto alla mia libertà, che è sacra.
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Bacco: la “vigile attesa” uccide, e i vaccini sono inutili
Tra gli errori ormai accertati, nella gestione dell’emergenza Covid, c’è il fatto di non aver svolto le autopsie: questo è stato sicuramente la causa di migliaia di morti, cosa che ha “sporcato le mani” di molti medici, che – in maniera del tutto involontaria – in quel momento, purtroppo, stavano uccidendo le persone che pensavano di curare. E ancora continuiamo a essere causa della morte di molte persone, quasi uno sterminio, con la prassi della “vigile attesa” e la somministrazione della sola Tachipirina, in questo caso inutile e addirittura controproducente. Non capisco la permanenza di Speranza come ministro della sanità: nella “più grande tragedia per emergenza sanitaria che l’uomo abbia mai affrontato negli ultimi 200 anni” (così ce la presentano) continuiamo ad avere un ministro che ha fatto diversi errori – le autospie negate, le terapie sbagliate – ma soprattutto un ministro che non capisce nulla, di medicina. Mai come in questo momento, forse, sarebbe stato corretto avere, in quel ruolo, un medico che avesse anche una certa apertura mentale.Io ho studiato tanti anni, in America, proprio occupandomi dei virus Rna. Come tutti i virus influenzali, gli Rna hanno un’incredibile capacità di sviluppare mutazioni con una velocità enorme. Puoi difenderti impedendo che il virus entri nella stanza dove vivi. Ma una volta entrato, si infettano tutti: non c’è possibilità di evitarlo, e la medicina dice che non c’è alternativa all’immunità di gregge. Da ministro della salute, al posto di Speranza io avrei assolutamente isolato i soggetti deboli (malati oncologici, anziani in età molto avanzata), proteggendoli con vere mascherine, non quelle che fanno indossare a noi. E avrei fatto proliferare il virus, permettendogli di circolare tra tutti gli altri soggetti. Dovete infatti sapere che l’unica immunità vera è quella naturale. La proteina che ci stanno inoculando con le vaccinazioni è solo una piccola parte del virus: tant’è vero che, chi si è vaccinato all’inizio, tra poco si potrà re-infettare (perché il virus, nel frattempo, è mutato). Chi invece si è infettato con il virus ha permesso al suo sistema immunitario di conoscere tutti gli aspetti di questo virus.Faccio un esempio: la variante giapponese ha l’80% della sua struttura che è completamente diversa da quella del virus che abbiamo avuto noi. Ma chi si è infettato, in Italia, è immune anche da quella variante, perché comunque il 20% della struttura virale è comune. Chi invece ha fatto il vaccino non ha quel 20%, e quindi – sostanzialmente – è come se il vaccino non l’avesse mai fatto. Sono quindi a favore dell’immunizzazione naturale, anche perché – non dimentichiamolo mai – il Covid è curabilissimo. La malattia va rispettata, come tutte le patologie, ma si cura: ormai abbiamo una terapia perfetta. Come associazione (”L’Eretico”) noi oggi stiamo curando 600 persone, in casa, senza ospedalizzare nessuno. Ma non abbiamo fatto niente di eccezionale: basta utilizzare i farmaci giusti. Quindi, il Covid si cura. Però, mettiamocelo in testa: noi dobbiamo comunque immunizzarci. Se stiamo chiusi in casa per mesi, non risolviamo niente: il virus rimane lì, mica scompare. Anzi, nel frattempo muta: e quindi troveremo un virus ulteriormente diverso.Allora: o ci infettiamo tutti, e quindi ci immunizziamo, oppure saremo dei vaccinati cronici. Dovremo fare richiami continui su tutte le mutazioni: arriveremo a 4-5 vaccini l’anno. Chi mai potrebbe desiderare una situazone simile, a parte ovviamente le aziende farmaceutiche?Ripeto, l’immunizzazione naturale possiamo affrontarla con tranquilità, perché ormai per il Covid abbiamo profilassi e terapie: idrossiclorochina, antibiotici, antinfiammatori ed eparina, e in alcuni casi anche il cortisone. Questi farmaci sono alla base della guarigione dal Covid: e vi assicuro che, se li si usa, non muore nessuno. L’essenziale è che la terapia venga iniziata subito. Il problema più grande, semmai, è il vero e proprio decadimento fisico, che ormai si è diffuso: siamo tutti invecchiati, parzialmente ingrassati e demuscolarizzati. Questo significa che nei prossimi anni avremo tantissime patologie del metabolismo, oltre alle patologie psichiatriche che già ci stanno inondando.I dati ufficiali, come quelli del Bambin Gesù e di tante altre strutture, ci parlano di patologie depressive e sindromi depressivo-maniacali, ormai all’ordine del giorno. Abbiamo una impennata delle vendite di psicofarmaci e calmanti, come lo Xanax. E’ una cosa che pagheremo a caro prezzo. Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei Medici, a “Radio anch’io” ha appena detto una cosa verissima: ha ammesso che, oggi, tra le diagnosi di cancro, 6 su 10 rivelano tumori ormai in fase avanzata, perché sono saltati completamente gli screening di prevenzione. E questo è devastante: anche per il servizio sanitario nazionale, oltre che ovviamente per i malati oncologici. Non facciamo più prevenzione, e da un anno e mezzo non investiamo più nella ricerca sul cancro. Una diagnosi qualsiasi – di melanoma, o di cancro al colon o al pancreas – se fatta con 20 giorni di ritardo può equivalere a una condanna a morte. E questo i medici lo sanno, lo ha ammesso lo stesso presidente nazionale: per colpa del Covid, i meccanismi di sicurezza sanitaria sono saltati.Il coordinatore nazionale degli screening sul tumore al colon, che è uno dei nostri maggiori killer, ha detto che 54 persone su 100, oggi, non fanno più i controlli al colon. E’ un dato devastante: un disastro che pagheremo a carissimo prezzo. Bisognerebbe quantomeno smettere di aggravare la situazione: quasi sempre, nel caso del Covid, il rimedio è stato peggiore del male. Curando e guarendo centinaia di pazienti Covid, ci siamo anche accorti che a volte la patologia ha dei colpi di coda. In 8 casi su 10, intanto, il virus è completamente asintomatico. Quando invece è sintomatico, può accadere che dia la sensazione che si sia superata la fase patologica: alcuni sintomi (perdita dell’olfatto e del gusto, tosse, leggero calo dell’ossigenazione) possono persistere. Una volta entrato nel corpo – come dimostrato dalle autopsie – il virus può creare fenomeni trombotici. Le polmoniti però non sono legate direttamente al virus, ma al fatto che il soggetto infettato “presta il fianco” a dei batteri. Quindi non si può dire che la polmonite sia per forza di origine virale.L’elemento veramente decisivo è invece la tempestività. L’unica cosa da evitare è proprio la “vigile attesa” che le autorità ancora raccomandano ai medici di famiglia, che nel frattempo in questa storia sono praticamente scomparsi (non visitano più, non fanno più diagnosi a distanza). Infatti, i pochi che continuano a fare il loro mestiere – in scienza e coscienza – fanno notizia, occupano le cronache. Dunque, in caso di Covid: tempestività. Altra cosa: evitare la Tachipirina, che prima non era mai stata somministata, in caso di infezioni virali, proprio perché diminuisce il glutatione, che è uno dei più forti antiossidanti che noi abbiamo. I miei pazienti Covid, io li guarisco con l’ibuprofene due volte al giorno, l’azitromicina due volte al giorno e l’eparina alla sera, insistendo con gli antinfiammatori per alcuni giorni, proprio per evitare il possibile protrarsi di certi sintomi fastidiosi.Questa è la terapia. La “vigile attesa”, proprio no: nella storia della medicina, non s’era mai visto che a un paziente venisse detto “aspettiamo che stai proprio male, e poi iniziamo a curati”. La “vigile attesa” è da fuori di testa: perché sappiamo che questo virus, quando si manifesta a livello sintomatico, il più delle volte ha già infettato il corpo da qualche giorno. Tra i nostri pazienti c’è stato anche chi è stato molto male, certo. Ma ripeto: tutti i soggetti curati con il nostro protocollo hanno sempre avuto un restituzione integrale di se stessi. Sono tornati in forze, esattamente com’erano prima. Il nostro protocollo è liberamente accessibile, sul sito de “L’Eretico”: chiunque può valutarlo, consulandosi con il proprio medico.Quanto ai vaccini, ribadisco la mia contrarietà. Ne abbiamo due – Pzifer e Moderna – che agiscono sull’mRna. Cioè: inseriamo nell’organismo l’Rna-messaggero, che penetra nel citoplasma della cellula e viene poi replicato (quindi non inseriamo il virus, ma ce lo “produciamo” dall’interno). Gli altri vaccini invece sono a Dna, e quindi vanno direttamente nel nucleo cellulare (AstraZeneca, Sputnik e Johnson & Johnson). I vettori vaccinali sono leggermente diversi, ma tutti e 5 adottano lo stesso meccanismo: penetrano all’interno della cosa più intima che abbiamo, la cellula, e lì “lavorano”. E’ la prima volta, nella storia dell’uomo, che succede una cosa del genere. Finora, la terapia genica l’avevamo usata solo in alcune forme terminali di cancro, e con il pieno consenso del paziente. In questo caso, invece, agiamo sul nostro genoma. Andrà bene o andrà male? Questo, io non lo so. Ma so per certo che l’ingresso di questo vaccino nel nostro corpo ci cambia: non ci lascia così come eravamo prima.(Pasquale Mario Bacco, dichiarazioni rilasciate a Marco Ludovico del Movimento Roosevelt nella video-chat “Strage di Stato”, trasmessa il 22 aprile 2021 da MRTV, su YouTube. Medico e docente universitario, il professor Bacco è co-autore, con il magistrato Angelo Giorgianni, del libro-inchiesta “Strage di Stato. Le verità nascoste della Covid-19″, edito Lemma Press, con prefazione del giudice antimafia Nicola Gratteri).Tra gli errori ormai accertati, nella gestione dell’emergenza Covid, c’è il fatto di non aver svolto le autopsie: questo è stato sicuramente la causa di migliaia di morti, cosa che ha “sporcato le mani” di molti medici, che – in maniera del tutto involontaria – in quel momento, purtroppo, stavano uccidendo le persone che pensavano di curare. E ancora continuiamo a essere causa della morte di molte persone, quasi uno sterminio, con la prassi della “vigile attesa” e la somministrazione della sola Tachipirina, in questo caso inutile e addirittura controproducente. Non capisco la permanenza di Speranza come ministro della sanità: nella “più grande tragedia per emergenza sanitaria che l’uomo abbia mai affrontato negli ultimi 200 anni” (così ce la presentano) continuiamo ad avere un ministro che ha fatto diversi errori – le autopsie negate, le terapie sbagliate – ma soprattutto un ministro che non capisce nulla, di medicina. Mai come in questo momento, forse, sarebbe stato corretto avere, in quel ruolo, un medico che avesse anche una certa apertura mentale.
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La missione di Draghi e l’inferno dell’ipocrisia pandemica
Ristoranti riaperti ma solo se hanno tavoli all’esterno: per cenare come ai vecchi tempi, come se fossimo in un paese libero, bisognerà attendere un altro mese, fino al 1° giugno. Non solo: permane una “legge di guerra” come l’infame coprifuoco, nell’Italia delle Regioni “colorate”, dove – per passare da un territorio all’altro, se di diverso “colore” – i sudditi dovranno esibire un certificato che dimostri che sono stati vaccinati o che sono appena risultati negativi al tampone. C’è qualcosa di serio, in tutto questo? No: i non-cerebrolesi ormai sanno che i tamponi non sono attendibili, e che i cosiddetti “vaccini Covid” (terapie geniche ancora sperimentali) non garantiscono affatto che il soggetto vaccinato non sia più contagioso. E nonostante questo, il governo ne ha imposto l’inoculo al personale sanitario: violando la Costituzione, oltre che il Codice di Norimberga che vieta i Tso con farmaci non collaudati. E addio diritti umani, dunque. Ma il governo Draghi non doveva dire basta, a tutto questo? Non doveva farla finita, dopo un anno di “arresti domiciliari” imposti da Conte, Speranza, D’Alema e soci, in linea con i compagni di merende del potere cinese?
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Italiani paurosi e sottomessi: grazie al traditore Manzoni
I “Promessi sposi” sono l’esempio della corruzione dell’intellettuale italiano e del suo trasformismo, che io considero uno dei nostri grandi cancri. All’età di vent’anni, Manzoni era un “sessantottino”: era un grandioso sostenitore, fanatico, di Napoleone Bonaparte e del bonapartismo. Era fautore della fondazione, laica, degli Stati Uniti d’Europa. Era anticlericale, massone, libertino: aveva fondato il movimento dei libertini di Milano. Era un grande agitatore della scena culturale, e comincia ad avere guai con la polizia: viene arrestato quattro volte, si fa qualche settimana di carcere, finché non incontra l’arcivescovo di Milano. Dopo l’incontro con l’arcivescovo, che avviene di giovedì, si chiude in casa. E il lunedì scrive una lettera in cui dice che, nel corso del weekend, ha visto la Madonna. Gli è apparsa, gli ha parlato: gli ha detto che lui stava sulla strada sbagliata, perché la salvezza sta nella Chiesa, nel rispetto della legge di Cristo, nel matrimonio come sacramento, ed enuncia tutti i principi-base della Chiesa cattolica. Così, comincia a pubblicare. E gli commissionano un libro, garantendogli che avrà il supporto di tutta la struttura di potere della cultura italiana.Quel libro dovrà avere come perno la famiglia e l’amore matrimoniale tra i giovani, e però allo stesso tempo deve far capire quant’è pericolosa, la politica. In quel periodo cominciava infatti a svilupparsi la lotta risorgimentale, quella che lo stesso Manzoni avrebbe voluto vivere come biografia. La Chiesa invece gli commissiona di scrivere un libro descrivendo quanto sarebbe stato pericoloso, fare quelle cose. Lui riesce a convincerli che ambienterà il tutto nel Seicento, così avrebbe sempre potuto dire che parlava di un’altra epoca, non della sua. E così scrive i “Pomessi sposi”. E’ lui, che si è insinuato diabolicamente nelle menti di tutti, per devastarci con le sue ossessioni, con le sue paure cretine; per insegnarci a stare a casa, correndo dietro a una stronzetta come Lucia. Com’è bello, invece, parlare agli sconosciuti, mettersi nei tumulti, cercarli, crearli; andare in piazza a prendersi il pane quando non c’è; chiavare, a dispetto dei voti consacrati. E invece, tutti ci sono cascati. Per tanti anni, ci siamo cascati come pere cotte.Un’idea geniale, quella di Manzoni, pagato chissà quanto per inscenare questa mostruosità. E’ tutta colpa sua: è tutta colpa di Renzo Tramaglino, propinato dall’infanzia insieme al plasmon nelle tettarelle, nei biscottini (cioccolata e Renzo). Alle scuole medie, carne e Renzo Tramaglino. Al liceo, trigonometria e Renzo. Lucia per me è una cretina, una donnetta: è il simbolo della donnetta. E Renzo è un deficiente. E’ uno che dice frasi come: «Ho imparato a non mettermi nei tumulti, ho imparato a non parlare mai con gli estreanei. Ho imparato finalmente a non fidarmi di nessuno». E’ la consacrazione del cinismo e dell’opportunismo. Ci hanno convinti. Ci vogliono ulteriormente convincere che non bisogna più mettersi nei tumulti, che non bisogna parlare agli sconosciuti. E’ stato Manzoni che ci ha regalato e insegnato il sospetto, la difidenza, il cinismo, l’odio. E così tutti a casa, chiusi, tappati dentro come bestie da soma a lavorare, senza rivolgere mai la parola a chi non si conosce più che bene. Sospettare di tutti, anche di se stessi. Vivere nella paura, nel terrore quotidiano. Imparare a vivere in guerra: ecco cosa ci hanno dato, cosa ci hanno insegnato.(Sergio Di Cori Modigliani, estratto dal video “Manzoni ha rovinato l’Italia?”, pubblicato su YouTube l’11 febbraio 2021. Accanto alle dichiarazioni di Mogliani, il video contiene estratti – letti dalla bibliotecaria Manuela De Noia – dal volume “Sarà per un’altra volta”, uscito per Savelli nel 1978 e poi ripubblicato da Aras nel 2019).I “Promessi sposi” sono l’esempio della corruzione dell’intellettuale italiano e del suo trasformismo, che io considero uno dei nostri grandi cancri. All’età di vent’anni, Manzoni era un “sessantottino”: era un grandioso sostenitore, fanatico, di Napoleone Bonaparte e del bonapartismo. Era fautore della fondazione, laica, degli Stati Uniti d’Europa. Era anticlericale, massone, libertino: aveva fondato il movimento dei libertini di Milano. Era un grande agitatore della scena culturale, e comincia ad avere guai con la polizia: viene arrestato quattro volte, si fa qualche settimana di carcere, finché non incontra l’arcivescovo di Milano. Dopo l’incontro con l’arcivescovo, che avviene di giovedì, si chiude in casa. E il lunedì scrive una lettera in cui dice che, nel corso del weekend, ha visto la Madonna. Gli è apparsa, gli ha parlato: gli ha detto che lui stava sulla strada sbagliata, perché la salvezza sta nella Chiesa, nel rispetto della legge di Cristo, nel matrimonio come sacramento, ed enuncia tutti i principi-base della Chiesa cattolica. Così, comincia a pubblicare. E gli commissionano un libro, garantendogli che avrà il supporto di tutta la struttura di potere della cultura italiana.
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“Il lockdown uccide: avremo 1,3 milioni di morti in più”
Il lockdown uccide: ce ne accorgeremo nei prossimi anni. Lo dicono studiosi di tutto il mondo, a cominciare da quelli della Duke, di Harvard e della Johns Hopkins. Potrebbero esserci circa un milione di morti in più, nei prossimi due decenni, a causa dei lockdown. Lo scrive Steve Watson su “Summit News”, in un reportage panoranico (ripreso da “Come Don Chisciotte”) che monitora i tanti segnali di allarme lanciati da scienziati: si calcola che il crollo economico devasti l’aspettativa di vita, facendo schizzare in alto i tassi di mortalità. Si parla di 1,37 milioni di morti in più, nei prossimi 15-20 anni, secondo Francesco Bianchi, economista della Duke University, autore di uno studio realizzato insieme a Giada Bianchi, medico della Harvard Medical School, e Dongho Song, economista della Johns Hopkins University. Lo studio su come la disoccupazione influenzi la mortalità e l’aspettativa di vita è stato incentrato su 67 anni di dati statistici ufficiali su disoccupazione, aspettativa di vita e tassi di mortalità. I decessi causati dal declino economico e sociale come risultato dei lockdown possono «superare di gran lunga» quelli direttamente legati alla malattia critica acuta Covid-19.«La recessione causata dalla pandemia può mettere in pericolo la salute della popolazione per i prossimi due decenni», aggiungono gli studiosi, analizzando le componenti della società statunitense. «Sulla base dei dati emergenti – affermano i ricercatori – è probabile che l’accesso limitato all’assistenza sanitaria durante il lockdown, la sospensione temporanea degli interventi di assistenza preventiva, la perdita massiccia della copertura assicurativa sanitaria fornita dai datori di lavoro nonché la costante preoccupazione della popolazione nel cercare cure mediche per non contrarre il Covid-19 avranno un impatto ancora più grave sul tasso di mortalità e sull’aspettativa di vita». E avvertono: «Noi interpretiamo questi risultati come una chiara indicazione per i responsabili politici a considerare le gravi implicazioni a lungo termine di tale recessione economica sulla vita delle persone quando deliberano sulle misure di ripresa e di contenimento del Covid». I risultati si aggiungono alle numerose ricerche già esistenti, che suggeriscono che “la cura è peggiore del male”.In ottobre, il direttore regionale per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge, ha detto che i governi dovrebbero smettere di imporre chiusure, se non come «ultima risorsa», perché l’impatto su altre aree della salute e del benessere mentale è più dannoso. Il monito di Kluge corrisponde a quello dell’inviato speciale dell’Oms per il Covid, il dottor David Nabarro, che in un’intervista di “The Spectator” ha detto che i leader mondiali dovrebbero smettere di imporre lockdown come reazione di risposta, perché «stanno rendendo i poveri sempre più poveri». Insomma, il lockdown uccide più del virus: «Avvertimento finora ignorato dai governi», sintetizza Steve Watson nella sua ricognizione giornalistica. Eppure, le voci fuori dal coro non mancano: per il ministro tedesco per la cooperazione economica e lo sviluppo, Gerd Müller , i lockdown anti-Covid provocheranno «una delle più grandi crisi di fame e povertà della storia». Dati espliciti: «Ci aspettiamo 400.000 morti in più per malaria e Hiv, quest’anno, nel solo continente africano, e mezzo milione in più morirà di tubercolosi».I commenti di Müller – ricorda Watson – sono arrivati mesi dopo che uno studio trapelato dal ministero dell’interno tedesco ha rivelato che «l’impatto del lockdown nel paese potrebbe finire per uccidere più persone del coronavirus, a causa della mancata cura di altre gravi malattie». Un altro studio ha rilevato che i lockdown «distruggeranno almeno sette volte più anni di vite umane» (stima conservativa) di quante ne potranno salvare. Per il professor Richard Sullivan, nel Regno Unito ci saranno più morti per cancro che morti totali per coronavirus, proprio a causa dell’accesso limitato agli screening e alle cure per via del lockdown. I suoi commenti sono stati ripresi da Peter Nilsson, un professore svedese di medicina interna ed epidemiologia dell’Università di Lund: «È importante capire che le morti dovute al Covid-19 saranno molto inferiori a quelle causate dall’isolamento della società quando l’economia sarà rovinata», ha sottolineato Nilsson.Secondo il professor Karol Sikora, consulente oncologo del servizio sanitario inglese, in Gran Bretagna ci potrebbero essere 50.000 morti in più per il cancro, come conseguenza della sospensione degli screening di routine durante il lockdown. Un’analisi del “Guardian” ha rilevato che ci sono stati migliaia di morti in casa in più, sempre nel Regno Unito, proprio a causa del lockdown. Non solo: il professor Mark Woolhouse dell’Università di Edimbirgo, esperto in malattie infettive, ha ammesso che la decisione di bloccare il Regno Unito lo scorso marzo è stata «una misura rozza», attuata perché «non siamo riusciti a pensare a niente di meglio». Woolhouse ha detto che l’isolamento è stata «una misura dettata dal panico», rivelatasi «un errore monumentale su scala globale». Conseguenze: «Il danno che il lockdown sta facendo alla nostra istruzione, all’accesso all’assistenza sanitaria e agli aspetti più ampi della nostra economia e società si rivelerà almeno altrettanto grande quanto quello causato dal Covid-19».Bilancio analogo dal Sudafrica, dove un consorzio di analisti ha scoperto che le conseguenze economiche dell’isolamento del paese porteranno a 29 volte più morti del coronavirus stesso. Gli esperti – aggiunge sempre Watson, su “Summit News” – hanno anche avvertito che ci saranno 1,4 milioni di morti a livello globale per infezioni da Tbc non curate a causa del lockdown. La stessa rivista medica “The Lancet” sottolinea, in un recente studio, che «il distanziamento fisico, la chiusura delle scuole, le limitazioni commerciali e l’isolamento dei paesi stanno peggiorando la malnutrizione infantile a livello mondiale». Insomma, migliaia di medici e scienziati si oppongono alle misure di lockdown, e avvertono: causeranno più morti del coronavirus stesso. Ne sanno qualcosa gli svizzeri, che – attivando la loro democrazia diretta – a giugno sfideranno il governo di Berna con un referendum: la Svizzera sarà il primo paese al mondo a chiamare gli elettori a pronunciarsi sull’opportunità di ricorrere ai lockdown.Il lockdown uccide: ce ne accorgeremo nei prossimi anni. Lo dicono studiosi di tutto il mondo, a cominciare da quelli della Duke, di Harvard e della Johns Hopkins. Potrebbero esserci circa un milione di morti in più, nei prossimi due decenni, a causa dei lockdown. Lo scrive Steve Watson su “Summit News”, in un reportage panoramico (ripreso da “Come Don Chisciotte“) che monitora i tanti segnali di allarme lanciati da scienziati: si calcola che il crollo economico devasti l’aspettativa di vita, facendo schizzare in alto i tassi di mortalità. Si parla di 1,37 milioni di morti in più, nei prossimi 15-20 anni, secondo Francesco Bianchi, economista della Duke University, autore di uno studio realizzato insieme a Giada Bianchi, medico della Harvard Medical School, e Dongho Song, economista della Johns Hopkins University. Lo studio su come la disoccupazione influenzi la mortalità e l’aspettativa di vita è stato incentrato su 67 anni di dati statistici ufficiali su disoccupazione, aspettativa di vita e tassi di mortalità. I decessi causati dal declino economico e sociale come risultato dei lockdown possono «superare di gran lunga» quelli direttamente legati alla malattia critica acuta Covid-19.