Facciamo come l’Islanda: niente tagli, banchieri in galera
Non sono un economista e faccio fatica a districarmi in questa marea di informazioni e dati che tutto dicono e nulla spiegano. Quando gli economisti e i mass media parlano della crisi sembrano parlare in codice per non farci capire. I mass media hanno il dovere di informarci, ma non lo fanno. So tutto dell’omicidio di Avetrana, della casa di Cogne, del delitto di via Poma, della strage di Erba, eccetera, e non so i nomi degli speculatori, chi comanda il Fondo Monetario Internazionale, cosa sono le agenzie di rating e soprattutto cosa guadagnano le banche centrali e da chi sono governate. Voglio i nomi e voglio conoscere i meccanismi, e voglio che siate voi economisti a spiegarcelo.
Per esempio mi piacerebbe che spiegaste questo ai cittadini. La crisi finanziaria non è un fatto inevitabile e in balia delle forze irrazionali della natura; non è un terremoto o un’eruzione vulcanica: non è, insomma, un evento geologico, ma un evento previsto e prevedibile. Mi chiedo e vi chiedo: qualcuno ci guadagna da questa crisi? E se sì, chi? E poi: se qualcuno ci guadagna, non potrebbe essere lui il responsabile creando ad hoc la crisi per specularci? Cari economisti, dovete dirci chi ci guadagna. Chi? Sappiamo chi ci perde, ovvero le classi sociali povere che sono costrette a pagare il debito in due modi: direttamente con l’aumento delle imposte e indirettamente con il taglio del welfare state e dei servizi che lo Stato eroga ai cittadini.
I giornali e i telegiornali parlano di crisi finanziaria, di attacco degli speculatori, di spread, di Bot e Cct, di Nasdaq, ma non spiegano niente. Sappiamo solo che la crisi la pagano i poveri. Questa è l’unica certezza. L’Irish Independent lo scorso 6 luglio titolava: “Imf and Eu to make €9bn profit on bailout”, ovvero “L’Fmi e l’Ue guadagneranno 9 miliardi di euro dal bailout”. Quindi qualcuno ci guadagna dalla crisi. Mi piacerebbe che i principali media di informazione e gli economisti ci spiegassero questo: questi 9 miliardi di euro, per dirla bruscamente, a chi finiscono in tasca? A me, da profano, pare che questo “aiuto internazionale” all’Irlanda in realtà sia una forma di guadagno per le banche centrali e si traduce in: ulteriori tagli per 4 miliardi di euro dal bilancio del governo, che ricadranno sui servizi offerti ai ceti più poveri. Ma non solo: mi sembra un modo per trasferire ricchezza dal ceto basso a quello alto, un Robin Hood al contrario.
Ad essere malizioso e a farla semplice si potrebbe dire: quando lo stato sta “fallendo” (chi lo fa fallire? Perché?) intervengono gli organismi internazionali che gli “prestano” i soldi ad un tasso di interesse altissimo, e chiedono in cambio, oltre alla restituzione dell’aiuto maggiorato da un tasso di interesse altissimo, “riforme”, un eufemismo per dire: riduzione dei servizi pubblici che lo stato offre ai cittadini (scuole e ospedali ad esempio); taglio dei diritti dei lavoratori, per permettere alle aziende di essere più competitive; e privatizzazione, ovvero vendita ai privati delle aziende “produttive” dello stato (quelle in debito ovviamente non interessano).
Non sono un economista, dicevo: allora, cari economisti, spiegatecelo voi come funziona. E parlateci anche del caso islandese. La faccio breve per ragioni di spazio: nel 2008, con la crisi dei mercati finanziari, falliscono le principali banche islandesi e la corona islandese perde l’85% nei confronti dell’Euro. L’Islanda stava fallendo. A questo punto arriva la soluzione (come quella proposta alla Grecia e all’Irlanda e che può essere proposta al Portogallo, alla Spagna e chissà, forse anche all’Italia). L’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale pensano bene che il debito creato dagli speculatori e dai banchieri dovesse essere pagato dai cittadini e il governo islandese accetta. Il governo, che dovrebbe rappresentare e tutelare i cittadini, ha proposto a loro il pagamento di 3 miliardi e mezzo di euro in 15 anni con un tasso di interesse del 5,5 %. Detto in soldini (mi scusino gli economisti per i termini non tecnici, ma questo mi pare il modo migliore di spiegare la cosa): ogni famiglia islandese avrebbe dovuto pagare 100 euro al mese per 15 anni.
Gli scontri in Grecia, per intenderci, si sono verificati per questi motivi: hanno obbligato i cittadini greci a pagare il debito, tagliando i loro stipendi (in alcuni casi anche del 25%), tagliando i servizi, privatizzando le aziende dello Stato, licenziando i lavoratori, eccetera. Ovvero hanno preso dai poveri per dare ai ricchi. E l’Islanda invece come ha reagito? O meglio, il popolo islandese come ha reagito? Il diffuso malcontento popolare si è tradotto in manifestazioni pacifiche con slogan come “salviamo il paese, non le banche” e “no al capitalismo strozzino” che hanno portato alle dimissioni dell’allora governo in carica e a indire un referendum consultivo popolare. A marzo del 2011 il 93% dei cittadini islandesi ha detto no al pagamento del debito. Ma non solo: sono stati emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell’esecutivo.
Certo il caso islandese è unico e forse non ripetibile, ma perché non ne parlate mai? Quando provate a spiegare la crisi, mai un accenno a quanto successo in Islanda. Perché? Se loro non si fossero ribellati, anche pacificamente, il debito l’avrebbero pagato i cittadini, mentre i banchieri sarebbero stati liberi e più ricchi. Invece è andata diversamente: la crisi non la pagano i poveri cittadini e i responsabili sono stati puniti. E in Italia e nel resto del mondo che succede? Cari economisti, spiegateci che succede: chi sono i responsabili della crisi? Chi ci guadagna? È inutile dirmi che la borsa perde il 2,35% o che il Nasdaq scende del 2% e che lo spread si allarga, perché così non mi state spiegando un bel niente. Vogliamo i nomi dei responsabili della crisi e perché la crisi dovremmo pagarla noi. E poi spiegateci: possiamo fare come l’Islanda?
(Massimo Ragnedda, “Cari economisti, spiegateci la crisi. Chi l’ha creata e chi ci guadagna?”, da “Tiscali Notizie” del 9 agosto 2011).
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PRONTI A PARLARNE DA ORA 347 3076527 maitruffe@hotmail.it MOVIMENTO GIUSTIZIA facebook
insegnante ,30 anni di ruolo, assisto alla distruzione dlla scuola pubblica, incazzatissimo, pronto pure a fare la rivoluzione se ci sono i numeri di persone incazzatissime come me , io e la mia famiglia distrutti da questo governo di lestofanti che rappresentano le varie mafie e, quando non sono collegati direttamemnte con le cosche di affari sono cmq la parte peggiore del paese: intanto referendum imposibile ma battiamoci per raccogliere le firme entro 30 settembre: via la legge porcellum ; prof giacomo calzavara tel 3496346157
Sono d’accordo, uniamo tutte le forze come in spagna e Islanda e riappropriamoci dei nostri diritti e doveri e facciamo pagare la crisi a chi l’ha provocata.
Noi siamo la maggioranza e devono fare come noi diciamo perchè siamo noi quelli che creiamo la volontà democratica attraverso i nostri consensi.
Questa nazione ha l’obbligo morale ed etico di cambiare per una svolta dignitosa e con l’obiettivo di distribuire la ricchezza in maniera equa.
Chi si laurea ed ottiene dei privilegi perchè ha fatto sacrifici per ottenerla non è migliore di chi tutta la vita ha sgobbato fisicamente e inghiottendo ogni disagio e maltrattamento solo perchè ha la scuola elementare mentre tutta la vita ha pagato per i suoi contributi e per coloro che oltre a sfruttarci ci deridono dietro.
La svolta deve essere radicale, equa, per il benessere di tutti, e con l’obiettivo di avere solidarietà uno verso l’altro rispetto e contribuire per un futuro migliore per tutti,insomma una vera grande famiglia sociale mondiale.
Controllo dei vari poteri e informazione corretta e in tempo reale per tutti, l’obiettivo deve essere il bene comune fisico mentale e spirituale.
Seguiamo l’esempio di Ghandi rivolta pacifica ma ferma e noi faremo le nostre proposte vincolanti a cui l’esecutivo deve dare risposte vere e in tempi rapidi, dobbiamo essere disposti a farci massacrare pur di evitare la violenza ma la nostra volontà sarà quella che vincerà perchè l’unione di intenti e ferma volontà insieme a fatti veri crea la forza più vincente al mondo.
Coordiniamoci tramite internet ,tramite comitati in ogni città facciamo esprimere la volontà libera dei nostri concittadini fratelli e operiamo affinchè queste volontà siano realizzate.
Mettiamo fine agli interessi di casta, di convenienza,di raccattare e mendicare per un posto di lavoro o per qualche piatto di pasta noi tutti siamo comproprietari di tutto ciò che il mondo ci offre e lo dobbiamo dividere equamente chi sa di più o capisce di più deve aiutare il più debole perchè questo da vera felicità.
Aboliamo ogni forma di egoismo ma viviamo per realizzare il nostro benessere comune senza disparità,competizioni,non approfittando dell’ignoranza altrui o delle debolezze altrui.
Questo è solo un indizio ma si può fare MOLTO,MOLTO, di più se UNIAMO TUTTE le nostre FORZE E VIRTU’ di cui l’essere umano in quanto ANIMA consapevole può fare.
A voi la palla.
Tommaso
GRAZIE, in LIBRE trovo sempre le notizie che cerco.
francesca e tutti noi di Penelope va alla guerra
1. Non sono un’economista neanch’io, ma sono in grado di indicarvi le risposte, i nomi e i cognomi che cercate. O meglio, posso indicarvi chi li ha spiegati a me. Si chiama Paolo Barnard. E’ un giornalista d’inchiesta
http://www.paolobarnard.info/chi.php
emarginato per aver alzato la cresta sulla Censura Legale
http://www.paolobarnard.info/censura.php
che ha subito per conto della Rai su un servizio che svelava la frode delle case farmaceutiche. Ma questa è un’altra storia. Tra le varie inchieste che ha prodotto, risponde a tutti i vostri quesiti sulla finanza, l’economia, l’euro. TUTTO, VERAMENTE TUTTO e soprattutto in termini ASSOLUTAMENTE COMPRENSIBILI.
Vi posto il link del suo Blog con i video delle sue inchieste. Trovate sia le inchieste prodotte per la trasmissione Report
http://www.paolobarnard.info/videofoto.php
, sia le inchieste che si è prodotto per proprio conto al solo fine di divulgare queste informazioni.
E vi assicuro che sono le più interessanti.
In tutto questo vi invito a concentrare la vostra attenzione su questa inchiesta:
IL PIU’ GRANDE CRIMINE
http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=192
Buon presa di coscienza.
PS
Per la rivoluzione contate su di me. Inoltre ho fondato un gruppo su facebook dal titolo IL PIU’ GRANDE CRIMINE dove esiste già un gruppo di 670 persone che condividono costantemente queste tematiche cercando come fate voi di dargli una corretta interpretazione.
buona ricerca della verità a tutti.
Ci tengo a far sapere a tutti i lettori che avevo pubblicato una risposta alle vostre domande dove proponevo delle fonti autorevoli alla quale appellarsi, ma sono stato censurato. Siamo per caso in Ungheria?!!!!
Ora risultano le pubblicazioni.fino a ieri non si vedevano
Rettifico, sono ancora in attesa di pubblicazione. Ma ormai non conta più. Il sito di Paolo Barnard è stato da poco oscurato. Non ne sappiamo ancora le ragioni.
@massimiliano hanno messo ‘il coccodrillo come fa tata tata taa’ … ve lo prendete sempre la’— lala lala laa’
…. potresti, perfavore, riassumere quello che hai letto prima della censura..??
rivolta rivolta RIVOLTAA
@massimiliano per favore potresti ripubblicare la risposta alle domande su facebook a Massimo Russillo..?? grazie
PAOLO BARNARD
non so se il sito l’ha cancellato lui stesso,nell’ultimo suo intervento diceva che era sfiduciato e non ci avrebbe piu scritto sopra.
ho salvato in un media esterno molte pagine del sito di paolo barnard
Io non sono un economista, ma studio scienze politiche e all’esame di economia politica ho preso 29/30.
Le spiegazioni sono più semplici di quanto si possa pensare, anzitutto è sbagliato paragonare Grecia e Islanda: la crisi greca è nata perchè i governi avevano falsificato i bilanci e vivevano sopra le loro possibilità con una massa enorme e ingiustificata di dipendenti pubblici trovandosi così con le casse vuote e un debito insostenibile e non più mascherabile, essendo pio la Grecia parte dell’Unione Europea e dell’Euro gli Stati europei che concorrono al salvataggio henno preteso delle misure politiche che riportino alla normalità la situazione infatti hanno dovuto diminuire i dipendenti pubblici e anche i loro stipendi oltre che tagliare la spesa pubblica, non si tratta di schiavizzare la Grecia ma di salvarla (perchè altrimenti cade tutto il sistema dell’Unione) e di eliminare le concause che hanno portato a quel bilancio disastrato.
In Islanda invece era iniziata una crescita economica generata esclusivamente dalla “finanza creativa” delle banche private, è successo che dopo lo scoppio della crisi finanziaria in USA le tre principali banche PRIVATE
Io non sono un economista, ma studio scienze politiche e all’esame di economia politica ho preso 29/30.
Le spiegazioni sono più semplici di quanto si possa pensare, anzitutto è sbagliato paragonare Grecia e Islanda: la crisi greca è nata perchè i governi avevano falsificato i bilanci e vivevano sopra le loro possibilità con una massa enorme e ingiustificata di dipendenti pubblici trovandosi così con le casse vuote e un debito insostenibile e non più mascherabile, essendo pio la Grecia parte dell’Unione Europea e dell’Euro gli Stati europei che concorrono al salvataggio henno preteso delle misure politiche che riportino alla normalità la situazione infatti hanno dovuto diminuire i dipendenti pubblici e anche i loro stipendi oltre che tagliare la spesa pubblica, non si tratta di schiavizzare la Grecia ma di salvarla (perchè altrimenti cade tutto il sistema dell’Unione) e di eliminare le concause che hanno portato a quel bilancio disastrato.
In Islanda invece era iniziata una crescita economica generata esclusivamente dalla “finanza creativa” delle banche private, è successo che dopo lo scoppio della crisi finanziaria in USA le tre principali banche PRIVATE (Glitnir, Landsbanki e Kaupthing) sono fallite, evidentemente non c’era un sistema di protezione dei depositi come invece c’è in Italia quindi i correntintisti delle banche si trovarono col rischio di perdere i loro soldi, questi correntisti non erano solo islandesi ma anche stranieri e di questi ultimi gran parte erano inglesi; il gioverno islandese commissarò le bance (e non le nazionalizzò) e si fece carico di tutelare tutti i correntisti e non solo quelli islandesi, cosa che non piaccque alla popolazione perchè come detto nell’articolo i sacrifici proposti erano pesanti: chiedere la liquidità ad organismi sovranazionali e prelievo fiscale per ripagarli, con il referendum non si è deciso di non ripagare i debiti o di “liberarsi dalla schiavitù” ma semplicemente di non tutelare i depositi dei correntisti esteri tutelando e garantendi solo quelli nazionali.
In risposta alle domande presenti nell’articolo:
- a governare il Fondo Monetario Internazionale fino a poco tempo fa era Dominique Strauss-Kahn ma dopo le vicende di New York ora è Christine Lagarde, le sunzioni dell’FMI sono 1) promuovere la cooperazione monetaria internazionale 2) facilitare l’espansione del commercio internazionale 3)promuovere la stabilità e l’ordine dei rapporti di cambio evitando svalutazioni competitive 4) dare fiducia agli Stati membri rendendo disponibili con adeguate garanzie le risorse del Fondo per affrontare difficoltà della bilancia dei pagamenti
5) in relazione con i fini di cui sopra abbreviare la durata e ridurre la misura degli squilibri delle bilance dei pagamenti degli Stati membri;
-le agenzie di rating sono delle strutture che valutano lo stato di salute di stati o di altri enti pubblici (ad esempio le nostre province o le regioni ecc) e delle aziende quotate in borsa per dare un giudizio sulla loro solvibilità dei debiti;
- è improprio dire che le banche centrali guadagnano qualcosa, è vero che guardando i loro bilanci sono presenti diversi tipi di entrate ma (mi riferisco al sistema europeo e italiano, in USA il funzionamento è simile ma la FED si differenzia dalle nostre BC perchè ha anche altri compiti ad esempio deve pagare i dipendenti pubblici degli USA) le BC possono trattenere e distribuire solo una minima parte degli utili perchè il grosso dell’avanzo va dato ai governi degli Stati membri e perchè no navrebbe senso che le Banche Centrali guadagnassero qualcosa: il loro compito è quello di controllare la quantita e la circolazione della moneta e di mantenere stabili i prezzi;
-se il tasso di interesse è alto è perchè il rischio di insolvenza è alto.
Oh ragazzi, non son mica qui a criticare l’ideale di Unione Europea, per carità, chi sono io, un lettore della Padania? Anche il Sommo Poeta Dante Alighieri sognava che l’Europa fosse unificata sotto un unico imperium, e quando il buon vecchio Prodi ci fece pagare l’eurotassa, ho sborsato volentieri, pensavo che convenisse fare un sacrificio per avere una moneta un filino più valida della carta igienica usata. L’Unione mi piaceva anche perché avrebbe impedito le guerre tra i paesi europei, però non sapevo che sarebbe diventata una scusa per combattere tutti insieme le guerre che le corporation USA scatenavano nei vari angoli del mondo in cui dovevano difendere i loro interessi.
In ogni modo, l’idea è buona e giusta, tutto sta nel cosa si unisce e contro chi. Il mio problema è che sono cascata dalla parte sbagliata dell’Unione.
Alla fine del 2001, ultimo anno della lira, tutti i negozi svendevano “per rinnovo locali”. Il mio stipendio era ancora decente e ne ho approfittato per togliermi un po’ di voglie; meno male che porto ancora la stessa taglia, sono state le ultime. Il primo gennaio 2002 ho capito che esistevano due tassi di cambio: quello teorico, col quale era stata convertita la mia busta paga, 1 euro uguale a poco meno di 2 mila lire, e quello reale, che vedevo nelle vetrine con i nuovi prezzi, misteriosamente già pronte la mattina di Capodanno. Un paio di jeans da 100 mila lire costava 100 euro. Un raddoppio nel cuore della notte. Cazzo, che culo, mi venne da pensare. La mattina del 2 sono andata in banca, sperando che lo stesso miracolo fosse capitato anche al mio conto corrente, e invece no, che sfiga. Quei miserabili 5 milioni che avevo da parte non avevano proprio capito niente, non erano diventati 5 mila euro, ma la metà. Quando arrivò lo stipendio, il mio vecchio milione e otto, con cui campavo discretamente e mi concedevo pure qualche sfizio, si era ridotto a poco più di 900 euro. Possibile che a me toccasse sempre il cambio sbagliato? Eppure andavo dalla parrucchiera e le 80 mila lire per fare il colore e le mèches erano diventate 80 euro. Ma come cacchio aveva fatto lei a farsi dare il cambio buono? Questione di culo, ho pensato.
Sulla fine che ha fatto il mio stipendio convertito col cambio cattivo, caliamo un pietoso telo, un velo non basta. In dieci anni i 900 euro sono cresciuti proprio di poco, dopo lunghe e penose malattie hanno fatto il grande salto e sono riusciti a superare i mille, però basta un inverno un po’ freddo e devo scegliere tra la bolletta del gas e la spesa in un discount con le mozzarelle blu. Intanto la parrucchiera si è comprata l’Audi TT e un bellissimo ragazzo albanese che ha la metà dei suoi anni. Visto cosa succede ad azzeccare il tasso di cambio?
Pazienza, questi son solo soldi e dicono che i soldi non fanno la felicità, anche se un po’ aiutano. Ho sofferto di più quando ho capito che ero capitata dalla parte sbagliata dell’Unione anche per quanto riguardava i diritti e i doveri. Hanno cominciato con le direttive della Corte europea: non appena qualcuno ha capito che in Italia si violava la parità tra uomini e donne, mica hanno deciso che anche le donne italiane avevano il diritto all’aiuto dello Stato per l’assistenza ai bambini e agli anziani. No, l’unica disparità che a questi signori è saltata all’occhio è che in Italia le donne andavano in pensione prima degli uomini, e allora, fuori di galera a 65 anni anche noi, con buona pace delle nonne che crescono i nipoti perché le mamme non hanno altro posto dove appoggiarli, e delle stesse mamme che devono pagare la badante per la nonna quando non ce la fa più, perché se hanno ancora un lavoro non è proprio il caso di perderlo. Naturalmente l’Italia si è affrettata ad ubbidire a stretto giro di posta alla direttiva, e che diamine, mica vogliamo pagare una multa per colpa delle donne. Però… forse mi sbaglio, ma ricordo una direttiva europea che condannava un certo miliardario italiano, casualmente anche capo del governo, a spostare una delle sue televisioni private sul satellite, a pena di una multa. A me non risulta che questa direttiva sia stata rispettata, e ho il sospetto che la multa gliel’abbiamo pagata noi. Ma forse mi sbaglio…
Rimanendo sul dolente tasto delle pensioni, quando io sono entrata nell’allegro mondo del lavoro si usciva di galera dopo 35 anni di contributi versati. Adesso 40 anni non bastano più, lo dice l’Europa e lo dicono i mercati. Ci spiegano che in Germania prima dei 70 anni nessuno prende la pensione, ma io sono una persona semplice e limitata e non capisco. Se i giovani tedeschi cazzeggiano e fanno viaggi di istruzione fino a 30 anni, la cosa ha pure un senso, ma in Germania non hanno qualche disgraziato che ha cominciato a lavorare a 15 anni, o a 18? Con quelli cosa ci fanno? Hanno per caso riaperto i cancelli di quell’ameno luogo di villeggiatura la cui insegna era “Arbeit Macht Frei”? Li gasano? Ci fanno il sapone? Li mandano sulle impalcature sperando che cadano?
In nome di questi benedetti mercati, e di questa signora Europa, in dieci anni abbiamo perso quasi tutti i diritti che i nostri nonni, i nostri padri e anche noi, fino agli anni Settanta, ci eravamo conquistati letteralmente col sangue, il sudore e le lacrime. Qualcuno si ricorda della Settimana Rossa, dei Morti di Reggio Emilia, delle cariche del celerini? Quasi nessuno, credo, come tra un po’ nessuno si ricorderà dello Statuto dei Lavoratori. Per forza, i lavoratori stanno sparendo e sono sostituiti dai co.co.co., co.co.pro., somministrati, partite IVA, stagisti, insomma, schiavi chiamati con un eufemismo. Sono sempre l’Europa e i mercati che vogliono la flessibilità. Spero che questi signori Europa e Mercati non vogliano reintrodurre anche lo jus primae noctis, altrimenti per l’ingorgo dei pullman ad Arcore bisognerà far intervenire i Caschi Blu. D’altra parte, anche i sindacati dicono che bisogna modernizzarsi, a parte qualche sacca di anticaglia come la FIOM che non ha ancora capito di essere un dinosauro e non si decide a estinguersi, pertanto invitano i lavoratori, o meglio quei pochi che hanno ancora uno straccio di lavoro, a disporsi volontariamente a 90 gradi e portarsi la vaselina da casa, così si risparmia tempo e si guadagna in efficienza.
Solo una piccola chicca finale: l’abolizione delle feste civili. Perché, guarda caso, sono proprio quelle che stanno sul gozzo al satrapo di Hardcore, oppure, dicono, perché fanno così in tutta Europa, ci siamo rimasti solo noi così retrogradi da ostinarci a festeggiare ricorrenze ridicole come la Festa del Lavoro, la Liberazione dal nazifascismo, la nascita della Repubblica. Le spostiamo alla domenica successiva e facciamo felice la Marcegaglia, povera donna, così povera che non si può permettere nemmeno una brava parrucchiera, le consiglierei la mia, magari le fa fare anche un giro con l’albanese di 23 anni. Però a me risulta che ogni 14 luglio i Francesi festeggiano la Presa della Bastiglia, anche se non cade di domenica. Che il primo maggio, festa del Lavoro, è festeggiato in tutto il mondo proprio il primo maggio, con eccezione di alcuni paesi dittatoriali, e forse non è un caso che anche noi ci stiamo adeguando. Pure in Germania: si chiama Tag der Arbeit (Giornata del Lavoro) e si festeggia in tutte le regioni.
Ah, tanto per completare: mi risulta che nel resto dell’Europa, o almeno nei paesi che possono permettersi di dettare legge agli altri poveracci con le pezze al culo, le tasse non le pagano solo i lavoratori dipendenti e i pensionati, ma anche gli artigiani e i liberi professionisti. Però su questo delicato tasto non sento premere molto spesso la nota del “lo vuole l’Europa e lo vogliono i mercati”. Di nuovo, sono capitata dalla parte sbagliata dell’Unione.
@ massimo russillo: Solo ora che Barnard ha chiuso il suo blog vedo postato il mio commento che riportava alle sue inchieste….quindi abbi pazienza…mi girano lo stesso. Che bisogno c’era di aspettare settimane per pubblicarlo? Molto suo materiale è cmq ancora presente su internet. Invito tutti a ricercare i suoi video inchiesta su Google e You tube.
Ciao a tutti,
anche io stavo cercando il materiale di Barnard, dopo che il sito è stato oscurato.
Vi segnalo questo link, dove sono stati recuperati alcuni articoli (ma non so se è aggiornato con gli ultimi)
http://ilpotere.orgfree.com/www.paolobarnard.info/
GIUSTISSIMO!!!
TUTTI AL FRESCO DIETRO LE SBARRE CON I NS GOVERNANTI!!!!
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@ Massimiliano: prova a mettere non più di 2 link per commento. Altrimenti credo vengano automaticamente riconosciuti come spam, è successo in un’altro commento anche a me.