Giulietto Chiesa: non arrendiamoci alla finanza mondiale
Ritengo che i popoli europei devono respingere la logica di Francoforte. Non accetteremo la resa che ci viene richiesta dalla grande finanza internazionale: noi combatteremo, come i greci. Respingiamo la richiesta di arrenderci, non vogliamo rinunciare alla nostra sovranità. Però attenzione: nessuno ci garantisce che la rivolta europea, se ci sarà, sia una rivolta di sinistra, o progressista. La soluzione potrebbe diventare di destra. Alcuni segnali già ci sono: il voto finlandese, il voto olandese, la presenza in Italia di un partito xenofofo e parafascista, se non nazista, come la Lega. Se la la crisi precipita velocemente, i popoli potrebbero essere travolti, impauriti e incapaci di capire. E quindi: dobbiamo trovare il modo di parlare a milioni di persone perché capiscano cosa sta accadendo, perché altrimenti il pifferaio magico di turno può facilmente presentarsi.
Il debito? Non credo sia vero che il debito italiano è francese. Anzi, non credo più a una sola delle cifre che ci vengono fornite dal sistema della finanza mondiale. Tutte le mattine, da molti anni, apro l’“International Heral Tribune” – lo leggo prima di qualunque giornale italiano – e vi posso garantire che lì c’è una valanga di menzogne, tutti i giorni, sulle cifre reali: si possono mettere insieme e si scopre che raccontano un giorno una cosa, il secondo un’altra, il terzo un’altra ancora. Nessuno si è chiesto come mai, dopo che grandi agenzie di rating come la Standard & Poor’s o la Moody’s che hanno completamente sbagliato tutti i giudizi fino al 2007 e ci hanno dato un quadro totalmente falso della situazione finanziaria mondiale, continuano a dare ancora adesso i giudizi sulla situazione finanziaria mondiale; nessuno gli ha chiesto di spiegarci come mai, fino alla vigilia del 2007, ci stavano dicendo che il quadro finanziario era tutt’altro.
Qualcuno di questi signori ci ha mai spiegato quant’è la massa dei derivativi, che sono stati creati nel corso degli ultimi anni? Io ho alcune valutazioni: quella di Luciano Gallino, che se non sbaglio parla di 60 trilioni, e quella di Webster Tarpley che parla di 800-1000 trilioni; credo sia molto più vicina alla verità quella di Tarpley, e la ricava per esempio da un articolo uscito il 13 dicembre 2010 sull’“International Herald Tribune”. Quest’articolo, che inquadra un’intera epoca storica, ci spiegava che a Wall Street, a Manhattan, una volta al mese si riuniscono 9 banchieri del mondo, per decidere come andrà a finire nel corso dei mesi successivi la finanza mondiale. Articolo molto interessante, che il Italia è passato nel totale silenzio salvo di un giornale, “Repubblica”: Eugenio Scalfari vi ha dedicato addirittura un editoriale, spiegando – e non aveva torto – che questi signori stanno programmando l’attacco contro l’Euro e contro l’Europa.
La cosa interessante di quest’articolo è un’altra. Diceva: attenzione, questi 9 banchieri costituiscono la crema della finanza mondiale. C’è stata una banca, la Bank of New York and Mellon, che ha cercato di inserirsi nel club dei 9 banchieri, ed è stata respinta. E il giornalista si dice: accidenti, la Bank of New York and Mellon è una gigantesca banca che amministra – sentite la cifra – dai 25 ai 30 trilioni di dollari. Attenzione: 30 trilioni sono 30.000 miliardi di dollari. Ora, la Bank of New York and Mellon cerca di entrare nel club dei primi 9 banchieri del pianeta e viene respinta. Perché? Perché la considerano piccola. Se la considerano piccola, devo immaginare che questi 9 banchieri hanno almeno il doppio, ma probabilmente il triplo; diciamo che ciascuna di queste banche gestisce 90-100 trilioni di dollari. Moltiplicati per 9, si arriva a 900-1000 trilioni di dollari. Che cos’è questo, denaro reale? No: è un gigantesco sistema completamente truffaldino.
Possiamo credere a questa gente? No, perché se misuriamo il debito sulla base di quello dello Stato italiano, non è comparabile: qui si sta parlando di 150, 200, 500 miliardi di dollari; non è paragonabile, è un altro ordine di grandezza. Esiste uno studio di un economista inglese in cui si dice che se gli europei – tutti i paesi della zona Euro – si mettessero d’accordo per regolare gli scambi tra di loro, cioè facendo la somma completa degli indebitamenti europei, si scoprirebbe che il debito italiano va quasi a zero, contando crediti e debiti; si scoprirebbe che il debito reale greco si riduce del 45%, e che il paese più creditore di tutti è la Francia – ma, sistemati tutti i conti, la Francia avrebbe ancora da riscuotere grossomodo 2500 miliardi. Quindi tutta questa storia del debito europeo è un altro gigantesco bluff, interamente costruito dall’esterno, da Wall Street, dai 9 banchieri.
O noi stiamo dentro questa logica e non capiamo niente perché tutte le cifre sono fasulle e tutto il gioco è artefatto, o dobbiamo uscire da questa logica. Dobbiamo produrre una proposta politica e strategica per dire che noi vogliamo andare fuori da questo meccanismo finanziario e proporne uno diverso. La prima fondamentale idea che metterei in un programma è che l’Unione Europea deve avere la sua propria agenzia di rating; pubblica, non privata: un’agenzia pubblica di rating, esattamente come hanno fatto i cinesi. Poi dobbiamo esigere che il tasso d’interesse con cui gli Stati europei accedono al debito dev’essere un tasso largamente agevolato, molto vicino allo zero, diverso dal tasso d’interesse a cui accedono le imprese private. La verità è che 50 milioni di italiani non valgono il consiglio d’amministrazione della Goldman Sachs: 50 milioni di italiani non hanno lo stesso peso del cda della Goldman Sachs, e neanche di quello del Fondo Monetario Internazionale.
(Giulietto Chiesa, estratti dall’intervento conclusivo del II Seminario di “Uniti e Diversi” tenutosi a Roma il 25 giugno 2011; video su YouTube).
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