Rubbia: addio nucleare, è il sole l’energia del futuro
Mentre l’Italia perde tempo a progettare reattori nucleari, il resto del mondo punta tutto sull’energia del sole. «L’unico dubbio ormai non è se l’energia solare si svilupperà, ma se a vincere la gara saranno cinesi o statunitensi». Lo afferma il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, esplorando le nuove soluzioni energetiche per il pianeta: mentre il nucleare è ormai obsoleto e i combustibili fossili presentano un costo ambientale sempre meno sostenibile, il solare si sta imponendo come la risposta migliore per il futuro, visto che sta già crescendo del 40% ogni anno, ad eccezione dell’Italia.
«I paesi in cui si concentrano i progressi sono altri: Spagna, Cile, Messico, Cina, India, Germania e Stati Uniti», spiega Rubbia in un’intervista a “Repubblica”. L’amarezza del grande fisico è evidente: gli studi al Cern di Ginevra e gli incarichi di consulenza energetica in Spagna e Germania e presso le Nazioni Unite e la Comunità Europea lo hanno allontanato dalla Penisola, dove il governo Berlusconi ha deciso di imboccare di nuovo la vecchia strada del nucleare.
«Si sa dove costruire gli impianti e come smaltire le scorie?», domanda Rubbia. «Si è consapevoli del fatto che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni? Ci si rende conto che quattro o otto centrali sono come una rondine in primavera e non risolvono il problema, perché la Francia per esempio va avanti con più di 50 impianti? E che gli stessi francesi stanno rivedendo i loro programmi sulla tecnologia delle centrali Epr, tanto che si preferisce ristrutturare i reattori vecchi piuttosto che costruirne di nuovi? Se non c’è risposta a queste domande, diventa difficile anche solo discutere del nucleare italiano».
Rubbia è il padre degli impianti a energia solare termodinamica, come quello in costruzione a Priolo, in provincia di Siracusa. La centrale siciliana sarà in grado di produrre 4 megawatt di energia, mentre la Spagna ha già in via di realizzazione impianti per 14.000 megawatt e si è dimostrata capace di avviare una grossa centrale solare nell’arco di 18 mesi. «Tutto questo – commenta Rubbia – mentre noi passiamo il tempo a ipotizzare reattori nucleari che avranno bisogno di un decennio di lavori».
Gli impianti termodinamici, spiega il fisico, consentono di accumulare l’energia raccolta durante le ore di sole: «La soluzione di sali fusi utilizzata al posto della semplice acqua riesce infatti a raggiungere i 600 gradi e il calore viene rilasciato durante le ore di buio o di nuvole». In fondo, aggiunge Rubbia, il successo dell’idroelettrico come unica vera fonte rinnovabile è dovuto al fatto che una diga ci permette di ammassare l’energia e regolarne il suo rilascio. «Anche gli impianti solari termodinamici – a differenza di pale eoliche e pannelli fotovoltaici – sono in grado di risolvere il problema dell’accumulo».
Nel Sahara sta avanzando il colossale progetto Desertec, finanziato da capitale tedesco. Rubbia ne osserva con interesse l’evoluzione, ma sottolinea un possibile problema: la carenza di acqua, elemento fondamentale. «Per muovere le turbine è necessaria molta acqua. Perfino le centrali nucleari in Europa durante l’estate hanno problemi». Difficoltà che ovviamente si moltiplicano tra le sabbie del deserto. «Ecco perché in Spagna stiamo sviluppando nuovi impianti solari che funzionano come i motori a reazione degli aerei: riscaldando aria compressa». Macchine semplici e affidabili: così saranno le centrali solari del futuro, si augura Rubbia, sempre che ci sia «la volontà politica di farlo» (info: www.repubblica.it).
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Rubbia è un premio Nobel ma è anche uno con una grande tendenza alle previsioni che non sia avverano. Solo pochi anni fa parlava di nucleare pulito
Rubbia: per il futuro puntare sul solare. E per il presente?
come fidarsi di uno che si tinge i capelli biondo pannocchia?
rubbia solo qualche anno fa, quando era in progetto la sua macchina che creava energia nucleare “pulita” diceva che per soddisfare metà del futuro bisogno elettrico in italia ci sarebbe voluta un’area grande quanto la sardegna piena di pannelli fotovoltaici, o addirittura l’equivalente dei terreni preposti all’agricoltura di tutto il mondo, pieni di pale per l’eolico.
adesso cambia idea….boh..
notevole argomentazione, complimenti. Ti si può solo rispondere con una di pari, basso livello: meglio fidarsi di uno che superati i 70 si tinge nero corvino i capelli rimasti e su metà testa calva se li fa impiantare finti?
(oltretutto è un bugiardo, soffre di deliri di onnipotenza e si interessa solo a ciò che può dargli guadagno anche a discapito della comunità che governa)
“Mentre l’Italia va incontro a ingenti investimenti economici per potenziare il settore del gas e quello del nucleare, la Spagna raggiunge un importante traguardo sul fronte delle energie pulite.
Nel 2010 nella penisola iberica le fonti rinnovabili sono arrivate infatti a soddisfare il 35% del fabbisogno energetico del Paese.
Come riportato dal Guardian, ad influenzare positivamente la produzione energetica ‘verde’ sarebbero state le forti perturbazioni meteorologiche che hanno caratterizzato l’anno appena conclusosi.
Nel 2010, infatti, l’energia eolica è aumentata del 18,5% e, dopo il picco del 43% registratosi a novembre, copre in media il 16% della domanda energetica spagnola. Inoltre, le abbondanti piogge hanno determinato un aumento della produzione idroelettrica del 59% rispetto al 2009, mentre l’energia solare è aumentata del 3% nell’ultimo anno.
Tali risultati hanno consentito alla Spagna di esportare per la prima volta energia pulita in Francia, colmando così il deficit energetico francese.” (ilcambiamento.it 7/1/2011)
Ti consiglio di ascoltare anche ” Saluto di Jeremy Rifkin ” a proposito del solare in Sicilia su YouTube
o “Rubbia sul nucleare”